La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/La "Mishneh Torah" come Microcosmo: differenze tra le versioni

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La comprensione di un comandamento come forma e materia rende possibile una definizione più precisa delle corrispondenze tra comandamenti Dio-uomo e Cielo, e tra comandamenti uomo-uomo e natura sublunare. Il rapporto tra forma e materia è differente sulla terra e oltre la Terra.Oltre la Terra "i corpi delle sfere... sono substrati di forme permanenti".<ref>''Guida'' ii.11 (p. 275).</ref> Parimenti, sebbene gli oggetti specificati dai comandamenti uomo-Dio debbano necessariamente essere composti dai quattro elementi, essi giocano il ruolo di corpi celesti, servendo da substrati dei comandamenti e delle idee permanenti che rappresentano, che sia una dottrina o una qualità morale (sebbene, come nell'esempio delle porzioni della raccolta data ai poveri, l'oggetto del comandamento uomo-Dio possa allo stesso tempo soddisfare anche una funzione terrena).
 
Sulla Terra è differente. Le forme sono temporanee, cessando quando la materia cambia e si decompone. Similmente, i comandamenti uomo-uomo si applicano alle mutevoli transazioni umane; non ci sono ruoli da giocare e gli oggetti interessati non sono substrati e non mutano la loro importanza economica o sociale terrena. I comandamenti uomo-uomo si riferiscono ad un'idea permanente, la formazione di una società ideale, solo nell'aggregato. In natura "ogni essere tra i corpi delle sfere ha un'esistenza che gli è propria e che non ha in comune con nessun altro eccetto se stesso".<ref>''Guida'' ii.22 (p. 319).</ref> Ciascuno è una coscienza distinta con il proprio livello di comprensione del divino. Al contrario, i quattro elementi e tutto ciò che li compone sono soltanto forme mutevoli della stessa materia inconscia di base. Di conseguenza, appureremo quando saremo ad esaminare le dinamiche della struttura della ''Mishneh Torah'' nei successivi due capitoli che, mentre i primi dieci libri, sebbene formino di certo un sistema, possono essere collegati individualmente, o almeno in sottogruppi, a concetti specifici e ciascuno rappresenti un livello distinto di conseguimento intellettuale, gli ultimi quattro libri devono essere considerati collettivamente come incorporassero un processo singolo — appartengono veramente ad un unico titolo.
 
Ho commentato prima che, per Maimonide la distinzione tra comandamenti uomo-Dio e uomo-uomo alla fine scompare. Anche questo può essere espresso in termini di forma e materia, dato che il fine ultimo è la realizzazione della capacità unicamente umana di convertire una forma termporanea, l'intelletto [[:en:w:Hylics|ilico]] che perisce col corpo, in una forma permanente, l'intelletto acquisito che è immortale, e ciò richiede la conversione di tutti gli interessi umani, sociali, materiali, appetitivi ed emotivi, nel substrato di un intelletto in fase di sviluppo.
 
La pratica maimonidea di chiudere libri e sezioni della ''Mishneh Torah'' con uno svolazzo omiletico o spirituale promuove questa tesi dei comandamenti come forma. Per il lettore che si è sorbito un libro intero colmo di miriadi di particolari di una divisione della legge, il paragrafo finale può far sembrare quel libro come un quadro in bianco e nero soffuso, ad uno schiocco di dita, di colore. Ma la forza dell'impressione deriva da un rigoroso metodo che forma il libro e la ''Mishneh Torah'' nel suo complesso, dal senso che la discussione dei particolari del ''corpus'' della legge è motivata dal desiderio dell'idea. La classificazione della legge nella ''Mishneh Torah'' non è un sistema di archiviazione che serve i comandamenti, ma un sistema di idee servito dai comandamenti.
 
La gerarchia oggetto-comandamento-idea è lo strumento con cui Maimonide analizza i comandamenti e li modella in forma. Questo è ciò che s'intende nel chiamare organica la forma della ''Mishneh Torah''. Cresce dalla natura dei suoi componenti essenziali. La ''Mishneh Torah'' non è quindi rivestita soltanto di forma cosmica. I meccanismi interni del libro corrispondono ai meccanismi del cosmo; il principio interiore corrisponde alla forma esteriore dell'espressione.<ref>La gerarchia oggetto-comandamento-idea potrebbe forse fornire un modo di risolvere una difficoltà nella spiegazione di Maimonide circa l'ordine della recita dello Shema due volte al giorno. Una spiegazione si dimostra necessaria perché i tre passi della recita non sono nell'ordine che appare nella Torah: il passo recitato per terzo viene prima dei primi due. "Leggi della Recita dello Shem", 1:2, afferma:
{{q|Il paragrafo ''Ascolta'' è recitato per primo perché contiene comandamenti relativi all'unità di Dio, all'amore di Dio e allo studio di Dio, che è il principio basilare su cui tutto si impernia. Dopo di esso, ''Se, quindi, obbedirete'' viene recitato, dato che il passo comanda obbedienza a tutti gli altri comandamenti. Dopo di ciò, è recitato il paragrafo relativo alle frange, poiché contiene un comando che richiama tutti i comandamenti.}} ''Leḥem mishneh'' (Abraham ben Moses de Bouton, sedicesimo secolo) nota che un'ottima spiegazione si ritrova nel Talmud (TB ''Ber.'' 13''b''):
{{q|R, Yehoshua ben Korha disse: Perché il passo dello ''shema'' [''Ascolta''] precede quello di ''vehayah im shamo`a'' [''Se, quindi, obbedirete'']? Affinché uno accetti prima su di sé il giogo del cielo e dopo il giogo dei comandamenti; e ''vehayah im shamo`a'' precede ''vayomer'' [il paragrafo relativo alle frange] perché ''vehayah im shamo`a'' si applica sia di giorno che di notte, mentre ''vayomer'' si applica solo durante il giorno [non essendoci obbligo di indossare un indumento con frange di notte].}} Di sicuro, commenta ''Leḥem mishneh'', Maimonide avrebbe dovuto fornire questa spiegazione e non inventarsene un'altra.<br/>''Leḥem mishneh'' dà una risposta (che sembra in parte basata su una lettura variante criticata da ''Kesef mishneh'' ad loc., in una nota che di per sé riconcilia le spiegazioni di Maimonide e del Talmud riguardo all'ordine dello Shema) ma la sua domanda attira l'attenzione sulla riformulazione del Talmud da parte di Maimonide. "Il giogo del cielo" diventa "l'unità del nome e l'amore e lo studio di Lui", precisamente come proposto nel ''Libro della Conoscenza'', cioè Maimonide trasforma la sottomissione all'autorità divina in qualcosa di intellettualmente trattabile. Pertanto, con un sol tocco, e senza allontanarsene troppo, trasforma la sua fonte in linea con la sua struttura dei comandamenti. ''Shema'' diventa l'idea, ''vehayah im shamo`a'' rappresenta i comandamenti stessi, e ''vayomer'' si riferisce all'oggetto (l'indumento frangiato) che, come in molte spiegazioni maimonidee dei comandamenti uomo-Dio, è presentato come promemoria. In merito alla frase "lo studio di Lui" col significato di studio della metafisica, si veda Kellner, "Philosophical Themes", 18 segg. Cfr. anche la traduzione di Kellner del ''Libro dell'Amore'', 184 n.15.</ref>
 
==Modi di conoscenza==