La vita e... tutto quanto/Capitolo 8

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Rappresentazione artistica di un possibile decimo pianeta, Eris, con il Sole in lontananza

Implicazioni significative

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  Per approfondire su Wikipedia, vedi la voce Risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto.

In primo luogo, definire significativa un’attività o una vita implica normalmente una certa profondità o serietà (sebbene qui "serio" non implichi affatto "solenne"). Le attività possono essere significative in modo più o meno profondo, ma non, per così dire, in modo superficiale; quindi valutare qualcosa come significativo esclude che sia banale o sciocco. Passatempi come il golf appaiono qui un po' al limite: sembrano quasi potersi qualificare come significativi, ma solo a patto che abbiano una sostanziale e importante funzione ricreativa (favorendo, magari, un certo rilassamento, un'armonia o espansività dello spirito), oppure giochino ruolo ulteriore, ad esempio promuovendo la salute o favorendo la carriera sportiva professionistica. Ma allineare palle di carta straccia in file ordinate normalmente non può avere senso (tranne che in qualche contesto speciale – forse mantiene sani di mente in un campo di prigionia). Ciò si collega a una seconda caratteristica: per essere significativa un'attività deve essere orientata al risultato, cioè diretta verso un obiettivo, o richiedere una certa concentrazione di energia o ritmo nella sua esecuzione. Lanciare freccette disordinatamente e senza alcun tentativo di tenere il punteggio o preoccuparsi della precisione, potrebbe non essere considerata un'attività significativa (di nuovo, in assenza di circostanze speciali).

Forse la caratteristica più saliente della significatività deriva dalla sua collocazione semantica originaria all'interno del dominio del linguaggio. La significatività è quello che potrebbe essere chiamato un concetto ermeneutico: affinché qualcosa abbia significato per un agente, quell'agente deve interpretarlo o costruirlo in un certo modo. Le parole di una cerimonia di matrimonio sono significative perché vengono interpretate dalle parti come uno scambio di promesse; l'esercizio in palestra è significativo perché, anziché essere un insieme di movimenti corporei senza scopo, è visto come un programma progettato per migliorare la forma cardiovascolare; dare un mazzo di fiori in mano a qualcuno è significativo perché è inteso come espressione di interesse romantico.

Estrapolando da questi esempi di discorso e azione intenzionali, possiamo trarre l'ulteriore conclusione che la significatività nell'azione implica un certo grado di autoconsapevolezza o trasparenza per l'agente: per potermi impegnare in un'attività significativa devo avere qualche comprensione di ciò che sto facendo e la mia interpretazione di esso deve riflettere i miei scopi che sono più o meno trasparenti per me. Questo è il motivo per cui qualcuno che è in preda a distorsioni o proiezioni psicologiche, e i cui obiettivi quindi non sono auto-trasparenti, rischia di erodere il proprio status di agente autonomo impegnato in attività significative. Le loro azioni – il lavaggio ossessivo di una tovaglia, per esempio – possono avere una risonanza più profonda a cui non si accede adeguatamente in quel momento, così che le razionalizzazioni consce dell'agente di ciò che sta facendo ("la biancheria della casa deve essere mantenuta pulita") non riescono palesemente a giustificare il riciclo infinito di un tessuto già immacolato. Solo quando l'analisi porta in superficie il vero significato della biancheria sporca (nel famoso esempio di Freud, il ricordo rimosso di un imbarazzo patito la prima notte di nozze) il soggetto è in grado di prendere coscienza delle proprie azioni e di riprendere il controllo della sua vita. L'introduzione di casi contorti di questo tipo non intende suggerire che tutte le nostre azioni debbano essere sottoposte a un minuzioso esame psicoanalitico prima di soddisfare la condizione di trasparenza che ci consente di essere sicuri che il modo in cui vediamo le nostre azioni corrisponda effettivamente al loro vero significato. Ma è nondimeno innegabile che le dinamiche dell'agire umano sono spesso estremamente complesse, e che c'è quindi qualcosa che non va nei resoconti semplicistici che ci assicurano blandamente che il significato di una vita può essere letto come una funzione diretta degli obiettivi che un agente dichiara consapevolmente di essersi prefissato di raggiungere o delle attività che ha consapevolmente scelto di perseguire.

Supponiamo, tuttavia, che un agente sia pienamente impegnato, in modo autocosciente, non distorto da manipolazioni esterne o proiezioni inconsce, in progetti sistematici che riflettono la sua scelta razionale come agente autonomo. È tutto ciò di cui abbiamo bisogno per definire significativa la sua vita? Potrebbe essere così; ma sorge immediatamente il problema che, in base a ciò, non potremmo evitare di definire significativa la vita di un torturatore devoto, che lavora assiduamente al servizio di un regime corrotto. Certo, alcuni di coloro che hanno riflettuto su questo tipo di casi non hanno avuto difficoltà a ingoiare il rospo:

« That immoral lives may be meaningful is shown by the countless dedicated Nazi and Communist mass murderers . . . and by people whose rage, resentment, greed, ambition, selfishness and sense of superiority or inferiority give meaning to their lives and lead them to inflict grievous unjustified harm on others. Such people may be successfully engaged in their projects, derive great satisfaction from them, and find their lives . . . very meaningful. »
(J. Kekes, The Meaning of Life, 2000)

Potrebbero forse "trovare" significativa la loro vita, ma tali vite sono davvero significative? Non sarebbe certamente un uso molto naturale del nostro linguaggio conferire l'epiteto "significativa" alla vita del torturatore arrabbiato, risentito, avido, ambizioso ed egoista. Ma forse questo è solo un comodo pregiudizio campanilistico: "io e i miei compagni" eviteremmo di definire significativa una vita del genere, ma potrebbe trattarsi di semplice schizzinosità, oppure di un'infatuazione irrazionale derivante da una visione religiosa del mondo antiquata – un desiderio sentimentale che solo le brave persone possono trovare un vero significato nella propria vita. Può una vita radicalmente immorale essere davvero significativa?

  Per approfondire, vedi Filosofia del Cosmo, Emozione e immaginazione, Il significato della vita, Interpretazione della realtà, Emozioni e percezioni, Ragionamento sull'assurdo, Bellezza naturale e Noia e attività solitarie.