Osservare il cielo/Prima di iniziare
Questa sezione fornisce alcuni accorgimenti utili prima di intraprendere l'osservazione di un cielo stellato.
- Riconoscere stelle e costellazioni
- Prima di iniziareOsservare il cielo/Prima di iniziare
- Imparare gli allineamentiOsservare il cielo/Imparare gli allineamenti
- Costellazioni circumpolariOsservare il cielo/Costellazioni circumpolari
- Costellazioni estiveOsservare il cielo/Costellazioni estive
- Costellazioni autunnaliOsservare il cielo/Costellazioni autunnali
- Costellazioni invernaliOsservare il cielo/Costellazioni invernali
- Costellazioni primaveriliOsservare il cielo/Costellazioni primaverili
- Costellazioni australiOsservare il cielo/Costellazioni australi
- Oltre le stelle
- Il transito dei pianetiOsservare il cielo/Il transito dei pianeti
- Oggetti del profondo cieloOsservare il cielo/Gli oggetti del profondo cielo
- Gli strumenti di osservazione
- Osservare con il binocoloOsservare il cielo/Osservare con il binocolo
- Osservare al telescopioOsservare il cielo/Osservare al telescopio
- Appendici
Conoscere l'alfabeto greco
modificaUn buon astrofilo impara presto a familiarizzare con l'alfabeto greco; le stelle principali di ogni costellazione infatti sono catalogate con le lettere di questo alfabeto, dunque anche ogni carta celeste, dalle più semplici ai grandi atlanti celesti, riportano a fianco alle stelle luminose una lettera greca. All'inizio può sembrare difficoltoso, ma con la pratica e a forza di leggere le carte celesti si imparano molto in fretta i nomi delle lettere. Sotto è riportato l'alfabeto greco scritto in caratteri minuscoli, ossia quello usato per le stelle.
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Imparare le misure
modificaLe distanze apparenti sulla volta celeste si misurano in gradi; conoscere a quanto equivale un grado sulla volta celeste è utile per vari scopi: oltre a fornire un metro di valutazione delle distanze, consente anche di individuare con una certa precisione un oggetto celeste più debole, conoscendo la distanza in gradi e la direzione rispetto ad un altro oggetto più luminoso e facilmente identificabile.
Generalmente è sufficiente seguire lo schema riportato qui sotto: portando la mano alla distanza massima davanti al proprio viso, stendendo il braccio, si possono utilizzare le proprie dita per determinare in modo approssimativo alcune distanze.
- 1 grado equivale al diametro del proprio dito mignolo;
- 2 gradi equivalgono al diametro del proprio dito pollice;
- 5 gradi equivalgono alla larghezza delle tre dita centrali della mano unite fra loro;
- 10 gradi equivalgono al diametro del proprio pugno chiuso;
- 15 gradi equivalgono alla distanza massima fra le punte di indice e mignolo divaricate il più possibile;
- 20 gradi equivalgono alla distanza massima fra le punte di pollice e mignolo divaricati al massimo (spanna).
Abituarsi al buio
modificaPrima di iniziare l'osservazione, è conveniente restare alcuni minuti al buio, affinché le pupille si dilatino per la visione notturna; in questa fase è molto importante non osservare direttamente le luci di un faro o di una torcia, perché la pupilla in presenza della luce si restringe improvvisamente e la retina ne resta "impressionata", proiettando fastidiose geometrie colorate davanti al punto di fuoco per i 5-10 minuti successivi. Inoltre i tempi di adattamento al buio sono molto più lenti di quelli di adattamento alla luce.
Usare le luci adatte
modificaSe si ha la necessità di dover consultare un libro o una carta celeste, si consiglia di usare delle deboli torce che emettono una luce rossa, l'unica che consente di mantenere un certo adattamento al buio.
La visione distolta
modificaLa visione distolta è una tecnica di osservazione fondamentale nell'osservazione amatoriale, perché consente di guadagnare un buon margine di luminosità, pari anche ad una magnitudine; se si vuole osservare un oggetto che appare poco luminoso, non lo si guarda direttamente, ma si indirizza lo sguardo lateralmente, mentre si continua a concentrarsi sull'oggetto. Questa tecnica è basata sul fatto che la parte laterale dell'occhio è più sensibile alla luce della parte centrale, grazie alla presenza di particolari cellule chiamate bastoncelli, assenti al centro dell'occhio.