Ascoltare l'anima/Capitolo 12: differenze tra le versioni

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=== Ascoltare con immaginazione ===
[[:en:w:Kendall Walton|Kendall Walton]] è d'accordo con Ridley sul fatto che la musica a volte evochi sentimenti negli ascoltatori, ma pensa che in genere ci inviti anche ad esercitare le nostre capacità immaginative piuttosto che farci provare emozioni reali. Quindi, ad esempio, una canzone come "Immer leiser" crea un "mondo" in cui una protagonista esprime la sua angoscia e desidera ardentemente il suo amato. Per Walton questo significa che nell'ascoltare la canzone dobbiamo ''immaginare'' la protagonista che esprime angoscia e desiderio per l'amato. Potrei anche reagire emotivamente: dal punto di vista di Walton è probabile che io abbia una risposta empatica alla protagonista di "Immer leiser", sentendomi (nell'immaginazione) con lei nella sua angoscia e desiderio.
 
Ma non è solo per quanto riguarda la canzone che immaginiamo di provare qualcosa in risposta alla musica. La pura musica strumentale, se è ''espressiva'', può indurci "to imagine feeling or experiencing exuberance or tension ourselves—or relaxation or determination or confidence or anguish or wistfulness".<ref>Kendall Walton, "Listening with Imagination", in Jenefer Robinson (cur.), ''Music and Meaning'' (Ithaca, NY: Cornell University Press, 1997), 73.</ref> Inoltre, Walton spiega la peculiare intimità che secondo lui proviamo con il musica così vissuta suggerendo che "anguished or agitated or exuberant music can not only induce one to imagine feeling anguished or agitated or exuberant, but can also induce one to imagine of one's auditory experience that it is an experience of anguish or agitation or exuberance".<ref>''Ibid.''</ref> In "Immer leiser" c'è un "work‐world", che esiste indipendentemente da chi capita di ascoltarlo, in cui è "fictionally true" che c'è una protagonista che esorta il suo amante a tornare. La pura musica strumentale non ha un "work‐ world" in questo senso. Per come la vede Walton, quando immagino che le mie esperienze uditive siano in realtà esperienze di emozioni, le mie immaginazioni sono dovute esclusivamente alle mie interazioni personali con la musica: "it is as though I am inside the music, or it is inside me".<ref>''Ibid.'' 71. Per Walton la musica stessa non genera la "fictional truth" che mi sento angosciato, o agitato o esuberante; mi fornisce semplicemente le esperienze uditive personali che generano questa verità immaginaria. Nel Capitolo 13 fornisco una spiegazione alternativa e, credo, più plausibile per questo fenomeno.</ref>
 
Walton difende il suo punto di vista secondo cui immaginiamo le nostre esperienze uditive della musica come fossero esperienze di "angoscia o agitazione o esuberanza" sottolineando analogie tra sentimento e udito — ad esempio, che pensiamo ai suoni come "independent entities separate from their sources",<ref>''Ibid.'' 77.</ref> come venissero su di noi e permeassero la nostra coscienza, crescenti e decrescenti, intensificandosi e diminuendo, e così via.<ref>''Ibid.'' 78. </ref> Ma questo non è un gran ragionamento. Come ho detto prima, ci sono infinite analogie tra i suoni musicali e altri fenomeni (tempo, paesaggi e così via) e le analogie da sole non possono fondare una teoria su ciò di cui le nostre esperienze musicali sono esperienze.<ref>Cfr. Capitolo 11 (note), su Beardsley e la musica come un "iconic sign" di emozione.</ref> Sospetto che sia solo perché la musica ''in realtà'' suscita emozioni che Walton è portato a supporre che susciti emozioni anche nell'immaginazione. Come vedremo in dettaglio più avanti, la musica è in grado di evocare direttamente molte delle emozioni che Walton pensa di poter solo immaginare di provare.
 
Suppongo che la musica impetuosa possa indurmi a ''immaginare'' di sentirmi impetuoso, ma a parità di altre condizioni, la musica impetuosa non induce immaginazioni impetuose; mi fa solo sentire impetuoso. Né in genere immagino la mia esperienza uditiva di musica impetuosa che sia un'esperienza di sentirsi impetuosi. Al contrario: i sentimenti che provo sono semplicemente sentimenti di impetuosità. Allo stesso modo, la musica esuberante tende a farci sentire esuberanti e la musica agitata tende a farci sentire agitati. La musica ansiosa, instabile e nervosa ci rende ansiosi, turbati e nervosi. La musica calma ci calma. La musica triste ci rattrista. La musica felice ci rallegra. Questi sono tutti stati emotivi che la musica può indurre in modo abbastanza diretto senza l'intervento dell'immaginazione. Non abbiamo bisogno di invocare l'immaginazione per spiegare come la musica produca queste reazioni emotive negli ascoltatori. Vedremo molte prove di ciò alla fine di questo Capitolo e nel Capitolo 13.<ref>Nel Capitolo 13 discuto anche di come la musica induca emozioni più complesse come l'angoscia.</ref> E se è disponibile una spiegazione più semplice dei fenomeni, dovremmo probabilmente adottarla.
 
=== Sconcerto, sorpresa e sollievo ===