Indice del libro

Il sardo (sardu; limba sarda in logudorese, lìngua sarda in campidanese) è una lingua appartenente al gruppo delle lingue indoeuropee. È parlata nell'isola di Sardegna. Definita come lingua originale e considerata da molti studiosi come uno dei più antichi idiomi neolatini, è costituita da un insieme di varianti dialettali, solitamente ripartite in due astratte fasce di isoglosse che comprendono quelle centro-settentrionali (logudoresi) e quelle centro-meridionali (campidanesi). Sebbene i termini latini siano molti, tuttavia, il sardo conserva intatta in diversi casi la lingua parlata prima della conquista romana, tanto che si evidenziano etimi millenari in tantissimi vocaboli.

Illustrazione sulle varianti diatopiche del sardo.

Introduzione

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« Un popolo che si pone il problema della lingua, in realtà, pone il problema della sua identità sociale ed economica. »
(Antonio Gramsci [parafrasi di quanto si rinviene in Quaderni del carcere, Quaderno 29, § 3])

Questo virtuale libello, senza alcuna pretesa di esaustività, è pensato per quanti si approccino, per i più svariati motivi, al sardo. È inoltre dedicato a quanti non accettino la situazione di attuale abbandono e scomparsa, graduale ma sempre più evidente, della nostra lingua dalla società sarda, e anzi ne vogliano promuovere il mantenimento e l'impiego.

A questi va la mia più sincera gratitudine, adoperandosi per la sua salvezza.

L'obiettivo, perciò, è di rendere questo volume una lettura propedeutica per meglio imparare le strutture del sardo (qui per sommi capi), in modo - chissà! - da poterlo ben parlare in seguito: sarebbe infatti segnato il futuro di una lingua che vegeti nel solo libresco nozionismo.

Si specifica che in tal sede, data una pluralità di sottovarianti di pari dignità, si è deciso di optare per il nuorese (su limbazu nugoresu), generalmente ritenuto come quella che mantiene più stretti rapporti con il latino. In ogni caso, prima di accingervi a questa lettura, sfatiamo il diffuso luogo comune per il quale il sardo risulti essere costituito da varietà separate e, per così dire, incomunicanti l'una con l'altra: difatti, benché diverse dal punto di vista fonetico, non presentano differenze in numero tale da pregiudicare la mutua comprensibilità.

Ogni modifica, purché non a senso vandalico, è ben accetta.

E le altre varianti?

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Chi di voi si riconosca eventualmente in un'altra variante della lingua sarda, niente paura! Nella speranza di far cosa gradita, questa grammatica è stata pensata per via della scarsa considerazione generalmente tributata al dialetto nuorese. Sappiate che il logudorese non è affatto dissimile dal qui presente nuorese se non per qualche aspetto meramente fonetico (tanto che, come detto poc'anzi, per comodità molti autori spesso inglobano quest'ultimo all'interno del primo): ad ogni modo, vi sono molti libri che, volendo, potrebbero aiutarvi sullo studio specifico del logudorese. Quanto al campidanese, che un poco effettivamente differisce dal nuorese, è mia responsabilità ricondurvi a questa (ottima e professionale, fra l'altro) grammatica. Spero che queste pagine siano utili a stimolare la vostra curiosità e a farvi ancor più apprezzare questa bella lingua che, in qualsivoglia suo dialetto la si consideri, risponde al nome di sardo.

E la Limba Sarda Comuna?

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La grafia unitaria del sardo adottata a livello istituzionale, ovvero la “Limba Sarda Comuna” è qui rinvenibile.

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Pensamentos

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« Custu libreddu líu dedico a totucantos, a sos chi difendent custa limba chircande de la faveddare in totube, siat in intro siat in foras, a sos frades sardos de su disterru; ma puru a chie sa limba non la ischit ca no la at pottia imparare in familia, o a chie la at trascurada a puntu de nche la ponner a banda de su tottu. Pro tottu bi at remediu, francu sa morte; custu balet mescamente pro sas limbas, chi comente a una carena umana sichit a bìver o si trazat a puntu de si nche morrer. Sa birgonza, chi est isperdende sa limba nostra chentza perunu grabbu in su tempus colau, at fattu a manera chi medas si nche la ant irmenticada e, cando si ant a abizzare chi la ant perdia pro semper chentza facher nudda, tando at a esser troppu a tardu. Sa limba no est una prenda de mantenner in domo ebbìa, est una pranta e si nche morit cando prus nemmancu un'anima li podet - o li bolet - dare cara; su camminu a ube si diat a cromper est cussu, si non provamus a torrare su sardu a sa sociedade e a su futuru nostru, sos pitzinnos. Sa retza (su "web") est unu locu mannu mannu, isperemus chi bi apat pessones chi a custu argumentu bi tenent. Difatis, sa pranta creschet goi! »

Dizionari ed altri utili siti

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Torro grassia a

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  • Prima de tottu Wikibooks, chi mi at permittiu de pessare su prozettu e, fravicandelu, de lu bortare a realtade;
  • Francesco Mameli, chin sa pressiosa opera sua de su 1998 Il logudorese e il gallurese [Biddanoa, Soter];
  • Antoninu Rubattu, chin sa pressiosa opera sua Il dizionario universale della lingua di Sardegna [Tattari: EDES, 2003];
  • Massimo Pittau, chin sa pressiosa opera sua Grammatica del sardo illustre [Nugoro];
  • Ovviamente, non potto mancare de torrare grassia a chie, mancari de manera indiretta, mi àt dau azudu a ponner acabbu su traballu... allegande in sardu. Sa fortza de custa limba sezis bois!

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