Il buddhismo mahāyāna/Origine del termine "mahāyāna"
Il termine "mahāyāna" (Grande Veicolo) è comunque piuttosto tardo, probabilmente successivo alla stesura dei Prajñāpāramitā sūtra e alle prime stesure del Sutra del Loto. Forse persino successivo alla nascita della scuola Madhyamaka fondata da Nāgārjuna nel II secolo d.C. Le sue origini non sono certe.
La prima menzione di questo termine sembrerebbe apparire in una edizione del Sutra del Loto, ma il filologo Seishi Karashima[1] ritiene che il termine mahāyāna lì utilizzato sia una errata resa in sanscrito del termine gāndhārī mahājāna a sua volta resa del sanscrito mahājñāna ("grande conoscenza"). Quando il termine in lingua gāndhārī fu riportato in sanscrito, per errore o forse perché condizionati dalla dottrina degli yāna (veicoli) presentata nella "parabola della casa in fiamme" inserita nel III capitolo del Sutra del Loto, fu reso come mahāyāna.
Tuttavia l'origine di questo termine resta controversa ed esso non compare nelle iscrizioni indiane prima del V-VI secolo d.C.[2].
È probabile invece che gruppi di monaci buddhisti che avevano accolto la canonicità degli insegnamenti dei Prajñāpāramitāsūtra e che convivevano nei monasteri insieme ad altri monaci che ne rifiutavano invece la canonicità, abbiano incominciato, dopo il II secolo d.C.[3], a denominarsi come seguaci del "Mahāyāna" ("Grande veicolo") indicando gli altri come seguaci dello Śrāvakayāna ("Veicolo degli ascoltatori della voce", ovvero di coloro che fondavano la propria dottrina sulla comprensione delle "Quattro nobili verità") e, successivamente, Hinayāna ("Piccolo veicolo").
Note
modifica- ↑ Seishi Karashima. Some Features of the Language of the Saddharma-puṇḍarīka-sūtra, Indo-Iranian Journal 44: 207-230, 2001.
- ↑ Gregory Schopen. Mahāyāna in Encyclopedia of Buddhism. NY, MacMillan, 2004, pag.492
- ↑ Nel II secolo d.C. È accertata la presenza in Cina del monaco mahāyāna, di origini Kushan, Lokakṣema, traduttore di questa letteratura dal sanscrito al cinese. È accertato tuttavia, al riguardo cfr. Gregory Schopen Op.cit. pag. 492, che la letteratura mahāyāna tradotta da Lokakṣema sia a lui precedente di uno o più secoli.