Infinità e generi/Testi espositivi

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"Saint Jérôme" di Anonimo fiammingo, XVII sec.
"Saint Jérôme" di Anonimo fiammingo, XVII sec.

Specie del genere espositivo

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Proprio come le narrazioni sono classificate in base alla continuità o discontinuità del tempo, anche le specie espositive si differenziano in base alla continuità o discontinuità dell'insieme spaziale e simultaneo che rappresenta l'ordine logico e ontologico. Se la continuità e la discontinuità del tempo sono stati espresse nei concetti di "passato e non-passato" e nei corrispondenti tempi verbali, allora i concetti equivalenti all'ordine spaziale sono le nozioni di intero e di parte, e di inclusione ed esclusione.

Forniremo qui solo uno schema riassuntivo del genere espositivo, ma crediamo che questi criteri minimi possano essere applicati indefinitamente in successive divisioni di specie e sottospecie, tenendo conto di tutte le possibili combinazioni.

Le opere espositive vengono quindi inizialmente divise tra quelle che trattano il "tutto" e quelle che trattano "la parte"; e ciascuno di essi è suddiviso a seconda che il soggetto sia trattato in modo "inclusivo" o "escluso".

Le nozioni di "tutto" e "inclusivo" danno la forma a tutte le specie letterarie che possiedono una natura di elenco, indice, inventario, accumulazione ed enumerazione, il cui modello è per eccellenza l'enciclopædia.[1] Sono opere che alla fine sono destinate a contenere "tutto", o il più possibile: de omne re scibili. Appartengono a questa specie tutte le sottospecie di opere didattiche e informative, che vanno dalla Storia Naturale di Plinio il Vecchio, all’Encyclopædia Britannica, comprendendoci anche le Etimologie di Isidoro di Siviglia.

Opposta all'indiscriminata inclusività dell'elenco, l'idea di sistema o di organizzazione è anche finalizzata a un "tutto", ma un tutto che è separato e classificato nelle sue parti, aspetti e dimensioni, essendo quindi sottoposto a una sequenza di "esclusioni". Questa è la specie del trattato o specie sistematica. L’Organon di Aristotele, per esempio, è un trattato, così come la Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino, o gli Elementi di Euclide; ognuna di queste opere intende racchiudere la totalità di un soggetto, ma sistemandolo secondo le sue parti costitutive e intrinseche, e non solo elencandole secondo un ordine casuale, estrinseco e conveniente come nelle enciclopedie.

All'altro capo, abbiamo le opere modellate sull'idea di parte o aspetto. Queste sono opere che si concentrano su un fenomeno specifico, o gruppo di fenomeni, un'idea o un particolare gruppo di idee, senza lo scopo di creare un sistema di conoscenza totale. Ma anche questo approccio alla parte può essere fatto secondo due modalità: inclusione o esclusione.

Poi ci sono le opere che, trattando un determinato argomento, intendono inserirlo in un corpo di conoscenza preesistente, che è già stato sistematizzato. Ad esempio, quando Apollonio di Perga scrive il suo trattato sui Coni, non intende costruire un sistema geometrico completo, né semplicemente lanciare alcune idee: intende inserirle in un luogo preciso del corpo preesistente di scienza geometrica; e questo obiettivo dirige e informa il trattamento che dà alla sua materia, che deve essere un trattamento sistematico secondo i concetti e le norme ammessi in Geometria. Questa specie di opere è denominata tesi, che deriva da un verbo latino che significa "mettere" (che a sua volta si origina dal greco antico ϑεσις thesis, ovvero posizione). Chi fa una tesi sta mettendo un pezzo in una cornice preesistente, e la forma del pezzo deve essere perfettamente adattata allo specifico foro che intende riempire.

 
Max Weber nel 1894
 
Michel de Montaigne, litografia di Antoine Maurin, XIX sec.

Tuttavia, se l'idea da presentare non ha un vincolo formale o decisivo con un sistema di conoscenza preesistente, allora ciò che l'autore fa è aggiungere liberamente un'altra idea al vasto e vago repertorio di idee umane. Questo è esattamente ciò che fa questo nostro saggio sulle specie.

La differenziazione delle specie espositive può quindi continuare all'infinito, mediante la pura e semplice applicazione dei criteri del tutto e della parte, dell'inclusione e dell'esclusione. C'è anche un'infinità di possibili miscele. Non è necessario procedere con l'enumerazione, poiché riteniamo di aver dimostrato l'efficacia dei criteri. Giusto per dare un'idea delle possibilità di sviluppo: le specie di saggi possono essere suddivise a seconda che il saggio sia più o meno impegnato in alcuni criteri scientifici preesistenti: Science as Vocation, Politics as Vocation e altre opere raccolte in Essays of Sociology di Max Weber differiscono quindi dai Saggi di Montaigne perché i primi sono più vicini all '"esclusione" e i secondi all'"inclusione". E così via. Non è necessario, in questo momento, riportare i criteri ad applicazioni più dettagliate.

  1. I testi espositivi formano una categoria molto ampia ed eterogenea, che raggruppa testi orali e scritti di vari generi. Letizia Lala, nel cit.Tipi di testo, menziona, per l’orale, le conferenze accademiche, le relazioni scientifiche, gli esami orali, le lezioni degli insegnanti; per lo scritto, gli articoli scientifici, i manuali didattici, i verbali, le voci di dizionari, le guide turistiche e, naturalmente, le enciclopedie. In base alla loro complessità e al loro grado di elaborazione, i testi espositivi possono essere distinti in "analitici" e "sintetici" (cfr. Werlich, 71). I primi sono testi in cui la presentazione delle conoscenze avviene in modo esteso: trattati di ogni ambito del sapere, articoli scientifici, voci di dizionari ed enciclopedie. I secondi si limitano a proporre informazioni in modo schematico; fra questi, il riassunto, gli appunti, gli schemi, le scalette. Per curiosità, cfr. anche Umberto Eco, The Infinity of Lists (trad. ingl. di La Vertigine della Lista, 2009).