Ebraicità del Cristo incarnato/Melchisedec: differenze tra le versioni

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Anche se concordo con l'impulso di riconciliare queste posizioni, a mio avviso, in entrambi i modi in cui lo si esamini, l'autore di ''11QMelch'' presenta intenzionalmente il suo Sommo sacerdote come stesse al posto del sommo Dio di Israele, partecipando agli atti che, nel Bibbia ebraica, solo la divinità suprema di Israele poteva fare. Quindi, tramite questi atti partecipativi, egli può essere considerato anche divino. Inoltre, non sono d'accordo con l'impulso negli studi passati di ritenere che le figure intermedie divine dovessero necessariamente essere figure angeliche. Come ho discusso in tutto questo mio studio, la letteratura ebraica del Secondo Tempio descrive spesso esseri umani particolarmente giusti – Mosè o Enoch o l'enigmatico "Figlio dell'Uomo" – come incarnazioni del divino in terra o come sottoposti al processo di apoteosi, quindi il passaggio verso un intermediario angelico non è necessario. Inoltre, per quanto riguarda il testo qui in esame, sebbene l'autore di ''11Q13'' collochi chiaramente il suo protagonista in un contesto escatologico, non si fa menzione esplicita del fatto che sia un angelo. Piuttosto, in questo testo penso che l'autore attinga intenzionalmente ai detti riferimenti biblici sulla figura di Melchisedec, entrambi i quali presentano una figura umana e quindi, in modalità interpretativa di tipo ''[[:en:w:pesher|pesher (פשר)]]'', utilizzi una serie di altri riferimenti scritturali per fondere il suo ruolo e identità con quello di Dio.</ref> Qui, in un testo sul decimo e ultimo Giubileo, Melchisedec non è semplicemente una figura umana, ma un'entità che partecipa alla divinità di Dio in un contesto escatologico di tipo bellico. Egli è a capo di un esercito — la nazione dei santi di Dio. Insieme ai Figli della luce, conduce una battaglia cosmica contro Belial e le sue forze. All'interno di questo contesto escatologico marziale, il ruolo di Melchisedec è chiaro: deve essere il giudice escatologico, colui che sta al posto di Dio e che compie la vendetta di Dio.
 
Questa rappresentazione di Melchisedec (מלכי צדק) differisce dai precedenti ritratti trovati nella Bibbia ebraica, che lo presentano come una figura umana enigmatica, sacerdotale ma regale, che opera sempre all'interno del reame terreno.<ref>Oltre alla Bibbia ebraica, altri riferimenti o allusioni a Melchisedec si trovano in 1QapGen<sup>ar</sup> 22.12–17; Flavio Gius., ''Ant.'' 1.179–81; ''G.G.'' 6.438; Filone, ''Abr.''235; ''Congr.'' 99; ''Leg.'' 3.79–82; ''2 En.'' 69–73. Cfr. Mason, ‘You Are a Priest Forever,’ 138–90; Eric F. Mason, "Melchizedek Traditions in Second Temple Judaism", in ''New Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only'', curr. Andrei A. Orlov e Gabriele Boccaccini (Leiden: Brill, 2012), 343–368, part. 343–453; Charles Gieschen, "Enoch and Melchizedek: The Concern for Supra-Human Priestly Mediators in 2 Enoch" in ''Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only'', curr. Andrei A. Orlov e Gabriele Boccaccini (Leiden: Brill, 2012), 369–385; Harold W. Attridge, "Melchizedek in Some Early Christian Texts and 2 Enoch", in ''New Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only'', part. 395–397, dove discute le due recenti recensioni di questa opera; Daphna Arbel, "On Adam, Enoch, Melchizedek, and Eve", in ''New Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only'', 432–453.</ref> {{passo biblico2|Genesi|14:18}}, per esempio, lo raffigura come un re e sacerdote di Dio l'Altissimo (אל עליו) che benedice Abramo dopo aver sconfitto il re di Sodoma. Sebbene Genesi introduca Melchisedec come un sacerdote cananeo, egli viene collegato alla tradizione di Israele quando diventa il beneficiario del tributo pagato da Abramo.<ref>Mason, "Melchizedek Traditions", 343.</ref> Parimenti, {{passo biblico2|Salmi|110:4}} presenta Melchisedec come il primo e principale esempio di un sacerdozio militante, regale. Come molti re dell'antichità, il salmista interpreta Melchisedec come comandante di un esercito, ma raffigura i suoi soldati come schierati in santo splendore ({{passo biblico2|Salmi|110:3}}). In particolare, invece di essere vestiti con armatura da battaglia, indossano abiti sacerdotali. Inoltre, sebbene il salmista rappresenti Dio come colui che alla fine schiaccia i re e giudica le nazioni, egli associa strettamente Melchisedec a questi ruoli e lo pone alla destra del Signore ({{passo biblico2|Salmi|110:5,6}} rispettivamente). Un re sacerdote militante può sembrare un concetto incongruo, ma – come ho già sottolineato in merito alla narrativa di Flavio Giuseppe – l'immagine si presentava regolarmente in tutto il pensiero israelita antico e nel pensiero dei primi ebrei (cfr. Es. 29:5-21; ''T. Reu'' 6.12; Flavio Giuseppe, ''Ant.'' 3.215).
 
