Non c'è alcun altro/Dio Rivela: differenze tra le versioni

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Terzo, le implicazioni antropologiche della posizione tradizionalista sono inquietanti. Cosa dice dello stato e del ruolo dell'umanità? Qui, Dio solo è attivo; la comunità umana è totalmente passiva. Qualsiasi contributo umano sostanziale ai contenuti della Torah viene scartato come una diluizione dell'autorità di Dio. Per i pensatori ebrei liberali moderni, ciò probabilmente rappresenta il centro della questione. Se neghi sin dall'inizio un contributo umano sostanziale alla Torah, allora escludi anche il diritto a future generazioni di rivisitare la rivelazione originale in termini della sua capacità di evocare un impulso religioso moderno, di abbandonare leggi che sembrano oggi essere immorali (come quelle che interessano il ruolo delle donne nel rituale ebraico e nella pratica liturgica) e di cambiarne altre. La posizione tradizionalista diminuisce il fattore umano; la posizione liberale accorda alla comunità un ruolo di condivisione nel configurare la Torah. Dieventiamo consociati di Dio nella rivelazione. Dio ci concede tale potere in riconoscimento esplicito della nostra posizione ai Suoi occhi.
 
L'impatto netto di queste affermazioni è che l'autorità di ciò che sta nella Torah è tanto umana quanto divina. Quanto umana e quanto divina, e qual'è la natura di ciascun contributo? I pensatori moderni non sono d'accordo. Ma sono d'accordo tuttavia che il popolo fu associato a Dio nella rivelazione sin dall'inizio e quindi l'autorità divina della Torah è sostanzialmente diluita. Litigi moderni con la Torah non sono necessariamente con Dio ma con le interpretazioni umane precednti della volontà di Dio. Le persone possono non essere d'accordo su come comprendere la volontà di Dio, e tali comprensioni possono cambiare e continuare a cambiare nel corso di tutta la storia. L'autorità della Torah non è più assoluta ed eterna; ora è stata relativizzata. Tale cambiamento non è affatto banale. La religione, si crede di solito, dovrebbe rappresentare una fonte di valori assoluti in questa età di confusione morale rampante. Ora la Torah sembra essere diventata un'ulteriore fonte di ambiguità.
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:'''Abraham Joshua Heschel: "Come resoconto della rivelazione, la Bibbia stessa è un midrash."'''<ref>Abraham Joshua Heschel, ''God in Search of man, cit.'', 185.</ref>
 
Una discussione esaustiva della formulazioni specifiche della posizione liberale va oltre i fini di questa nostra inchiesta, ma ci sono tre brevi versioni della posizione, come è stata adottata da tre teologi influenti nel XX secolo: Abraham Joshua Heschel, Franz Rosenzweig e Mordacai Kaplan. In ciscun caso, vogliamo catturare la rispettive posizioni mediante una breve citazione dagli scritti dell'autore e poi aggiungere un'altrattanto breve spiegazione della rispettiva posizione.
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:*'''Abraham Joshua Heschel: "Come resoconto della rivelazione, la Bibbia stessa è un midrash."'''<ref>Abraham Joshua Heschel, ''God in Search of man, cit.'', 185.</ref>
:'''Franz Rosenzweig: "Pertanto la rivelazione certamente non dà Leggi. È solo questo: Rivelazione. Il contenuto primario della rivelazione è la rivelazione stessa."'''<ref>Franz Rosenzweig, ''On Jewish Learning'', Nahum N. Glazer (cur.), Schocken Books, 1955, 118.</ref>
:Un [[w:Midrash|midrash]] è un'interpretazione, usualmente di una narrazione biblica, di un versetto, o di una parola. Va oltre il senso esplicito dell'originale onde poter rilevare un significato più elusivo o nascosto nel testo. La sorprendente affermazione di Heschel è che lo stesso Esodo 19-24 è un midrash, un'interpretazione dell'evento al Sinai che va oltre l'espressione esplicita, letterale. Dio ha rivelato la Torah, ma ciò che Israele ha è l'interpretazione di quell'evento da parte dei nostri antenati, non un resoconto storico accurato, letteralmente vero. Se l'intero resoconto è un midrash, allora la sostanza della Torah, quella che il testo riporta come "parola" di Dio, fa parte del midrash, parte dell'interpretazione umana. La Torah potrebbe essere stata originata come parola di Dio, ma ciò che ci è pervenuto è passato attraverso lo schermo della comprensione umana e del linguaggio umano. Quello che abbiamo è un tentativo umano di rappresentare un evento che sorpassa le parole.
 
:*'''Franz Rosenzweig: "Pertanto la rivelazione certamente non dà Leggi. È solo questo: Rivelazione. Il contenuto primario della rivelazione è la rivelazione stessa."'''<ref>Franz Rosenzweig, ''On Jewish Learning'', Nahum N. Glazer (cur.), Schocken Books, 1955, 118.</ref>
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:La differenza tra la posizione di Rosenzweig e quella di Heschel è che per Heschel Dio ha rivelato un Torah sostanziale, di cui noi abbiamo la versione umana; per Rosenzweig, la sostanza della rivelazione è la presenza di Dio. Ciò che Dio ha rivelato è Se Stesso in un rapporto intimo con Israele; la Torah stessa non fu rivelata esplicitamente ma rappresenta il tentativo successivo di Israele di catturare il senso di quello che l'autorivelazione di Dio implicava in termini di esperienza di vita della comunità. È una reazione umana alla rivelazione, non la sua sostanza. In che senso possiamo quindi parlare di Torah rivelata?
 
:*'''Mordecai Kaplan: "Posso capire perché i nostri antenati credessero che la Torah (e le sue interpretazioni autorevoli) fosse una "rivelazione divina". Per me, tuttavia, questi concetti e valori trasmessi esplicitamente o ivi implicati che io possa accettare come validi, rappresentano una scoperta, scorci parziali e incerti della natura della vita umana."'''<ref>Ira Eisenstein, in ''The Condition of Jewish Belief, cit.'', 16 e ''passim''.</ref><ref>Per la versione di Kaplan riguardo a questa posizione, si veda Emanuel S. Goldsmith e Mel Scult (curr.) ''Dynamic Judaism: The Essential Writings of Mordecai Kaplan'', Schocken Books & Reconstructionist Press, 1985, 89 e segg.</ref>
 
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===Eteronomia verso autonomia===