Semiotica e design/Lampada Atollo

Indice del libro

Lampada Atollo 233 ideata dal designer Vico Magistretti nel 1977 per l'azienda Oluce, vincitore del concorso Premio Compasso d'oro nel 1979.

Lampada Atollo di Vico  Magistretti per Oluce, 1977.
Lampada Atollo di Vico Magistretti per Oluce, 1977.

Contesto storico culturale

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Nella storia del design italiano la lampada Atollo si è affermata come un'icona di stile che, insieme a tanti altri prodotti, ha rappresentato l'evoluzione culturale attraverso l'utilizzo di materiali innovativi e forme che rispecchiavano le tendenze del momento[1][2].

Negli anni poco precedenti ad Atollo 233 il design italiano era rappresentato sostanzialmente da Vico Magistretti e Achille Castiglioni[3][2]. Magistretti afferma che l'oggetto di design debba corrispondere alla risposta di una necessità dell'utente; da questo pensiero concreto di base, negli anni, rivolse sempre più particolare attenzione al tema della casa e dell'abitare, apprendendo un linguaggio espressivo che ha avuto molta presa sulla cultura architettonica lombarda.[4]

Con il clima degli anni '70 il designer si è dedicato soprattutto alla progettazione di arredi e di oggetti domestici. Nel 1977 progettò la lampada Atollo 233 su commissione dell'azienda italiana Oluce, della quale era art director e principale designer[5]. Il prodotto si presenta come una lampada d'autore di successo ed è vincitore del Premio Compasso d'oro nell'edizione del 1979; con le sue semplici ed eleganti forme geometriche questo oggetto è diventato l'archetipo della lampada da tavolo, rivoluzionando completamente il modo di immaginare il classico abat-jour.[2]

Atollo 233, oggi, è esposta in varie collezioni permanenti di musei di design e arti decorative a livello internazionale, come alla "Collezione Permanente del Design Italiano 1945-1990 alla Triennale di Milano" e al MoMA di New York; infatti questo prodotto, anche con il passare degli anni, continua ad essere considerato un pezzo pregiato del Design Italiano e dell'interior design.[6]

Caratteristiche tecniche

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Atollo 233 è stata progettata sulla base di alcuni concetti fondamentali come: geometrie essenziali, astrazione, eleganza delle proporzioni, compostezza formale ed effetti luminosi con corretti rapporti tra superfici riflettenti e diffusione luminosa nell'ambiente.

L'oggetto, sostanzialmente, è composto da tre solidi geometrici semplici: cilindro, cono e semisfera. Inoltre, dettagli come le giunture sono nascosti così da poter far prevalere l'equilibrio generale della composizione.[2]

La lampada è stata pensata per poter essere realizzata in due varianti di materiale:

  • Atollo metallo: in alluminio verniciato con possibili finiture in oro.
  • Atollo 233, prodotta nel 1977: ↑70 cm ⌀ 50 cm; 2 x max 100W - E27 (dimmer, in italiano "varialuce"); colori bianco, nero, oro.
  • Atollo 238: ↑35 cm ⌀ 25 cm; 2 x max 40W - E14; colori nero, oro.
  • Atollo 239: ↑50 cm ⌀ 38 cm; 2 x max 75W - E27 (dimmer); colori nero, oro.
  • Atollo vetro: in vetro di Murano opalino con possibili finiture in oro.
  • Atollo 235, prodotta nel 1989: ↑70 cm ⌀ 50 cm; 2 x max 100W - E27 (dimmer) + 2 x max 25W - E14 (dimmer)
  • Atollo 236, prodotta nel 1997: ↑35 cm ⌀ 25 cm; 2 x max 60W - E14 + 1 x max 25W - E14
  • Atollo 237, prodotta nel 1999: ↑50 cm ⌀ 38 cm; 2 x max 75W - E27 (dimmer) + 1 x max 40W - E14 (dimmer) [2]

I materiali sono stati studiati e scelti accuratamente da Vico Magistretti per riuscire ad ottenere una luce che potesse essere diretta e/o diffusa, in modo morbido e accogliente; dovevano essere adatti per propagare la luce della sorgente luminosa, nascosta sotto la semisfera, che indirizza i raggi luminosi verso la parte conica dell’oggetto che ha la funzione di rifletterli, creando la possibilità di generare luce e/o penombra, in base alla regolazione scelta dall'utente.[7]

Grazie a queste accortezze Atollo si trasforma in una silhouette grafica capace di portare alla mente e rivedere il concetto di lampada.