L'autore di ''11QMelch'' non cita direttamente né da Genesi 14 né da Salmi 110, ma entrambe le immagini bibliche sono chiaramente alla base del suo ritratto di Melchisedec.<ref>Per un dibattito accademico se il ritratto biblico di Melchisedec sta alla base della sua presentazione in ''11QMelch'', cfr. Florentino García Martínez, "Las tradiciones", 70–80.</ref> L'autore di ''11QMelch'', per esempio, continua a rappresentare Melchisedec come un essere umano, e non come una figura angelica, secondo quanto ebbero a sostenere alcuni studiosi del passato,<ref>Van der Woude, "Melchisedek", 369; Martínez, ''Qumran and Apocalyptic'', 176; VanderKam, ''Dead Sea Scrolls Today'', 171.</ref> inoltre come un essere umano che esercita sia funzioni regali che sacerdotali. Rispetto alle sue funzioni sacerdotali, il testo di ''11QMelch'' stabilisce una connessione esplicita tra Melchisedec e il Giorno dell'Espiazione (''11QMelch'' 2,7–8; cfr. Lev. 23:27-28) – ''[[w:Yom Kippur|Yom Kippur]]'' – il giorno più solenne di tutte le feste e festività israelite, in cui il Sommo sacerdote espia i peccati del popolo attraverso elaborati rituali (cfr. Lev. 16:1-14). In questo modo l'autore di ''11QMelch'' presenta Melchisedec in una posizione di leadership sacerdotale. Alcune righe più tardi consolida questa connessione intimando che Melchisedec mantiene il controllo degli eserciti (''11QMelch'' 2.9), proprio come i sacerdoti militanti presenti altrove nella prima tradizione ebraica (cfr. ''T. Reu.'' 6.12; Flavio Gius., ''Ant.'' 3.215). Per quanto riguarda la sua funzione regale, attribuendogli il ruolo di giudice, l'autore suggerisce che Melchisedec abbia anche potere giuridico (''11QMelch'' 2.9, 13). Così, come i re-sacerdoti che governarono Gerusalemme durante la dinastia Asmonea, anche qui Melchisedec occupa funzioni sia regali che sacerdotali.<ref>Quando la regione equivalente a l'Israele d'oggi cadde sotto il conrollo diretto ebraico durenate il Periodo Asmoneo, i Sommi sacerdoti di Israele non furono più semplici figure sacerdotali, ma funzionarono anche come potenze politiche. Si vedano Seeman, ''Rome & Judea in Transition''; Babota, ''Institution of the Hasmonean High Priesthood''; VanderKam, ''From Joshua to Caiaphas''; Meshorer, ''A Treasury of Jewish Coins'', 37–40.</ref> Descrivendo Melchisedec in questi ruoli umani, l'autore di ''11QMelch'' ricorda il modo in cui la Bibbia ebraica presenta questa figura. La scelta da parte dell'autore del nome Melchisedec evoca anche la rappresentazione biblica di Melchisedec, dal momento che nessuno dei Sommi sacerdoti al potere a Gerusalemme aveva mai avuto questo nome. Il nome stesso, dalle parole ebraiche מלך e צדק, significa semplicemente re giusto. Poiché i re-sacerdoti asmoneani che presiedevano a Gerusalemme non erano sempre ritenuti giusti, impiegando questa denominazione l'autore avrebbe voluto fabbricare abbastanza intenzionalmente una sottile polemica contro questo stile di comando. Impiegando il nome Melchisedec, l'autore si rifà a una diversa tradizione sacerdotale basata sulle Scritture che non si è invischiata nella scena attuale o recente di Gerusalemme.
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(''11QMelch'' 2.10), che può riferirsi solo a Melchisedec, l'autore di ''11QMelch'' sottolinea come la figura sacerdotale umana di Melchisedec partecipi alla divinità propria di Dio, emanando un giudizio su altre nazioni, atto che in genere sarebbe riservato solo a Dio.
 
