Divina Commedia/Inferno/Canto II: differenze tra le versioni

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*'''Io cominciai...''':all'invocazione segue, in modo immediato, l'inizio del racconto. Questo modo diretto di introdurre il parlato, senza alcun preambolo, è tipico del veloce andamento narrativo della ''Commedia'' (cfr. V 73; XIV 43; XXIII 109; ecc.); il verbo è ricalcato sul virgiliano "incipere". L' ''Io cominciai'' succede idealmente alla situazione presentata prima dell'apostrofe: ''e io sol uno / m'apparecchiava...'', come se l'interna tempesta di pensieri (cfr. oltre, vv.37-43) trovasse sbocco in queste parole. Il dubbio qui espresso, e la sua soluzione, sono l'argomento del canto, che è di fatto ancora prologo all'azione.
 
*11.'''la mia virtù...''':il mio personale valore, le mie capacità. La parola mantiene il senso latino "virtus". Il significato si deduce dal contesto, quasi dicesse: son io capace di tanto? (cfr. oltre v.32: ''io non Enëa, io no Paulo sono''.) Il dubbio di Dante-si noti-è tutto imperniato sulla propria personale debolezza.
 
*'''s'ell'è possente...''':''virtù'' è soggetto prolettico ripreso dal pron. ''ella'': guarda se la mia virtù è all'altezza di ciò (cfr. ''Rime'' XC 50:"guarda la vita mia quanto ella è dura"); ''possente'': che ha la possibilità, la capacità di far qualcosa; cfr. ''Par''. XIX 55 e XXIII 47.