Ascoltare l'anima/Capitolo 9: differenze tra le versioni

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Similmente, molti dipinti rappresentano l'espressione dell'emozione nel senso che raffigurano persone nell'atto di esprimere le proprie emozioni. Nella pittura, ovviamente, i personaggi non esprimono le loro emozioni verbalmente ma attraverso le loro espressioni facciali, comportamenti e azioni o tendenze all'azione. Nella più espressiva di tali opere, il modo stesso in cui l'artista descrive queste cose aiuta ad articolare le emozioni espresse dai "personaggi" nel dipinto, come quando pennellate violente e colori sgargianti aiutano a trasmettere le emozioni violente dei personaggi. E allo stesso tempo, il modo in cui il pittore dipinge i personaggi esprime anche qualcosa del suo atteggiamento nei loro confronti (o quello della sua ''persona'' artistica).
 
{{Doppia immagine verticale|right|Jackson Pollock.jpg|Jackson Pollock Signature.svg|235|[[w:Jackson Pollock|Jackson Pollock]] nel 1928|Firma di Pollock}}
L'[[w:action painting|action painting]] fa un ulteriore passo avanti. Anche quando nessun personaggio è raffigurato, come nei dipinti astratti a goccia di [[w:Jackson Pollock|Jackson Pollock]], sono le stesse azioni con cui sono realizzati i dipinti che esprimono le emozioni dell'artista (o della sua ''persona''). Come ha sottolineato [[:en:w:Kendall Walton|Kendall Walton]], i dipinti hanno l'aspetto di essere stati prodotti in virtù di queste azioni.<ref>Kendall Walton, "Style and the Products and Processes of Art", in Berel Lang (cur.), ''The Concept of Style'' (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 1979).</ref>
 
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Parte della tesi di Collingwood è che l'artista, nell'esprimere le proprie emozioni in un'opera d'arte, non sta solo riflettendo e raccontandole, ma sta anche cercando di convincere il resto di noi a capire cosa viene espresso facendoci provare quelle emozioni e facendoci riflettere su di loro. L'idea è che una poesia, un dipinto o una canzone possono aiutarci a cogliere un particolare stato emotivo facendoci "ricreare" nell'immaginazione com'è stare in quello stato, mettendoci effettivamente in quello stato, o almeno incoraggiandoci ''immaginare'' di essere in quello stato e poi ''rifletterci'' su.<ref>Come prima, preferirei non parlare dell'immaginare di provare un'emozione; se il processo funziona come prevede Collingwood, il lettore che reagisce proverà emozioni autentiche. In ogni caso, ovviamente, è necessaria una sorta di risposta corporea se l'esperienza è veramente emotiva. Le prove citate alla nota successiva conferma la mia impressione che non abbiamo bisogno del concetto di "immaginazione" per aiutarci a capire le nostre reazioni emotive alle opere d'arte.</ref> Un'opera d'arte può metterci in questo stato sia mostrandoci il mondo dal punto di vista dell'emozione, sia inducendo in noi i cambiamenti corporei caratteristici di quella emozione. È interessante notare che quando un'opera d'arte ci mostra una persona in preda a un'emozione, che appare e si comporta di conseguenza, ciò induce in noi i cambiamenti corporei caratteristici delle emozioni che vediamo (o udiamo) espresse.<ref>Nuovi affascinanti risultati in [[w:neurofisiologia|neurofisiologia]] hanno dimostrato che i [[w:neuroni specchio|neuroni specchio]] rispondono praticamente allo stesso modo quando vediamo un'espressione facciale di emozione (ad esempio, disgusto) e quando facciamo noi stessi quell'espressione facciale. Parimenti, i neuroni specchio rispondono praticamente allo stesso modo quando sentiamo la nostra gamba toccata con uno stecco e quando osserviamo qualcun altro che si tocca la gamba con uno stecco. Non sorprende quindi che rispondiamo alle immagini di persone che esprimono emozioni e alle esibizioni di danza in cui le persone esprimono le proprie emozioni, provando le stesse emozioni che vengono espresse. Inoltre, quando osserviamo, prevediamo o ascoltiamo le conseguenze di un'azione, il sistema motorio si attiva come se stessimo eseguendo l'azione. Interventi di Vittorio Gallese e Ralph Adophs a una sessione su "The Social Brain" alla American Philosophical Association Central Division, Chicago 2004.</ref>
 
Se le persone si impegnano emotivamente con una poesia, un dipinto o una canzone che esprime l'emozione di un personaggio e/o esprime l'emozione della ''persona'' artistica nell'opera,<ref>Come abbiamo visto nei Capitoli 4–5, le emozioni che provo per un personaggio possono rispecchiare quelle del personaggio o le diverse emozioni dell'autore (implicito) che sta lui stesso rispondendo emotivamente al personaggio, o entrambi.</ref> allora per un po' avranno gli stessi desideri o obiettivi, proveranno i cambiamenti corporei appropriati e penseranno pensieri appropriati. E per questo motivo, in una certa misura, si ''sentiranno'' anche come pensano che si senta la ''persona'' in quello stato emotivo. Allo stesso tempo, però, saranno anche portati a concentrarsi e cercare di capire cosa stanno provando (e perché) in un modo riflessivo che è raro nella vita ordinaria. In questo senso, l'espressione è davvero un processo cognitivo: ci insegna le emozioni espresse e poiché noi stessi sperimentiamo quelle emozioni, conosciamo così noi stessi (γνῶθι σαυτόν, ''gnōthi sautón'' = [[w:conosci te stesso|conosci te stesso]]).<ref>Ciò che particolari persone provano mentre leggono una poesia, guardano un dipinto o ascoltano musica, dipenderà da come interpretano la poesia, il dipinto o la musica e da come questo li influenza emotivamente. Non possiamo sperare di rispecchiare esattamente ciò che Keats o Beethoven avevano in mente quando "espressero un'emozione" nel loro lavoro, ma entro i limiti delle nostre convinzioni e dei nostri sistemi di valori, dei nostri desideri e obiettivi, dei nostri modi di vedere le cose, possiamo in una certa misura approssimare ciò che i grandi artisti romantici del passato probabilmente volevano che provassimo sperimentando le loro opere. E ovviamente dobbiamo capire il più possibile del contesto in cui hanno lavorato, comprese le convenzioni artistiche che hanno osservato.</ref>
 
