Ascoltare l'anima/Capitolo 6: differenze tra le versioni

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=== Lettori reali e impliciti ===
[[File:Henry James, Edith Wharton and Howard Sturgis on the veranda at The Mount.jpg|235px|thumb|[[w:Henry James|Henry James]], [[w:Edith Wharton|Edith Wharton]] e [[:en:w:Howard Sturgis|Howard Sturgis]] sulla veranda della villa ''[[:en:w:The Mount (Lenox, Massachusetts)|The Mount]]'' (ca.1920)]]
Se il lettore impara lezioni emotive dal suo incontro con ''The Reef'', allora presumibilmente la sua insegnante è la scrittrice, Edith Wharton. Ho scritto tutto questo come se le mie risposte emotive al romanzo fossero proprio come le mie risposte emotive a una fetta di vita, e in un certo senso questo è giusto. Una narrazione su Anna Leath può evocare emozioni proprio come una narrativa su una vera donna con problemi simili. Ma un romanzo è anche un'opera d'arte realizzata con cura. Se si può davvero dire che imparo emotivamente da un romanzo, è solo perché Wharton ne ha fornito le lezioni. Potrebbe sembrare, quindi, che se devo imparare le lezioni emotive fornite da un romanzo, devo rispondere emotivamente nel modo inteso dall'autore. Se sghignazzo per tutta la scena culminante in cui Anna viene a sapere dell'infedeltà di Darrow, allora, anche se in effetti sto rispondendo emotivamente, non sto rispondendo con le emozioni giuste o appropriate.
 
Se devo imparare ciò che insegna Wharton, allora presumibilmente dovrò reagire come vuole lei. È Wharton, dopo tutto, che dirige la nostra attenzione e che ci porta a concentrarci su alcuni aspetti dei personaggi e delle situazioni che descrive rendendo quegli aspetti per noi ''salienti''. È Wharton che ci sorprende con l'apparizione di Sophy a Givré, ci rattrista per il modo in cui descrive la sofferenza di Anna e ci compiace facendo provare rimorso a Darrow per la sua condotta. Wharton focalizza la nostra attenzione in modi molto specifici e, a volte, la sua storia evoca risposte fisiologiche per rafforzare la nostra attenzione, come quando sussultiamo con sorpresa per l'apparizione inaspettata di Sophy Viner a Givré, o quando i nostri cuori iniziano a battere mentre Anna si avvicina alla scoperta della verità. Wharton riesce a evocare queste risposte emotive facendo appello ai nostri desideri, valori e interessi, presentando i suoi personaggi e le sue situazioni da punti di vista particolari e incoraggiandoci ad avere pensieri particolari su di essi.<ref>Tuttavia, sebbene la Wharton ci porti a pensare o concepire i suoi personaggi e le sue situazioni in determinati modi, a concentrare l'attenzione su di essi così concepiti e ad avere determinati desideri rispetto a loro, non dobbiamo formare convinzioni su di loro per avere tali pensieri, concezioni e desideri. Naturalmente, se pensiamo ai personaggi in modo appropriato, è probabile che arriveremo alle convinzioni corrispondenti entro la fine del romanzo.</ref>
 
Quando leggo ''The Reef'', rispondo emotivamente ai pensieri e alle immagini che provoca e, riflettendo, faccio inferenze su quanto siano appropriate le mie reazioni e se Wharton intendeva che rispondessi emotivamente nel modo in cui lo faccio. Ma sebbene sia importante sapere cosa probabilmente intendeva l'autore, non è così semplice come alcune persone hanno pensato per capire di cosa si tratta. Nel valutare l'adeguatezza delle mie reazioni, sto implicitamente interpretando l'autore come un certo tipo di persona. Sto rispondendo emotivamente all'autore ''come tale autore mi sembra'': in altre parole, sto rispondendo all'autrice implicita "Edith Wharton". Un lettore diverso risponderà emotivamente a un'autrice implicita leggermente diversa.
 
La mia opinione sull'inizio del libro, ad esempio, è che "Wharton" ci mostra la situazione come appare a Darrow, così che siamo incoraggiati a provare compassione per la sua delusione d'essere stato respinto da Anna. Allo stesso tempo, sono leggermente divertito da quanto bruscamente senta questo colpo alla sua autostima. Wharton mi fa sentire in questo modo mostrando la situazione principalmente dal punto di vista di Darrow ma allo stesso tempo iniettando un punto di vista tutto suo.<ref>Non voglio continuare a mettere il nome della Wharton tra virgolette, ma notate che quando discuto di ciò che Wharton descrive nel romanzo e di come tratta il suo soggetto, mi riferisco davvero all'autore come sembra essere, cioè all'autore implicito.</ref> Ad esempio, fa pensare a Darrow: "‘Please don't come till thirtieth.’ The thirtieth—and it was now the fifteenth! She flung back the fortnight on his hands as if he had been an idler indifferent to dates, instead of an active young diplomatist who, to respond to her call, had had to hew his way through a very jungle of engagements!"<ref>Wharton, ''The Reef'', 10. La tecnica è nota come "free indirect discourse".</ref> A mio parere, l'autore sta prendendo un po' in giro Darrow e vuole che anche noi ci sentiamo leggermente divertiti.
 
