Esistenzialismo shakespeariano/Introduzione: differenze tra le versioni

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Is smothered in surmise, and nothing is<br/>
But what is not.|''[[w:Macbeth|Macbeth]]'', I.iii.129-41}}
La deliberazione morale di Macbeth è caratterizzata dalla continua interazione di pensiero e sentimento. È vissuta fenomenologicamente, sgorgando nella sua coscienza. Il pensiero della trasgressione fa rizzare i capelli a Macbeth e il cuore gli batte forte nel petto; è fisicamente turbato dalla contemplazione "orribile" di violare i codici etici che lo legano alla sua comunità. Ma l'esperienza è sia esistenzialmente terrificante che elettrizzante, perché, come sostiene Andy Mousley, "morality in Shakespeare’s plays cannot be easily externalised. Moral roles aren’t merely ‘roles’, but selves or possible selves. These selves come into conflict with other selves, because life in the Shakespearean world is densely complicated."<ref>[https://www.google.co.uk/books/edition/Re_humanising_Shakespeare/QohlAAAAMAAJ?hl=en Andy Mousley, ''Re-Humanising Shakespeare: Literary Humanism, Wisdom and Modernity''] (Edinburgh: Edinburgh University Press, 2007), p. 113.</ref> L'intensità esistenziale dell'etica umana può essere vista anche quando [[w:Re Lear|Lear]], in bilico tra lucidità e delirio, si riunisce con sua figlia:
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| ''King Lear.——'' || Pray do not mock.
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| || I am a very foolish, fond old man,
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| || Fourscore and upward, and to deal plainly,
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| || I fear I am not in my perfect mind.
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| || Methinks I should know you, and know this man;
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| || Yet I am doubtful, for I am mainly ignorant
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| || What place this is; and all the skill I have
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| || Remembers not these garments; nor I know not
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| || Where I did lodge last night. Do not laugh at me,
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| || For as I am a man, I think this lady
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| || To be my child, Cordelia.
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| ''Cordelia——–'' || And so I am.
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| ''King Lear——'' || Be your tears wet? Yes, faith. I pray, weep not.<br/>
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| || If you have poison for me, I will drink it.<br/>
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| || I know you do not love me; for your sisters<br/>
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| || Have, as I do remember, done me wrong.<br/>
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| || You have some cause; they have not.
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| ''Cordelia——–'' || No cause, no cause.
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| <small>(''[[w:Re Lear|King Lear]]'', xxi.57-73)</small> ||
|}
Il "No cause, no cause" di Cordelia è una risposta straziante. In questa scena, Shakespeare crea un'etica basata sull'empatia e l'identificazione. C'è un'intesa esistenziale importante tra Cordelia e suo padre, un improvviso riconoscimento che vivono l'una accanto all'altro e sono quindi responsabili l'una dell'altro.
 
Incapace di spiegare completamente la persistente curiosità di Shakespeare sulla natura dell'esistenza umana, molta critica degli ultimi vent'anni ha trascurato lo straordinario potere esistenziale di tali brani. Questi momenti che punteggiano il dramma di Shakespeare richiedono una lettura fresca e consapevole dell'esperienza interiore del trauma e dell'estraniamento che i suoi tragici protagonisti subiscono. La ricompensa filosofica di vedere alcune delle tragedie di Shakespeare attraverso la lente della letteratura e della filosofia esistenzialiste è un accresciuto apprezzamento dell'energia esistenziale che pulsa attraverso le opere e ne assicura il continuo fascino. Sebbene leggere Shakespeare come un’''avant la lettre'' esistenzialista e illuminare le intensità esistenziali nella tragedia shakespeariana sia il suo scopo principale, questo studio è anche consapevole del fatto che le opere di Shakespeare hanno avuto un'enorme influenza sullo sviluppo del pensiero esistenzialista. Mentre formulavano le loro idee sull'esistenza umana, molti di questi filosofi si stavano immergendo nei testi di Shakespeare. Le lettere di [[w:Jean-Paul Sartre|Jean-Paul Sartre]] a [[w:Simone de Beauvoir|Simone de Beauvoir]] rivelano che era profondamente coinvolto negli scritti di Shakespeare. In una lettera del 20 novembre 1939 scrive: "I’ve read ''Troilus and Cressida'' again and, you know, liked it less than last time. On the other hand, I’m enchanted by ''Anthony and Cleopatra'', a little gem. It’s true that the guy is astounding."<ref>[[w:Jean-Paul Sartre|Jean-Paul Sartre]], ''Witness to my Life: The Letters of Jean-Paul Sartre to Simone de Beauvoir 1926-1939'', cur. Simone de Beauvoir e trad. {{en}} Lee Fahnestock & Norman MacAfee (Londra: Hamish Hamilton, 1992), p. 353. Cito dall'edizione inglese, che è l'unica in mio possesso, e non intendo farne un'ulteriore traduzione di terza mano.</ref> Un paio di settimane dopo, dopo aver letto ''Hamlet'' (che lui applaude come "fantastico"), informa Beauvoir che sta per iniziare a leggere ''Othello'', ''Macbeth'' e ''The Tempest''. Una settimana dopo, in una lettera in cui discuteva di una recente svolta nel suo pensiero, Sartre osserva: "I’ve discovered new ideas on liberty, facticity, and motivation and I’m coming up with, God forgive me, bold new ideas about human nature."<ref>''Ibid.'', p. 416.</ref> Non è irragionevole suggerire che la sua lettura di Shakespeare lo abbia aiutato a forgiare queste nuove idee. Il potere di Shakespeare di provocare un confronto corroborante e rinnovato con questioni di interiorità e autocomprensione è un punto di riferimento privilegiato nell'esistenzialismo e fornisce una garanzia per un impegno critico sia con il dramma shakespeariano che con la filosofia esistenzialista.
 
