I promessi sposi/Analisi del capitolo 13
Nel tredicesimo capitolo prosegue la narrazione delle vicende vissute da Renzo durante i tumulti di San Martino a Milano.
La folla si è diretta verso la casa del vicario di provvisione, ritenuto il responsabile della carestia e della mancanza di pane.
Il vicario dall'interno della sua abitazione sente avvicinarsi il tumulto ma è impotente davanti alla folla: la forza reale (la massa inferocita) scavalca quindi la forza legale (rappresentata dal vicario) costringendolo a nascondersi. Anche l'ufficiale chiamato per sedare il tumulto resta inerte per la paura.
In questo capitolo Renzo diventa, entrato nella folla, spinto un po' dalla curiosità, un po' dall'eccitazione, diventa così un osservatore interno del tumulto, presentandoci le voci e i personaggi. Tra questi spicca la figura del vecchio malvissuto, emblema della violenza e della degenerazione dell'uomo quando perde la sua identità e diventa folla: gli aggettivi affossati, infocati e il sogghigno di compiacenza diabolica ricordano una dimensione diabolica e infernale, accentuata dalla presenza dei quattro chiodi con il quale il vecchio vorrebbe attaccare il vicario a un battente della sua porta, che rimandano alla crocifissione di Gesù Cristo.
Nella seconda parte del capitolo spicca invece la figura del cancelliere Antonio Ferrer.
Egli è amato dal popolo al quale mostra benevolenza, ma in realtà egli gode di una popolarità mal acquistata. Il popolo infatti lo ama per via del suo provvedimento con il quale aveva imposto un limite al prezzo del pane: sebbene la mossa avesse avuto un forte impatto demagogico (aveva acquistato la benevolenza del popolo) era in realtà segno di una grave miopia politica. Il provvedimento, infatti, invece di risolvere la crisi, l'aveva inasprita, in quanto i fornai non riuscivano più a sostenere la loro attività vendendo il pane ad un prezzo così basso.
Queste doppia valenza del cancelliere (all'apparenza amico del popolo, ma nella realtà non lo aiuta) emerge anche in questo capitolo, sotto due aspetti:
- Uno esplicito relativo alla narrazione: egli promette al popolo che punirà severamente il vicario di provvisione ma in realtà lo porta in salvo dalla folla, senza effettivamente punirlo.
- Uno simbolico: il cancelliere parla due lingue, italiano e spagnolo. Mentre parlando in italiano rassicura il popolo, promette pane e giustizia, in spagnolo esprime le sue reali intenzioni, senza però farsi capire dalla folla.
A partire dalla narrazione
modificaSabato 11 novembre 1628
- L'assalto alla casa del vicario di provvisione
- La folla, inferocita, si dirige verso la casa del vicario di provvisione, ritenuto responsabile della mancanza di pane
- Il vicario non fa in tempo a scappare e, impaurito, si rifugia in soffitta
- Renzo, trovatosi in mezzo al tumulto, esprime il suo parere contrario all'uccisione del vicario, ma viene scambiato per un servo del vicario
- Prima che per Renzo possa accadere il peggio, si sparge la voce che è arrivato il gran cancelliere Ferrer
- Il cancelliere Ferrer
- Arriva il cancelliere Ferrer, che vuole salvare la vita del vicario, che non ha commesso alcun male
- Renzo si attiva ad aiutare il cancelliere a farsi strada tra la folla credendo di riceverne la benevolenza.
- Ferrer giunge davanti alla casa, scende dalla carrozza e scompare dietro la porta. Ne esce poco dopo con il vicario che, non senza difficoltà, viene fatto entrare nella carrozza
Il drappo del mantello di Ferrer è paragonato alla coda di una serpe, per evidenziar la doppia valenza del personaggio
- Ferrer calma la folla promettendo pane, abbondanza e giustizia, mentre la carrozza si dirige con il vicario al Castello.
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