Confessione di fede di Westminster/cfw15
15. Il ravvedimento per la vita
modifica1.
modificaIl Ravvedimento per [ottenere] la vita è una grazia evangelica, la cui dottrina dev'essere predicata da ogni ministro dell'Evangelo tanto quanto quella della fede in Cristo. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici)
2.
modificaCon il ravvedimento, il peccatore, quando vede e sente, non solo il pericolo [in cui incorre a causa] dei suoi peccati, ma anche quanto essi siano abominevoli ed odiosi, contrari alla natura santa e alla giusta legge di Dio, e quando coglie la misericordia di Dio in Cristo verso coloro che [da essi] si pentono, tanto si rammarica per i suoi peccati e li detesta che si volge da essi tutti verso Dio, proponendosi e sforzandosi di camminare con Lui in tutte le vie dei Suoi comandamenti. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici)
3.
modificaBenché non ci si debba in alcun modo confidare [fondare] nel ravvedimento, quasi che esso potesse essere di per sé stesso soddisfazione per il peccato o causa della remissione [perdono] dei peccati - il che è [solo] atto gratuito della grazia di Dio in Cristo, esso è talmente necessario per tutti i peccatori che nessuno può aspettarsi di essere perdonato senza di esso. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici)
4.
modificaCome non esiste alcun peccato così piccolo che non meriti la dannazione, così non esiste alcun peccato così grande che possa procurare la dannazione a coloro che veramente se ne pentono. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici)
5.
modificaNon ci si deve accontentare di un ravvedimento generico, ma è dovere di ognuno di adoperarsi a ravvedersi dei propri peccati particolari, uno per uno. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici)
6.
modificaCome ognuno è tenuto a rendere privata confessione dei propri peccati a Dio, pregando di riceverne la remissione (perdono), grazie al quale ed abbandonando i quali, potrà ottenere misericordia, così chi è di scandalo al proprio fratello o alla chiesa di Cristo, deve essere disposto, mediante una confessione ed un pentimento privati o pubblici del suo peccato, a dichiarare il suo pentimento a coloro che ha offesi, i quali, su questa base, devono riconciliarsi con lui ed accoglierlo con amore. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici).
Articoli interpretativi ed attualizzazione
modifica- 1. Il ravvedimento conduce a vita eterna solo quando è accompagnato dalla fede in Cristo (Atti 20:21; Marco 1:15).
- 2. Sebbene un credente sia liberato dalla pena che meritano i suoi peccati grazie alla giustificazione, egli è ancora tenuto a rendere perfetta ubbidienza alla Legge di Dio. A causa dell'incompletezza della sua santificazione, egli non è in grado di farlo, ma ogni giorno infrange i comandamenti di Dio in pensiero, parole ed opere. Tutti, quindo, hanno bisogno continuo del ravvedimento. (1 Giovanni 1:8-10; Romani 7:14-25; 1 Timoteo 1:15; Levitico 19:2; Ecclesiaste 7:20; Genesi 8:21; Giovanni 13:10).
- 3. Respingiamo la dottrina che i cristiani possano in questa vita raggiungere la condizione in cui non abbiano più bisogno di ravvedimento (1 Timoteo 1:15).
- 4. Le persone irrigenerate possono, e spesso lo fanno, sentire dispiacimento e rimorso per i loro peccati, rendendosi conto che essi siano un ostacolo alla felicità che essi cercano; essi, però, potrebbero non vedere quanto il peccato sia un'offesa contro il Dio santo. Dato che essi non si volgono verso Dio, non esercitano un vero ravvedimento (2 Corinzi 7:10; Ebrei 12:16-17; Romani 1:32).
- 5. Il peccato che non può essere perdonato è il respingere la testimonianza dello Spirito Santo al riguardo di Gesù Cristo. E' il rifiuto volontario e persistente dell'unica speranza di perdono attraverso la Persona e l'opera del Salvatore (Matteo 10:33; 2 Timoteo 2:12).
- 6. L'esame diligente di sé stessi è essenziale al vero ravvedimento. Una persona ha il dovere di esaminare la propria vita per identificarvi specifici suoi peccati e ravvedersi da essi (Salmo 26; 139; 32:5-6; 1 Giovanni 1:9; Salmi 119:59; 2 Corinzi 13:5).
- 7. Dato che il peccato è fondamentalmente un offesa contro Dio, la confessione ad altri uomini non può prendere il posto del ravvedimento verso Dio. Dato che ognuno deve confessare a Dio i propri peccati, la forte del perdono, egli non ha bisogno di sacerdoti o di altri intermediari se non Gesù Cristo. Egli pure dovrebbe confessare a coloro contro i quali ha peccato, e sottomettersi a tutte le legittime conseguenze penali (Salmi 32:5; 51:4; 1 Corinzi 5:1-13; Giacomo 5:16).
- 8. Ciascuno porta una parte della responsabilità dei peccati dei gruppi ai quali appartiene. Quando i peccati sono collettivi, il ravvedimento e la confessione debbono pure essere sia collettive che individuali (Giosuà 7:11; Daniele 9:3-20; 2 Cronache 15:8-15; Neemia 9; Apocalisse 2:5,16; Matteo 6:12).
- 9. Un pio ravvedimento implica vera fede ed unione con Cristo, ma non è esso stesso la base del perdono. Esso precede la gioia che sorge dalla certezza di essere stati perdonati (Zaccaria 12:10; Efesini 1:7; Romani 3:28; Luca 13:3; Atti 3:19: Salmi 51:8,8,12; 2 Corinzi 7:10).