Prima di esaminare i tipi di idee esistenziali che stavano emergendo nel Rinascimento e nelle opere di Shakespeare, fornirò innanzitutto una panoramica delle idee e degli argomenti principali dell'esistenzialismo. Avvicinarsi all'esistenzialismo in questo modo categorico è in contrasto con la denuncia caratteristica del movimento del pensiero sistematico, ma uno schizzo ampio e permissivo di importanti temi esistenzialisti getterà le basi per ulteriori discussioni ed elaborazioni dettagliate nei Capitoli successivi. Esplorerò quindi come l'esistenzialismo abbia influenzato la critica shakespeariana e sosterrò che negli ultimi anni i critici di Shakespeare hanno iniziato a rinnovare l'esistenzialismo come discorso critico. Questo aprirà la strada a un'indagine completa sull'esistenzialismo di Shakespeare.
 
=== Cosa è l'esistenzialismo? ===
Definire l'[[w:esistenzialismo|esistenzialismo]] si è rivelato un compito eccezionalmente problematico. Alcuni storici intellettuali hanno offerto definizioni generali e spesso ambigue del movimento; altri hanno preferito caratterizzare l'esistenzialismo come un atteggiamento flessibile e proteiforme piuttosto che una scuola di filosofia coesa. [[:en:w:Marjorie Grene|Marjorie Grene]] (1910-2009) lamenta pessimisticamente che "the word is nearly meaningless, because nearly every philosopher since Hegel is shown to be in some sense an existentialist."<ref>[[:en:w:Marjorie Grene|Marjorie Grene]], ''Introduction to Existentialism'' (Londra e Chicago: University of Chicago Press, 1948), pp. 1-2.</ref> La lotta per definire l'esistenzialismo è resa più difficile dal fatto che molte delle sue figure chiave resistono al restringere il loro lavoro a un unico, chiaro insieme di idee. Nell'introduzione alla ricerca di un metodo, Sartre dichiara: "It is in the nature of an intellectual quest to be undefined. To name it and define it is to wrap it up and tie the knot. What is left? A finished, already outdated mode of culture, something like a brand of soap, in other words, an idea".<ref>Jean-Paul Sartre, ''Search for a Method'', trad. {{en}} Hazel E. Barnes (New York: Random House, 1968), p. xxxiii.</ref> [[:en:w:Penelope Deutscher|Penelope Deutscher]] considera i "transformational terms" nell'opera di Simone de Beauvoir come "an increasingly complex intersection of accumulated meanings, which are constantly challenged, reconsidered and refined."<ref>[[:en:w:Penelope Deutscher|Penelope Deutscher]], ''The Philosophy of Simone de Beauvoir: Ambiguity, Conversion, Resistance'' (Cambridge: Cambridge University Press, 2008), p. 22.</ref> Lo stesso si può dire del pensiero esistenzialista più in generale, poiché i suoi termini centrali sono sempre in un processo di negoziazione critica e rivalutazione. Tuttavia, è chiaro che i temi e i concetti esplorati dagli esistenzialisti sono interconnessi. Anche se molte delle figure identificate con il movimento ripudiano espressamente il termine "esistenzialismo", ci sono diverse idee sovrapposte negli scritti di Kierkegaard, Nietzsche, Jaspers, Heidegger, Sartre, Merleau-Ponty, Beauvoir e Camus. Piuttosto che tentare di arrabattarsi con definizioni contrastanti di esistenzialismo, è più utile ai fini di questo Capitolo introduttivo enumerare le principali idee filosofiche condivise dai principali pensatori esistenzialisti.
 
 
 
 
=== Letture esistenzialiste di Shakespeare - Allora e adesso ===
 
 
 
== Conclusione ==