La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/La "Mishneh Torah" come Microcosmo: differenze tra le versioni

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Nel linguaggio filosofico medievale che stiamo esaminando, "concettualizzazione" può essere tradotto con "forma". Attraverso i suoi quattordici principi, Maimonide inizia ad imporre forma ai comandamenti, o a rivelare la loro forma — ai fini immediati, la differenza non è essenziale. Twersky descrive il ''Libro dei Comandamenti'' come "inteso semplicemente come una lista di controllo esatta ed esauriente" in preparazione ad elaborare l'organizzazione topico-concettuale dei comandamenti nella ''Mishneh Torah''.<ref>Twersky, ''Introduction to the Code'', 253.</ref> Che il ''Libro dei Comandamenti'' sia la base della ''Mishneh Torah'' è certamente vero — lo dice Maimonide stesso. La nostra discussione indica tuttavia che il giudizio di Twersky necessita di essere modificato nella sua implicazione che la concettualizzazione ha attinenza solo con la classificazione, cioè solo con la ''Mishneh Torah''. Ma veramente ha anche attinenza con una fase precedente: fa parte della definizione di cosa sia un comandamento. Un comandamento è un campo concettuale o, come [[w:Moshe Halbertal|Moshe Halbertal]] afferma, un "principio organizzativo",<ref>Halbertal, "Maimonides' Book of Commandments" {{he}}. Twersky richiama costantemente l'attenzione sull'organizzazione concettuale di Maimonide riguardo all'halakhah in ''Mishneh Torah'', affermando per esempio: "La classificazione della legge in ''Mishneh Torah'', con la sua grande autoconsapevolezza in relazione ad ogni formulazione e ad ogni raggruppamento, è un esempio primario del genio maimonideo per la generalizzazione montata su una ferma «riflessione e deliberazione». La sua struttura interna, particolarmente la sua premeditata suddivisione delle leggi in ossequio ad una caratterizzazione concettuale piuttosto che funzionale o formale e l'elaborata rete di riferimenti incrociati lo conferma." (''Introduction to the Code'', 277). Sul metodo e scopo del ''Libro dei Comandamenti'' e il concetto di un comandamento della Torah, vedi ora Friedberg, ''Crafting the 613 Commandments''.</ref> intorno a cui si raggruppano legge dettagliate che possono anche loro stesse essere nella Torah, o che possono essere delle estensioni del comandamento o "recinti" intorno ad esso di origine rabbinica. Comandamento è forma, mentre i particolari sottesi sono materia.
 
[[File:Arbaat haminim.jpg|190px|left|Le quattro specie, col "lulav" - lungo ramo verde di palma - al centro]] Nell'introduzione al ''Libro dei Comandamenti'', Maimonide afferma che, a facilitare lo studio e la memorizzazione, aveva deciso di predisporre i comandamenti nella ''Mishneh Torah'' non secondo i trattati della Mishnah, ma per comandamento. Ogni comandamento, come quello del '''''[[w:Lulav|lulav]]''''', deve avere la propria sezione in cui sono riunite tutte le rispettive leggi, divise in capitoli come necessario. A volte, tuttavia, svariati comandamenti verranno esaminati in una sezione perché rientrano in un tema generale; Maimonide cita le leggi dell'idolatria come esempio relativo. Pertanto la struttura della ''Mishneh Torah'' si edifica sulla natura di un comandamento come definito dai quattordici principi di Maimonide nel ''Libro dei Comandamenti''. Quando, durante la festività di Sukkot, qualcuno porta il ''lulav'', tale atto che coinvolge un oggetto fisico costituisce il comandamento. Ma se qualcuno lancia una pietra contro un tempio di Mercurio (maniere in cui pare che Mercurio sia venerato), costui ha commesso un atto che fa parte di una proibizione generale contro l'adorazione di idoli secondo la modalità consueta,<ref>"Leggi dell'Idolatria", 3:5.</ref> che a sua volta è inclusa nel concetto ancor più generico di non credere in false nozioni di religione.<ref>"Leggi dell'Idolatria", 2:1-3.</ref> Quella che appare come trasgressione nell'area degli atti, in realtà è, ai fini della comprensione della forma della ''Mishneh Torah'', una trasgressione nell'area delle dottrine. Alla domanda specifica sul ''Libro della Conoscenza'' è stata quindi data risposta, come anche alla domanda di come caratterizzare i libri e le sezioni della ''Mishneh Torah'' in generale. Procediamo secondo il comandamento o l'idea di livello superiore, e non secondo i particolari sottostanti. Guardiamo a monte e non a valle. Per per vagare un momento nel campo neoplatonico, forse Maimonide stesso lo dice succintamente riguardo alla struttura cosmica parallela: entità superiori del cosmo conferiscono benefici a entità di livello inferiore, ma ciò non significa che il superiore serve l'inferiore, poiché "il fine è più nobile delle cose che sussistono per amore del fine".<ref>''Guida'' ii.11 (p. 275).</ref> Parimenti i concetti conferiscono significato ai comandamenti, ma i comandamenti servono i concetti e non viceversa.
 
Se ci rimurginiamo sopra un po', otteniamo una risposta anche alla domanda sulla composizione degli elementi costitutivi della ''Mishneh Torah''. Risulta essere simile alla composizione delle entità che formano l'universo. Alcune cosistono solo di forma; altre di forma e materia. Quelle che consistono solo di forma sono nel ''Libro della Conoscenza''. Prendiamo nuovamente "Leggi dell'Idolatria": se non ci fosse un Mercurio e niente pietre, i comandamenti di "Leggi dell'Idolatria" rimarrebbero comunque, anche se il comandamento di bruciare una città idolatra potrebbe essere classificato come comandamento relativo ad un oggetto fisico, in quanto è positivo mentre tutti gli altri comandamenti specifici sono negativi, certamente non lo è l'idea governante di "Leggi dell'Idolatria". D'altra parte, il comandamento di ''lulav'' non è eseguibile senza le [[w:Lulav|quattro specie]]: consiste infatti di forma e materia.
 
Ricordandoci che materia e forma sono categorie mobili, esiste un altro livello sopra il comandamento, cioè l'idea o forma rispetto a cui il comandamento è materia. In ''Guida'' iii.43, Maimonide spiega quanto segue: "In merito alle ''quattro specie che costituiscono un lulav'' mi sembra che esse siano indicative della gioia e contentezza [sentita dai Figli di Israele] quando lasciarono il ''deserto''."
 
==Modi di conoscenza==