Come nell'esempio precedente, così anche in ''11Q Melch'' 2.15–25, tramite frequenti allusioni a {{passo biblico2|Isaia|52:7}}, l'autore presenta la figura di Melchisedec al posto di Dio. In ''11QMelch'' 2.15-16, ad esempio, l'autore cita chiaramente parti di Isaia 52:7, un versetto che si conclude con la frase "il tuo Dio è re" e interpreta quel versetto in quelli successivi. "Poiché sia ​​il nome Melchisedec che il nome ‘re’ contengono la parola ebraica מלך, e il primo si inserisce nelle lacune di ''11QMelch'' 2.24-25, sembra che Melchisedec fosse probabilmente il nome che era originariamente presente nello spazio vuoto."<ref>Van de Water, "Michael or Yhwh?", 78.</ref> Se tale è il caso, allora nel contesto di ''11QMelch'' 2.15-25, Melchisedec potrebbe essere visto come una denominazione divina, semplicemente un altro titolo di Dio. D'altra parte, poiché ''11QMelch'' 2.15-25 allude ''anche'' a Isaia 61<ref>Si vedano: ''11QMelch'' 2.18, che allude a {{passo biblico2|Isaia|61:1}}; ''11QMelch'' 2.20, che allude a {{passo biblico2|Isaia|61:2}}; e ''11QMelch'' 2.23, che allude a {{passo biblico2|Isaia|61:2}}.</ref> in cui un messaggero o un servitore di Dio svolge il ruolo principale, Melchisedec potrebbe anche funzionare in questo contesto come una divina figura intermedia. Insieme, ciò che il peso cumulativo di queste testimonianze suggerisce è che l'autore fonde lo status del sacerdote Melchisedec – che opera come messaggero o servitore di Dio (cfr. {{passo biblico2|Isaia|61:1-2}}) – con quello di Dio stesso (Is. 52:7). Come uno che ha lo "spirito del Signore" su di lui (Is. 61:1), Melchisedec partecipa alla divinità di Dio l'Altissimo di Israele annunciando la pace e la salvezza di Dio, offrendo conforto agli afflitti e liberando la congregazione di Dio dal forze di [[w:Belial|Belial]].
 
Melchisedec non fu mai un Sommo sacerdote ufficiale al potere a Gerusalemme. Era una figura sacerdotale militante che aveva poco peso nella Bibbia ebraica. Tuttavia, come con le sue controparti nella vita reale, l'autore di ''11QMelch'' usato la sua immagine, elevato il suo status al di sopra di quello di altri umani e ha sottolineato che c'era un'altra linea di sacerdoti nella tradizione d'Israele che ricopriva ruoli sia civili che sacerdotali. Di conseguenza, anche se l'autore dell'opera potrebbe non essere d'accordo con ciò che stava accadendo a Gerusalemme, egli ironicamente scelse di rappresentare il suo Sommo sacerdote in modo simile. Come gli altri Sommi sacerdoti a Gerusalemme, anche Melchisedec doveva essere il ponte essenziale tra il reame divino e quello umano.