Ascoltare l'anima/Capitolo 9: differenze tra le versioni

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==== Come si ottiene l'espressione ====
Jerold Levinson ha sottolineato che due questioni diverse spesso si invischiano nelle discussioni sull'espressione nelle arti. Da un lato c'è la domanda "Cos'è l'espressione?" e dall'altro c'è la domanda "In che modo le opere d'arte raggiungono l'espressione?" o "Quali sono i motivi/le basi dell'espressione artistica?"<ref>Ad esempio, nella sua discussione sulle opinioni di Peter Kivy riguardo all'espressione musicale in Levinson, ''The Pleasures of Aesthetics'', 106.</ref> Ho ora completato il mio tentativo di affermare cosa ''sia'' l'espressione artistica in tutto il suo senso romantico. A mio avviso, si tratta principalmente di un'attività intenzionale da parte di ''artisti'', sebbene il concetto sia anche usato in modo derivato ad indicare ''opere'' che potrebbero o meno essere state create intenzionalmente per esprimere emozioni. Ma questa analisi lascia ancora senza risposta la domanda su ''come'' si raggiunga l'espressione artistica, e in particolare su come le emozioni vengano "elucidate" e "individuate" nelle opere d'arte. Quello che voglio suggerire è che questa domanda può trovare una risposta migliore se consultiamo la teoria dell'emozione che ho delineato nei primi tre Capitoli di questo wikilibro.
 
Ho sostenuto che "un'emozione" non è uno stato o una disposizione ma un ''processo'', un processo interattivo o una transazione tra una persona e un ambiente (che spesso è un'altra persona). Il processo viene in genere attivato quando la mia attenzione è attratta da qualsiasi cosa nell'ambiente sia importante per i miei desideri, obiettivi, interessi e così via. Una risposta emotiva è una risposta corporea ''causata'' da una valutazione affettiva automatica e che si verifica come parte di una sequenza modellata di eventi, il ''processo'' emotivo. Una valutazione affettiva "valuta" l'ambiente in termini di come sono in gioco i miei desideri, obiettivi o interessi: se sto affrontando una minaccia, un torto, una perdita, qualcosa di strano e insolito, qualcosa di particolarmente buono o altro.
 
Man mano che il processo si svolge, la valutazione affettiva o emotiva iniziale – '''Questo è strano''', o '''Questo mi piace''', o '''Questo è minaccioso''' – lascia il posto a valutazioni cognitive e rivalutazioni della situazione. Nella paura o nella rabbia posso valutare la mia capacità di controllare o affrontare la situazione. Con sorpresa, potrei esaminare l'ambiente alla ricerca di indizi su ciò che sta accadendo. E così via. Allo stesso tempo, la valutazione affettiva o emotiva iniziale produce in me certe risposte fisiologiche e motorie, comprese le espressioni facciali e gestuali, che comunicano agli altri e forse a me stesso come ho valutato l'ambiente, se come strano e minaccioso, o come offensivo, come gradevole, o altro. La persona arrabbiata aggrotta le sopracciglia, si irrigidisce e si prepara fisicamente all'attacco; il timoroso trema, si blocca e poi forse si prepara alla fuga; la persona gioiosa sorride, si rilassa e forse saltella o balza di gioia. Inoltre, c'è sempre un feedback di vario genere da ciascuna parte del processo emotivo alle altre. Alla fine il processo emotivo si concluderà o si regolerà in uno stato diverso.
 
Quando il processo sarà finito, potrei etichettarlo con uno dei termini ''pop''-psicologici per le emozioni nella mia lingua: dico che ero "arrabbiato", "triste", "contento" o altro. In altre parole, riassumo il processo emotivo con una parola. Come dice Phoebe Ellsworth, "I catalogue the emotion in recollection", usando le risorse della mia lingua e cultura.<ref>Si veda il Cap. 3.</ref> Ellsworth suggerisce, tuttavia, che particolari stati emotivi nominabili possono essere relativamente rari, che la nostra vita emotiva si svolge in "streams" che cambiano continuamente in risposta a valutazioni in continua evoluzione, azioni e tendenze all'azione in continua evoluzione, stati corporei in continua evoluzione. Come notò William James, i nostri processi emotivi sono in costante flusso: possiamo cambiare abbastanza rapidamente da paurosi ad allegri, da ansiosi ad arrabbiati. Da questo punto di vista particolari stati emotivi nominabili sono tipicamente riconosciuti solo dopo l'evento "when the emotion has been catalogued in recollection". Quindi è solo dopo l'evento che noi (o i nostri amici) descriviamo una situazione come quella in cui ero triste o arrabbiato, vergognoso o colpevole, dispiaciuto o annoiato. È usando parole emotive ordinarie come queste che cerchiamo di dare un senso alle nostre esperienze emotive in termini pop-psicologici.
 
=== Esprimere emozioni in poesia ===