Indagine Post Mortem/Introduzione: differenze tra le versioni

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Litwa (2019) afferma inoltre che "gli studi recenti hanno sufficientemente dimostrato che gli autori cristiani sentivano poca inibizione nell'impiegare l'inganno nella causa di ciò che percepivano come vero" (pp. 207-208), e osserva: "come mostrano gli Atti apocrifi, i cristiani usavano regolarmente la finzione per la causa della verità" (p. 262) e cita Ehrman (2012). Conclude: "Sappiamo che le biografie contemporanee mescolavano prontamente i fatti con la finzione, specialmente quando la finzione dava qualche profondo profitto morale o spirituale", come la "vita eterna" (p. 208).
 
Tuttavia, l'affermazione di Litwa non risponde al modo in cui i primi cristiani avrebbero potuto percepire la risurrezione di Gesù come vera e considerarla in primo luogo fondamentale per la loro speranza di vita eterna. Come sostenuto nel resto di questo libro, la migliore spiegazione è che Gesù sia risorto dai morti. Inoltre, gli Atti apocrifi menzionati da Litwa furono scritti dal II secolo e.v. in poi da gnostici che (come sostenuto in altre parti di questo libro) valutavano la storia molto meno di quanto non facessero i primi cristiani autori del Nuovo Testamento. Inoltre, i documenti del Nuovo Testamento furono scritti nel I secolo e.v., in un periodo in cui gli apostoli e i loro collaboratori o coloro che li conoscevano erano ancora in circolazione e si possono verificare (Paolo era evidentemente preoccupato per la falsificazione, motivo per cui praticava la firma dei propri documenti di propria mano per autenticarli — cfr., ad esempio, {{passo biblico2|1Corinzi|16,21}}; {{passo biblico2|Galati|6:11}}). Dati gli stretti legami con queste persone tra le comunità cristiane del I secolo, qualsiasi tentativo di falsificare gli scritti degli apostoli sarebbe stato facilmente scoperto. Nel caso delle epistole, è ancora più improbabile che un falsario possa attribuire falsamente l'autore e anche il pubblico senza essere scoperto (Witherington 2006, Introduzione; per altri problemi con gli argomenti di Ehrman cfr. Witherington 2011).
 
Lo stesso Litwa nota che gli scrittori dei Vangeli erano molto intelligenti e la loro scelta di scrivere nel genere delle biografie storiche indica che al momento della scrittura avrebbero voluto scrivere in modo tale che "le persone istruite le capissero e accettassero come vere, poiché sempre più persone istruite e di alto rango si univano ai movimenti cristiani" (p. 9). Egli nota anche che "in generale, se i lettori non considerano una storia ‘reale’, non la considerano plausibile" (p. 209). Queste considerazioni implicano che i lettori dei Vangeli del I secolo erano preoccupati per la verità, e questo era noto agli evangelisti in modo tale da scrivere nel genere delle biografie storiche. Dato che questi autori intelligenti avrebbero anche saputo che i loro lettori erano in grado di verificare e falsificare alcuni dettagli importanti relativi alla risurrezione di Gesù come sostenuto nel resto di questo libro (ad esempio riguardo alla guardia alla tomba, cfr. il [[Indagine Post Mortem/Capitolo 6|Capitolo 6]]), non avrebbero inventato quei dettagli.
 
=== Valutare la storicità del Nuovo Testamento ===