Gli dèi della Grecia/Chaos
Chaos (Χάος) è l'entità primigenia, venuta ad essere, indicata nella Teogonia di Esiodo:
Considerando che il termine greco antico "Chaos" non possiede in alcun modo l'attuale connotazione di "disordine" che si riscontra nella parola d'uso comune "caos" [1], esso viene reso come "Spazio beante", "Spazio aperto"[2], "Voragine"[3] dove indica, nella sua etimologia, la "fenditura".
Esiodo lo descrive come eghèneto, non il principio quindi, ma ciò che da questo per primo appare:
Il Chaos risulta quindi essere nella mitologia e nella cosmogonia degli antichi greci, lo stato primordiale di "vuoto", il buio, anteriore alla generazione del cosmo, da cui emersero gli dèi e gli uomini.
Da precisare che "Chaos" non va semplicemente inteso solo con il "Vuoto". Graziano Arrighetti ricorda che su questa nozione/divinità non si ha concordanza tra gli studiosi ma «si è in generale d'accordo che Χάος non è semplicemente il "vuoto", il "luogo" dove le entità vengono in essere e trovano collocazione»[4]; ma, da un'attenta disamina del termine, risulterebbe essere un'entità non solo spaziale ma anche materiale: «una sorta di nebulosità senza forma associata all'oscurità.» [5].
Lo scoliaste lo descrive come kenòn, lo spazio vuoto tra cielo e terra dopo che una possibile unità originaria fu spezzata:
Quello che Esiodo chiama "Chaos" non coincide quindi con quello che i filosofi a lui successivi indicarono come il principio eterno e divino di tutte le cose, l'arché[6], ma solo che venne ad essere prima delle altre cose.
Da notare che nella teogonia orfica riportata da Eudemo da Rodi[7] e dal Papiro di Derveni[8] in principio è la Notte (Nyx) e non Chaos. Mentre nella teogonia di ispirazione orfica riportata da Aristofane in Gli uccelli[9] Chaos è all'origine unitamente a Erebo, Notte e Tartaro.
Così Filodemo di Gadara in Sulla pietà riassume, ad esempio, alcune differenti antiche dottrine teogoniche:
Per Anassagora[10] come per Platone[11] il "caos" è il luogo della materia informe e rozza a cui attinge un principio superiore, la "Mente" per Anassagora e il Demiurgo per Platone, per la formazione del mondo ordinato: il cosmo[12].
Note
modifica- ↑ Cfr. Cesare Cassanmagnago p.927 nota 23.
- ↑ La resa in "Spazio beante", "Spazio aperto" è di Herbert Jennings Rose «il nome significa chiaramente "spazio vuoto, beante"» (Cfr. p.375 dell' Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995). Così rende anche Cesare Cassanmagnago.
- ↑ Questo termine preferito ad esempio da Vernant (cfr. Jean-Pierre Vernant, L'universo, gli dei e gli uomini. Torino, Einaudi, 2001), verte sull'analisi etimologica che lo fa derivare dalla radice *cha, radice che richiama il verbo cháino/chásko, "aprire la bocca", quindi qualcosa che si "spalanca" (cfr. Maria Michela Sassi, Gli inizi della filosofia: in Grecia, Torino, Boringhieri, 2009, p.71).
- ↑ In Esiodo Opere: 1998 Einaudi-Gallimard; 2007 Mondadori, p.325)
- ↑ Così Cesare Cassanmagnago, p.927 nota 23, richiamando Aude Wacziarg Le Chaos d' Hésiode Pallas, Revue d' Études Antiques 49 (2002): 131–152
- ↑ Cfr. Simplicio, Commento alla Fisica di Aristotele XXIV, 15 e CL, 23
- ↑ Cfr. fr. 150; DK I 6,14-18; Kern OF 58-61; Colli 4 [B 9]a.
- ↑ Cfr. 9 e sgg.
- ↑ Cfr. 693 e sgg.
- ↑ Frammenti dei Presocratici (Diels 59, B, 1-4).
- ↑ Platone, Timeo, 30a e sgg.
- ↑ Cfr. G. Bonafede. Caos in Enciclopedia filosofica vol.2. Milano, Bompiani, 2006, pp. 1617-8