Analisi semiotica

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Piano dell'espressione

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Caratteristiche plastiche

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Caratteristiche plastiche lampada Atollo
  • Caratteristiche topologiche: analizzando la lampada Atollo 233 da un punto di vista topologico, essa può essere suddivisa in base a diversi criteri.

Opposizione alto-basso, individuando come componente "alto" la semisfera e come "basso" il cilindro con l'estremità superiore conica.

Opposizione centro-periferia, dove l'elemento centrale per l'osservazione fatta durante l'uso dell'oggetto "acceso" e per la sua forma, può essere concepito nel componente superiore semisferico. Mentre il componente inferiore cilindrico è l'elemento periferico del prodotto.

Le categorie topologiche prevedono delle categorie eidetiche.

  • Caratteristiche eidetiche: analizzando la lampada Atollo 233 da un punto eidetico, l'oggetto presenta tratti curvilinei verticali ed orizzontali (componente semisferico superiore) posti in contrasto con tratti rettilinei verticali e obliqui (componente conico e cilindrico inferiore).

Il punto di maggior contrasto tra le due tipologie di linee si trova tra il punto di incidenza delle rette oblique e la linea curva orizzontale che segna il diametro della forma semisferica.

Le categorie eidetiche prevedono delle categorie cromatiche.

  • Caratteristiche cromatiche: analizzando la lampada Atollo 233 da un punto di vista cromatico, per l'osservazione fatta durante l'uso dell'oggetto "acceso" e per il suo colore, essa appare monocromatica nella versione in nero e quella in bianco, mentre nel modello nero-oro si crea un netto contrasto cromatico che risalta la suddivisione delle tre forme geometriche. Inoltre si nota una lieve alternanza tra il lucido del componente conico che può comprendere o meno un diffusore di luce (dimmer) e l'opaco dei due componenti semisferico e cilindrico, aspetto dovuto a valori materiali e funzionali dell'oggetto.

Le categorie cromatiche prevedono delle categorie dei materiali.[8][9][10]

  • Caratteristiche dei materiali: analizzando la lampada Atollo 233 da un punto di vista dei materiali, risalta l'uso di un unico materiale, alluminio verniciato, con due lavorazioni differenti che ne fanno emergere il contrasto lucido-opaco.

Strutture di conversione

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  • Formule di omologazione: A/B=C/D

In un sistema simbolico i singoli valori del piano dell’espressione (E) corrispondono a singoli valori del piano del contenuto (C). Ad esempio il valore "curvilineo" del piano E corrisponde solo al valore "eleganza" del piano C e il valore "rettilineo" (E) corrisponde solo al valore "semplicità" (C).

Invece, in un sistema semi-simbolico si crea una corrispondenza fra il piano E e il piano C. In questo modo due valori opposti del piano E si legano ai due valori opposti del piano C.[11]

- Considerando i valori "curvilineo" (piano E), individuato nelle caratteristiche topologiche nelle linee di composizione della lampada, ed "eleganza" (piano C), individuato grazie alla presenza del valore "curvilineo", che sono in relazione tra loro nel sistema simbolico, e i valori "rettilineo" (piano E), anch'esso individuato nelle linee di composizione della lampada, e "semplicità" (piano C), individuato grazie alla presenza del valore "rettilineo", che anch'essi sono in relazione tra loro nel sistema simbolico. Nel sistema semi-simbolico si crea una corrispondenza tra i due piani E : C, quindi i valori opposti del piano dell'espressione E "curvilineo" e "rettilineo" entrano in opposizione con i rispettivi valori del piano del contenuto C "eleganza" e "semplicità".


La formula è (A) "Curvilineo" : (B) "Rettilineo" = (α) "Eleganza" : (ß) "Semplicità".


- La precedente forma di analisi viene applicata anche alle seguenti formule di omologazione:


La formula è (A) "Nero-Oro" : (B) "Monocromatico" = (α) "Essenzialità" : (ß) "Qualità".[12]


La formula è (A) "Monocromatico nero" : (B) "Monocromatico bianco" = (α) "Sofisticatezza" : (ß) "Purezza".[13]


La formula è (A) "Presenza diffusore di luce (dimmer)" : (B) "Assenza diffusore di luce (dimmer)" = (α) "Maggior luminosità" : (ß) "Minor luminosità".


La formula è (A) "Lucido" : (B) "Opaco" = (α) "Sgargiante" : (ß) "Moderatezza".


La formula è (A) "Alluminio verniciato" : (B) "Vetro opalino" = (α) "Durevolezza" : (ß) "Fragilità".