Similmente, durante l'educazione emotiva di Darrow a Givré, Wharton ci mostra la situazione dal punto di vista di Darrow nel tentativo di garantire che non perdiamo mai del tutto la simpatia per lui anche se apprendiamo dei suoi difetti. Wharton sembra volere che Darrow sposi Anna, quindi è attenta a concentrare la nostra attenzione sulla vergogna, sul rimorso e sul tormento interiore di Darrow, piuttosto che sul modo squallido in cui ha trattato e continua a trattare Sophy. Ancora una volta, l'autore cerca di convincere il lettore a provare simpatia per Anna in parte mostrandoci gli eventi che si stanno svolgendo dal punto di vista di Anna; ci preoccupiamo per lei perché siamo stati persuasi ad avere a cuore i suoi interessi. Wharton cerca di convincere il lettore a prendersi cura di Anna, in modo che desideriamo sia felice con Darrow e sia in grado di perdonarlo.
 
Sono consapevole del modo in cui Wharton vuole che reagiamo principalmente a causa del modo in cui descrive i suoi personaggi, in particolare il modo in cui descrive le loro vite interiori. Quando Darrow sta cercando di spiegare la relazione, ad esempio, Wharton lo fa sedere "with a groan" e riconosce che "‘It seemed such a slight thing—all on the surface—and I've gone aground on it because it ''was'' on the surface. I see the horror of it just as you do. But I see, a little more clearly, the extent and the limits, of my wrong. It's not as black as you imagine’."<ref>''Ibid.'' 303.</ref> Qui Wharton ci mostra il rimorso di Darrow e la sua comprensione riflessiva di ciò che ha fatto, e quindi mi sento con lui nella sua vergogna. Ma allo stesso tempo, Wharton vuole che Anna sia d'accordo sul fatto che il suo torto non è così nero come sembra, e vuole che anche i suoi lettori siano d'accordo.
 
A volte, tuttavia, come nel suo commento sulla "jungle of engagements" di Darrow, Wharton si inserisce in modo più deciso nella storia. Un'altra occasione arriva nella sua descrizione di Fraser Leath, il primo marito di Anna, il collezionista di tabacchiere. Apparentemente sono i pensieri di Darrow su di lui che stiamo ascoltando, ma c'è un momento in cui Darrow lascia chiaramente il posto ai pensieri di Fraser Leath, come ironicamente presentato dalla stessa Wharton. "He was blond and well‐dressed, with the physical distinction that comes from having a straight figure, a thin nose, and the habit of looking slightly disgusted—as who should not, in a world where authentic snuffboxes were growing daily harder to find, and the market was flooded with flagrant forgeries?"<ref>''Ibid.'' 6.</ref> Qui Wharton si diverte a spese dell'aspirante esteta. E se anche noi sorridiamo, vuol dire che rispondiamo all'autore implicito.
 
Costruiamo un senso dell'autrice mentre leggiamo.<ref>Nel dire questo, non intendo insinuare che "costruire" o fare inferenze sull'"autore implicito" sia in linea di principio diverso dal fare inferenze sul tema di un romanzo o su ciò che esprime o esemplifica.</ref> Mentre leggiamo, facciamo supposizioni per esempio su come Wharton vuole che reagiamo. Ma c'è una differenza tra ipotizzare come l'autrice vuole che rispondiamo e rispondere effettivamente in quel modo. Possiamo capire come un'autrice sembra volerci far sentire senza sentirci davvero così. A volte, ad esempio, l'autrice si intromette un po' troppo sfacciatamente e ci sentiamo manipolati. Forse il momento in cui sono più consapevole dell'intrusione di Edith Wharton nella narrazione è alla fine, quando porta Sophy in India con la disonorevole signora Murrett in modo che (per come la vedo io) non ci possa più essere alcun ostacolo nella mente di Anna alla sua unione con Darrow. Mrs Murrett è una sorta di ''[[w:Deus ex machina|dea ex machina]]'', e penso che Wharton "imbroglia" come scrittrice nella misura in cui Sophy ottiene un destino che non merita in modo che Anna possa sposare Darrow con la coscienza pulita. È interessante notare, tuttavia, che la mia risposta emotiva a questa svolta degli eventi probabilmente non è intesa dall'autore. È improbabile che il mio ''disgusto'' per il modo senza cerimonie in cui Sophy è stata spedita in India sia una risposta che Wharton intendeva. Eppure è una delle risposte emotive su cui baso la mia interpretazione del romanzo.
 
Noël Carroll ha descritto il modo in cui l'autore suscita risposte emotive da parte dei lettori (o spettatori) in termini di ciò che chiama "prefocusing" del testo:
{{citazione|Certain features of situations and characters will be made salient through description or depiction. These features will be such that they will be subsumable under the categories or concepts that... govern or determine the identity of the emotional states we are in. Let us refer to this attribute of texts by saying that the texts are criterially prefocused.|Noël Carroll, "Art, Narrative, and Emotion"<ref>In Mette Hjort e Sue Laver (curr.), ''Emotion and the Arts'' (New York: Oxford University Press, 1997), 202.</ref>}}
 
 
 
 
 
 
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Serie dei sentimenti|Serie delle interpretazioni}}