Esistenzialismo shakespeariano/Idee esistenzialiste: differenze tra le versioni

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=== Il Sé autentico: l'ideale della sincerità nel Rinascimento ===
Sia per gli esistenzialisti che per i pensatori del Rinascimento, i concetti di "individualismo" e "autenticità" vanno di pari passo. Naturalmente, queste parole esatte e i loro significati moderni non erano disponibili nel Rinascimento, ma le idee che significano esistevano certamente prima della formulazione di tale terminologia. Peter Holbrook afferma: "the drive towards authenticity is not only a nineteenth-century or post-Romantic phenomenon. It has a Classical and Renaissance dimension."<ref>Peter Holbrook, ''Shakespeare’s Individualism'' (Cambridge: Cambridge University Press, 2010), p. 139.</ref> Ci sono molte testimonianze per suggerire che le preoccupazioni sulla sincerità, l'integrità, l'autorealizzazione e l'autenticità emersero ben prima che tali nozioni fossero esplicitamente teorizzate e criticate nel periodo romantico. In effetti, gli scrittori e i pensatori del Rinascimento erano ossessionati dal pericoloso compito di "essere fedeli a se stessi". L'affermazione di Hamlet secondo cui egli ha "that within which passes show" (''Hamlet'', I.ii.85) giustappone ciò che Maus chiama una "inner invisible anguish" con falsi indicatori di dolore.<ref>Maus, ''Inwardness and Theater in the English Renaissance'', p. 1.</ref> Per l'Hamlet esistenziale intuitivo, l'autenticità e l'interiorità sono indissolubilmente legate insieme. Attribuisce grande importanza al sé che sente di essere. Per adottare la frase di Kierkegaard, il suo sé autentico è "invisibly present". Questo "qualcosa" è innominabile e persino inconoscibile. Eppure ne difende ferocemente l'esistenza e l'integrità. Maus continua: "Hamlet’s conviction that truth is unspeakable implicitly devalues any attempts to express or communicate it".<ref>''Ibid.'', p. 1.</ref> Il suo senso di essere autentico è in diretto contrasto con l'esaltazione dell'autenticità di Polonius a Laertes prima di partire per la Francia. In superficie, Polonius sembra sostenere una forma di autenticità strategicamente diretta e unidimensionale. Tuttavia, come osserva Holbrook, i versi "to thine own self be true / And it must follow as the night the day / Thou canst not then be false to any man" (I.iii.79-9) sono confusi e persino contraddittori.<ref>Holbrook, ''Shakespeare’s Individualism'', p. 81.</ref> La circospezione machiavellica che Polonius consiglia a Laertes di adottare si scontra con il suo ideale di veridicità a se stesso. Paradossalmente, l'affermazione dell'autenticità apre alla possibilità dell'inautenticità e del tradimento di sé. Il famoso imperativo "to thine own self be true" è messo in discussione nell'opera, non solo dall'agonizzante autocoscienza di Hamlet, ma anche dalla dura verità che "there is nothing good or bad, but thinking makes it so".<ref>Queste frasi sono omesse dall'edizione Arden 2006 di ''Hamlet'' e poste nell'Appendice 1, p. 466.</ref>
 
In ''Renaissance Man'', Agnes Heller osserva che "With the Renaissance . . . the ''self-realization and self-enjoyment of the personality became a goal''."<ref>Agnes Heller, ''Renaissance Man'', trad. {{en}} Richard E. Allen (Londra, Henley e Boston: Routledge & Kegan Paul, 1978), p. 200.</ref> Ma nota anche che c'era una "‘separating out’ of particular aspirations from the general concept of self-realization."<ref>''Ibid.'', p. 201.</ref> Molti scrittori rinascimentali mostrano una profonda sensibilità per la complessa e sfaccettata nozione di autenticità. Il libro del moralista puritano [[:en:w:Daniel Dyke (died 1614)|Daniell Dyke]] intitolato ''The Mystery Of Selfe-Deceiving. Or A Discovrse and Discouery of the Deceitfullnesse of Mans Heart'' è un esempio particolarmente buono della consapevolezza rinascimentale delle difficoltà dell'autoesame. Afferma:
 
{{q|''Surely wee neuer beginne to know'' Diuinitie ''or'' Religion, ''till wee come to know our selues : our selues wee cannot know, till wee know our hearts. I but, our hearts are deceitfull aboue all things, who can know them? They who with diligence shall peruse this present treatise shall with Gods blessing be able in some good measure to know them. Here shall they find that dangerous Art of Selfe-Sophistry displayed, by which millions of soules are enwrapped in the snares of Satan. And so by seeing their selfe-deceit, shall come to selfeknowledge. A knowledge never more neglected.''<ref>Daniell Dyke, ''Dedication to The Mystery Of Selfe-Deceiving. Or A Discovrse and Discouery of the Deceitfullnesse of Mans Heart'' (Londra: Printed by Edward Griffin, 1614), n.pag.</ref>}}
 
=== Il Sé in crisi: le prime versioni moderne dell’''Angst'' esistenziale ===