La formula è (A) "Luce diffusa" : (B) "Luce diretta" = (α) "Informale" : (ß) "Formale".


  • Grado di codifica

La funzione di Atollo è l'illuminazione di un ambiente con l'uso di corrente elettrica che consente all'accensione delle lampadine rese non in vista grazie all'utilizzo di una calotta, considerazioni che al momento della progettazione erano già svolte da oggetti simili; questo significa che la lampada in questione è stata progettata con un grado di codifica chiamato ipercodifica.

Piano del contenuto

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Semiotica discorsiva (figuratività)

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Dal punto di vista figurativo, la lampada mostra una grande coerenza proporzionale tanto che risulta disegnata tenendo come parametro proporzionale il rapporto aureo. Composta da semplici solidi geometrici base, Atollo 233, possiede la particolarità che la calotta o semisfera copre completamente la sorgente luminosa. [14] Si presenta come un oggetto dalle forme astratte, che se esaminate singolarmente possono essere identificate come alcuni soldi di base: cilindro, cono e semisfera, mentre se si considerano le forme del prodotto nell'insieme Atollo 233 può generare all'utente il pensiero di associazione della lampada alla forma semplificata e stilizzata di un fungo.

Sintassi discorsiva

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  • Spazialiazzazione

Atollo 233 è una lampada da tavolo progettata e pensata per essere collocata all'interno delle case, in spazi come il soggiorno, la camera e lo studio.[2]

  • Temporalizzazione

Considerando i luoghi d'utilizzo ne ricaviamo le tempistiche: durante le ore di studio o come luce di sottofondo la sera.

  • Attorizzazione

Atollo è un prodotto realizzato per l'ambiente domestico quindi adatto ad un vasto target. Gli aspetti della lampada che, invece, selezionano gli utenti dai quali verrà o meno acquistata sono sicuramente accomunati dall'interesse per il design o per l'arredamento ma anche la componente economica é da considerare, ritenuta più alta rispetto alla media.[15][2]

Strutture superficiali

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  • Programma d'azione

L'oggetto semiotico è una macchina che, avendo un programma d'azione, prevede di essere utilizzato dall'utente. Inoltre, osservando gli studi del semiologo Greimas, nei quali afferma che i valori in un un universo semantico chiuso non vengono mai alterati, modificati, eliminati o aggiunti di nuovi, i valori restano sempre costanti anche se possono essere trasferiti.[16]

Di conseguenza possiamo affermare i seguenti aspetti:

In Atollo il programma d'azione principale (AP) è illuminare un ambiente, che è un valore (Ov) trasmesso dall'oggetto (A) all'utente (S).

Questa considerazione può essere espressa anche in questo modo: AP (illuminare un ambiente) → (S + Ov illuminare).

Inoltre, considerando gli altri valori della lampada troviamo il sotto-programma d'azione di scelta della tipologia di diffusione della luce da parte dell'utente:

AP (scelta della tipologia di diffusione della luce) → (S + Ov scelta diffusione luce).

  • Attanti (A, S, Ov)

Sempre secondo gli studi di Greimas, chi trasmette e chi subisce un valore o un'azione è definito attante, il quale è determinato da un'azione, connessa ad esempio a delle azioni, a dei servizi, a delle "sensazioni" oppure ai valori modali (paragrafo successivo).

Gli attanti e conseguenti relazioni tra Atollo e l'utente sono:

AP (programma d'azione - main action program): illuminare un ambiente

A (mittente - addresser): Lampada Atollo 233

S (soggetto - subject): Utente

Ov (valore dell'oggetto - object value): Valore

- Considerando il programma d'azione dell'oggetto troviamo la relazione nella quale la lampada Atollo 233 trasmette all'utente il valore modale di potere e volere illuminare:

AP → (S + Ov potere illuminare un ambiente) l'utente necessita di illuminare un ambiente e l'oggetto consente l'azione di "poter fare" illuminare un ambiente;

AP → (S + Ov volere illuminare un ambiente) gli utenti possono essere spinti, ad esempio dalla curiosità verso il famoso prodotto di design Atollo 233, al "volere fare" di illuminare un ambiente.

- Considerando i valori della lampada Atollo 233, individuati nel piano del contenuto (espressi nel paragrafo Strutture profonde), troviamo le seguenti trasmissioni di servizi e di "sensazioni" dall'oggetto all'utente:

- A → (S+Ov eleganza) Atollo 233 trasmette all'utente il valore dell'eleganza, individuato grazie alla scelta neutra dei colori e all'opposizione tra le classiche linee rette e le curvilinee che compongono le forme geometriche basi di progettazione della lampada (osservazione più in evidenza con la sorgente luminosa del prodotto attiva).

