Il buddhismo mahāyāna/Sūtra "mahāyāna"/''Prajñāpāramitāsūtra''
Mario Piantelli[1] riporta l'opinione di numerosi studioso per cui l'Āryaprajñāpāramitāratnaguṇasañcayagāthā (Strofe del cumulo di pregi [che sono] le gemme della Nobile Perfezione della Conoscenza) giunta a noi in sanscrito ibrido, raccolta nel Canone tibetano e risalente al I secolo a.C., sarebbe il testo più antico di questa letteratura ad oggi disponibile.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ed/Brooklyn_Museum_-_Three_Illustrated_Palm_leaves_from_a_Prajnaparamita.jpg/220px-Brooklyn_Museum_-_Three_Illustrated_Palm_leaves_from_a_Prajnaparamita.jpg)
Da questo primo testo originerebbe il successivo Aṣṭasāhasrikāprajñāpāramitā (Sutra della Perfezione della Conoscenza in ottomila versi) giunto fino a noi in alcune versioni sanscrite e cinesi. In cinese la prima traduzione di questo sūtra è in dieci fascicoli e risale al 172 d.C. per opera di Lokakṣema con il titolo 道行般若經 (Dàoxíngbōrějīng conservato nel Canone cinese al T.D. 179)[2]. Di poco successivo il Pañcaviṃśatisāhasrikāprajñāpāramitāsūtra (Sutra perfezione della saggezza in venticinquemila versi) tradotto nella lingua cinese nel 286 da Dharmarakṣa con il titolo 光讚般若波羅蜜經 (Guāngzànbōrěbōluómìjīng e conservato al T.D. 222).
A seguire gli altri Prajñāpāramitāsūtra, tra i quali ricordiamo:
- Il Śatasāhasrikāprajñā-pāramitāsūtra (Sutra della perfezione della saggezza in centomila stanze).
- L'Aṣṭādaśa-sāhasrikā-prajñā-pāramitāsūtra (Sutra della perfezione della saggezza in diciottomila stanze).
- Il Daśa-sāhasrikā-prajñā-pāramitāsūtra (Sutra della perfezione della saggezza in diecimila stanze).
- Il Prajñāpāramitā ratnaguṇasaṃcayagāthā (Sutra condensato della perfezione della saggezza).
- Il Saptaśatika- prajñā-pāramitāsūtra (Sutra della perfezione di saggezza in settecento righe).
- Il Pañcaśatika- prajñā-pāramitāsūtra (Sutra della perfezione di saggezza in cinquecento righe).
- Il Prajnaparamita- arasadhika- sutra (Sutra della perfezione di saggezza in cinquanta righe).
- Il Prajñāpāramitā-naya-śatapañcaśatikā (Sutra della perfezione di saggezza in centocinquanta metodi).
- Il Pañcaviṃśatika- prajñāpāramitā-mukha (Venticinque porte della perfezione della saggezza).
- Lo Svalpākṣara-prajñāparamitā (La perfezione della saggezza in poche parole).
- L'Eka ksarimatanama sarva-tathāgata prajñāpāramitā (La perfezione della saggezza in una lettera madre dei Tathagata).
- Il Kauśika prajñāpāramitā (La perfezione della saggezza per Kausika).
- Il Suvikrāntavikrāmi-paripṛcchā-prajñāpāramitā-sūtra (Le domande di Suvrikantavikramin).
- Il Vajracchedika prajñāpāramitā sūtra (Il Sutra del Diamante che recide).
- Il Prajñāpāramitā Hṛdaya sūtra (Il Sutra del Cuore della perfezione di saggezza).
L'autore o gli autori dei primi Prajñāpāramitā sūtra sono, a detta di Paul Williams[3], dei dharmabhāṇaka (predicatori del Dharma) piuttosto che degli esegeti. Essi ripetono costantemente, in questa letteratura religiosa, tre precisi messaggi:
- La perfezione (pāramitā) più elevata è la prajña (saggezza o conoscenza non mondana);
- Il contenuto della prajña è la vacuità (śūnyatā);
- Il contesto realizzativo di tutto ciò è il sentiero del Bodhisattva (Bodhisattvayāna) ovvero quello intrapreso dal praticante buddhista che non mira alla salvezza personale raggiungendo lo stato di arhat, bensì alla salvezza di tutti gli esseri senzienti e quindi alla stessa buddhità.
Note
modifica- ↑ Mario Piantelli. Op.cit pag.109
- ↑ Edward Conze (in The Development of Prajnaparamita Thought, rist. in E. Conze Thirty Years of Buddhist Studies Oxford, Cassirer, 1967 pagg. 123-47) sostiene che i primi due capitoli dello Āryaprajñāpāramitāratnaguṇasañcayagāthā rappresentino l'origine dei capitoli 3-28 dell'Aṣṭasāhasrikāprajñāpāramitā.
- ↑ Paul Williams. Op.cit., pag. 126