Ascoltare l'anima/Capitolo 9: differenze tra le versioni
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[[File:Święto wiosny, choreografia Maurice Béjart, Polski Balet Narodowy, fot. Ewa Krasucka TW-ON.jpg|180px|thumb|Scena finale de ''[[w:La sagra della primavera|La sagra della primavera]]'' di [[w:Maurice Béjart|Béjart]] (2011)]]
'''2'''. L'emozione e la sua espressione nascono insieme. Nella mia teoria, come nell'antica Teoria dell'Espressione, è nell'articolazione dell'emozione che si identifica l'emozione stessa: un punto di vista specifico (basato su alcuni interessi o desideri specifici), che è rappresentato in una poesia o in un dipinto
'''3'''. Scrivere una poesia, dipingere un quadro e così via, non è solo questione di apprendere un'abilità, ma di creare una visione originale. In alcuni casi la visione è ciò che vediamo sulla tela o ciò che leggiamo nella poesia: la visione di Friedrich di un paesaggio spiritualizzato, o la visione di Keats di un mondo senza tempo di arte e bellezza. Sono visioni originali e sono espressioni di stati emotivi nuovi e unici. A volte la visione è la sequenza originale di toni o movimenti di danza, che articolano uno stato emotivo per analogia con tendenze all'azione e gesti vocali e altri gesti corporei. Ancora una volta, l'esatta sequenza dei movimenti di danza ci dà una visione del giovane amore (''Romeo e Giulietta''), o della disperazione di Giselle per il suo tradimento, o dell'estasi religiosa primitiva (''La sagra della primavera''). A nessuno può essere insegnato come esprimere le emozioni in questo modo: è una questione di tentativi ed errori e di riconoscere quando si è raggiunta con successo un'espressione.
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