L'articolazione e la delucidazione di un'emozione nell'arte non è una situazione "tutto o niente". Alcune opere d'arte articolano un'emozione in una certa misura, ma non in modo particolarmente vivido. Un'emozione può essere "individuata" più o meno con successo. Gli esempi su cui mi concentrerò, tuttavia, sono per lo più paradigmi di espressione artistica. Darò una breve occhiata alla poesia, alla pittura, alla scultura, all'architettura e alla danza e cercherò di abbozzare come ogni mezzo permetta e incoraggi l'espressione delle emozioni a modo suo. Discuterò canzone e musica strumentale nei Capitoli 10 e 11. Si noti che non sto cercando di spiegare cosa rende queste opere ''opere d'arte'', bensì cosa le rende ''espressioni'', condizione ben diversa.
 
=== Esprimere emozioni in poesia ===
Uno dei modi in cui le opere letterarie possono esprimere emozioni è articolare attentamente il punto di vista che caratterizza l'emozione in questione. Come ha osservato Collingwood, la poesia e altre opere letterarie sono particolarmente atte ad articolare e chiarire un punto di vista emotivo.<ref>Questo punto è stato eloquentemente difeso in John Benson, "Emotion and Expression", ''Philosophical Review'' 76 (1967).</ref> La poesia lirica, in particolare, sembra esprimere le emozioni del narratore drammatico del poema.<ref> La poesia epica, anzi la poesia narrativa in generale, può esprimere le emozioni e gli atteggiamenti dell'autore (implicito) del poema o del narratore o dei vari personaggi. Sotto questo aspetto la poesia epica è come altre forme narrative, vedi per es. il romanzo.</ref> Invece di limitarsi a descrivere il suo senso di timore reverenziale nei confronti del canto dell'[[w:Alauda arvensis|allodola]] e la malinconia che nessun essere umano sia capace di un canto così puro ed esaltante, dicendo "I am in awe of the uplifting song of the skylark, and I sure wish human beings could express such pure unadulterated joy", il poeta [[w: Percy Bysshe Shelley|Shelley]] ''articola'' questo senso di malinconia e stupore con immagini, ritmi e rime precisi.
<blockquote>...We look before and after,
 
And pine for what is not:
 
Our sincerest laughter
 
With some pain is fraught;
 
Our sweetest songs are those that tell of saddest thought.
 
<br/>
Yet if we could scorn
 
Hate, and pride, and fear;
 
If we were things born
 
Not to shed a tear,
 
I know not how thy joy we ever should come near.
(from ''[[:en:w:To a Skylark|To a Skylark]]'')</blockquote>
 
Questi versi caratterizzano i pensieri del poeta o dell'enunciatore poetico sull'allodola (e probabilmente, sulla "canzone" o sulla poesia in generale) in termini di interessi, valori e desideri (apparenti). Il poeta dice di trovare questo mondo pieno di difficoltà e dolore, mentre vede l'allodola che prova una gioia di cui le persone sono incapaci. Abbiamo un'idea sia dei desideri e dei valori del poeta, sia di come quei desideri e valori influenzino le sue valutazioni cognitive sull'allodola e sul mondo umano. Una volta che la poesia è finita, l'emozione espressa è stata "brought to consciousness". Sia Shelley che il lettore possono ora, per così dire, riguardare il processo emotivo descritto dall'enunciatore poetico mentre le sue idee e sentimenti si sviluppano tramite la poesia, e possiamo quindi cogliere esattamente quale emozione veniva articolata.
 
Nell'articolare la sua emozione, il declamatore poetico trasmette anche nel movimento del verso e nel ritmo dei frasi come i pensieri che esprime lo influenzano fisicamente. La poesia ha un "tone of voice" che rafforza i pensieri, le speranze, i desideri, ecc. La prima riga "Hail to thee, blithe Spirit!", non solo articola un saluto, ma suona come un saluto. Il verso "Our sweetest songs are those that tell of saddest thoughts" deve la sua malinconia non solo al pensiero espresso ma anche alla lunghezza del verso (rispetto ai precedenti versi della strofa) che gli conferiscono peso e serietà.<ref>Per il testo completo della poesia, si veda ''[[:en:s:The Complete Poetical Works of Percy Bysshe Shelley (ed. Hutchinson, 1914)/To a Skylark|To a Skylark]]'' su Wikisource.</ref>
 
 
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[[Categoria:Ascoltare l'anima|Capitolo 9]]