- A → (S+Ov semplicità) Atollo 233 trasmette all'utente il valore della semplicità, individuato grazie alle sue basiche linee rette, alle sue forme geometriche elementari, alla ristretta variazione delle caratteristiche cromatiche con colori neutri a tinta unita e all'utilizzo di un unico materiale.

- A → (S+Ov essenzialità) Atollo 233 svolge egregiamente la propria funzione d'illuminazione in contesto domestico, azione che viene esaltata grazie alla presenza di sole forme basiche, ai materiali che non necessitano di eccessive lavorazioni o decorazioni e all'utilizzo di colori neutri. Date queste considerazioni si può affermare che la lampada svolge un lavoro basilare negli ambienti interni, e lo fa sfruttando le forme e materiali basici; perciò se ne deduce che Atollo 233 trasmette all'utente il valore di essenzialità.

- A → (S+Ov qualità) Atollo 233, nella versione originale Nero-Oro, trasmette il valore di qualità dell'ambiente e dei dettagli.

- A → (S+Ov sofisticatezza) Atollo 233, nella versione monocromatica nera, trasmette all'utente il valore di una sensazione di sofisticatezza dell'ambiente intesa come un'idea di potere ed eleganza. Identificando l'utente come un soggetto che presta una sofisticata attenzione ai dettagli nel contesto domestico.

- A → (S+Ov purezza) Atollo 233, nella versione monocromatica bianca, trasmette all'utente il valore di purezza intesa come un'idea di pulizia, calma e pace.

- A → (S+Ov sgargiante) Atollo 233 trasmette all'utente il valore di una sensazione sgargiante grazie alla lavorazione dell'alluminio verniciato che viene reso lucido.

- A → (S+Ov moderatezza) La lampada è composta da solidi elementari che nell'insieme danno vita ad un lume dalla complessità moderata, osservazione che viene esaltata dalla lavorazione del materiale, che viene reso opaco.

- A → (S+Ov durevolezza) Sebbene le linee del lume siano semplici e basiche, esse e l'alluminio verniciato lo rendono estremamente solido e durevole. La base costituita da un cilindro rende Atollo 233 molto stabile, perno ideale per la cupola semisferica.

- A → (S+Ov fragilità) Atollo 233, attraverso i suoi giochi di luce che incontrano il vetro opalino, trasmette all'utente il valore di una sensazione di fragilità. Questo valore è ulteriormente amplificato dalla tipologia di materiali utilizzati, essi permettono una diffusione dolce della luce ed una smaterializzazione percettiva delle forme.

 
Luce lampada Atollo

- A → (S+Ov informale) Le caratteristiche plastiche delle forme, delle linee, dei colori e dei materiali della lampada Atollo 233 fanno in modo che il prodotto emani una luce diretta anche se la posizione della calotta nasconde la sorgente luminosa. Inoltre, la forma semisferica riesce a concentrare i raggi di luce proiettandoli solo verso la propria base dove incontra la forma conica dal materiale dalla superficie lucida. La lampada Atollo 233 offre all'utente la sensazione di un ambiente dall'atmosfera informale.

- A → (S+Ov formale) Atollo 233 offre all'utente una sensazione formale, se consideriamo il lume a luce spenta o senza dimmer che emana una Luce diffusa, poiché rende l'oggetto adatto ad ambienti e situazioni "intime".

  • Valori modali

I quattro valori modali sono delle azioni che l'oggetto trasmette all'utente: volere, potere, sapere e dovere, ognuna di queste correlate all'azione "fare". Atollo trasmette all'utente il poter fare e il voler fare di illuminare o meno un ambiente, il dover scegliere la presenza o l'assenza del componente dimmer che condiziona l'intensità della luce, il saper utilizzare l'oggetto dato il grado di ipercodifica che non attribuisce all'oggetto nulla di nuovo da imparare per attivare il prodotto.

A → S + Ov Potere fare (Illuminare un ambiente)

A → S + Ov Voler fare (Illuminare un ambiente)

A → S + Ov Dover fare (Scegliere la presenza del dimmer)

A → S + Ov Dover fare (Scegliere l'assenza del dimmer)

A → S + Ov Saper fare (Utilizzare l'oggetto)

  • Ruoli tematici

Atollo 233, ideata da Vico Magistretti su commissione dell'azienda italiana Oluce, viene progettata con forme semplici ed eleganti, facile funzionalità e utilizzo, pensata per l'ambiente domestico e per utenti con interessi riguardanti il design e la produzione industriale. L'essenzialità delle linee e dei materiali non nega eleganza e purezza all'oggetto, anzi ne risalta il design raffinato. Ne consegue il ruolo tematico di un utente che si identifica come un intenditore di design, architettura e arte ma anche come un esperto attento alla cura della propria casa nei singoli dettagli.

