La prosa ultima di Thomas Bernhard/Ricezione critica 2: differenze tra le versioni

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== Recensioni ==
La maggior parte delle recensioni di ''Beton'' che apparvero sulla stampa tedesca o austriaca nel 1982 erano negative o desiderose di confermare l'odio di Bernhard verso la maggior parte delle cose austriache o umane. Pochi si chiesero perché uno scrittore così acclamato, Bernhard, che nel 1982 aveva vinto una serie di importanti riconoscimenti, avesse cercato di ripetere gli stessi pensieri più e più volte in forma di prosa creativa nei suoi scritti.<ref>La sua lista di premi fino al 1982 è degna di nota: "Julius Campe-Preis" (1964); "Literaturpreis der freien Hansestadt Bremen" (1965); "Literarische Ehrengabe des Kulturkreises im Bundesverband der deutschen Industrie" (1967); "Österreichischer Staatspreis" (1968); "Anton Wildgans-Preis" (1968); "Büchner-Preis" (1970); "Franz Theodor Csokor-Preis" (1972); "Adolf Grimme-Preis" (1972); "Grillparzer-Preis" (1972); "Hannoverscher Dramatiker-Preis" (1974); "Prix Séguier" (1974); "Literaturpreis der Österreichischen Bundeswirtschaftskammer" (1976); "Premio Prato" (1982).</ref> Bernhard non noscosenascose mai il suo disprezzo per il giornalismo e i giornalisti, in particolare la scrittura "Feuilletonisten" su riviste e giornali austriaci e tedeschi; questi stessi critici, riluttanti a impegnarsi con la narrazione stessa, ora si volevano vendicare. In Austria, i commentatori desideravano unire le voci di autore e narratore, con verdetti uniformi su ''Beton'' del tipo "Eingemauert in Angst und Ablehnung", "Lebensekel für die Schöngeister" e "Verstörung in Peiskam".<ref>Elisabeth Effenberger, "Eingemauert in Angst und Ablehnung", ''Salzburger Nachrichten'', 2 ottobre 1982; Gisela Elsner, 'Lebensekel für die Schöngeister', ''konkret'', 10 (1982), 116; Hans Jansen, 'Verstörung in Peiskam', in ''Westdeutsche Allgemeine Zeitung'', 20 dicembre 1982.</ref> Il fatto che quest'ultima recensione assuma il titolo di una precedente storia di Bernhard (''Verstörung '', appunto) non è una coincidenza; molti recensori erano ansiosi di considerare ''Beton'' come una reiterazione della prima prosa di Bernhard, un altro esempio della aspra negatività ("Murren hinter der Maske") e della stanchezza di mondanità ("Nichts als Weltschmerz") presumibilmente caratteristica di tutta la prosa di Bernhard prima del 1975 quando era apparso ''Die Ursache'', la prima parte del ciclo autobiografico.<ref>Reinhold Tauber, "Murren hinter der Maske", ''Oberösterreischische Nachrichten'', 12 novembre 1982, e: Harry Lachner, "Nichts als Weltschmerz", ''Stuttgarter Nachrichten'', 6 ottobre 1982.</ref>
 
 
 
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