Strutture profonde

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  • Valori in gioco (Quadrato semiotico)
 
Quadrato semiotico01
Eleganza Semplicità
Non Semplicità Non Eleganza

Considerando le opposizioni ottenute dal quadrato semiotico, Atollo 233 in questo caso si colloca nella parte superiore del quadrato, quindi i due valori analizzati sono entrambi presenti e nessuno viene negato.

Essenzialità Qualità
Non Qualità Non Essenzialità
Sofisticatezza Purezza
Non Purezza Non Sofisticatezza
Grande spazio Piccolo spazio
Non Piccolo spazio Non Grande spazio
Informale Formale
Non Formale Non Informale

I precedenti quadrati semiotici si riferiscono all'analisi di due modelli differenti di Atollo i quali si posizionano nuovamente sempre nella parte superiore del quadrato; ne consegue la presenza di entrambi i valori in studio. [17]

Valorizzazione

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  • Quadrato di Floch
 
Quadrato floch

Analizzando Atollo 233 con la griglia semiotica dei valori d'uso e di base, Quadrato di Floch, si possono attribuire alla lampada le seguenti valorizzazioni:

- Valorizzazione pratica considerando il grado di ipercodifica dell'oggetto e le sue semplici ed essenziali forme, Atollo 233 si pone come un prodotto dall'immediata intuizione e praticità d'utilizzo acquisendo il valori di essenzialità.

- Valorizzazione ludica dalle sinuose ed eleganti linee di Atollo 233 si possono individuare semplici solidi geometrici di base che, uniti nella composizione del lume, alludono in modo giocoso al ricordo di un fungo.

- Valorizzazione critica date le accurate attenzioni rivolte alla lampada nella sua progettazione ed esecuzione ne consegue una considerazione economica, che risulta non accessibile a tutte le classi sociali perché il prezzo di vendita si posiziona sopra la media.[18]

Conclusioni

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Atollo non è solamente una lampada, è un mito, un’icona: uno dei simboli del mondo del design, uno dei pochi prodotti che tutti riconoscono e chiamano per nome. È una delle lampade più note di Vico Magistretti con cui si aggiudicò il Compasso d’Oro nel 1979. Da allora è entrata nei maggiori musei di design, ma anche a far parte dell’arredamento di moltissime case, abitate da persone che amano e sanno scegliere con cura i propri oggetti. In Atollo è impossibile non accorgersi delle sue forme geometriche: il cono sul cilindro e sopra a tutto la semisfera. Diventa così una scultura luminosa impossibile da imitare, a cui non serve togliere e aggiungere nulla.

Riconoscimenti

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  1. Questomeseidee
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 2,6 www.oluce.com
  3. Arredativo 2015
  4. vicomagistretti.it
  5. wikipedia.org/Vico Magistretti
  6. wikipedia.org/Oluce
  7. Bosoni e Confalonieri 1988
  8. Michela Deni 2002
  9. Jean-Marie Floch 2000
  10. Dario Mangano 2008
  11. http://www.pieropolidoro.it/lezione1_3b.htm
  12. https://www.idea-r.it/blog/19/it/significato-colori
  13. https://www.idea-r.it/blog/19/it/significato-colori
  14. http://meri.iuav.it/50/1/PubblicazioneONLINE_Lucearchitettodell'ombra.pdf
  15. Michela Deni 2002
  16. Michela Deni 2002
  17. Michela Deni 2002
  18. Jean-Marie Floch 2000

Pagine correlate interwiki

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Bibliografia

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  • Silvia D. Ferraris, Vedere per progettare. Basic Design e percezione visiva per il disegno industriale, Franco Angeli.
  • Giampiero Bosoni e Fabrizio G. Confalonieri, Paesaggio del design italiano (1972-1988), edizioni di comunità, 1988, p. 204.
  • Michela Deni, Oggetti in azione. Semiotica degli oggetti: dalla teoria all'analisi, Franco Angeli, 2002.
  • Jean-Marie Floch, Visual Identities, Continuum, The Tower Building, 11 York Road, London SEI 7NX 370 Lexington Avenue, New York, NY 10017-6503, 2000.
  • Dario Mangano, Semiotica e Design, Carocci, 2008. 

Sitografia

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