I Mondi di Oscar Wilde/Capitolo 3

Indice del libro

Oxford, ellenismo, amicizie maschili

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Pagina 105 del manoscritto The Portrait of Mr W. H. di Oscar Wilde
 
Pagina manoscritta dal Commonplace Book di Oscar Wilde

Per interpretare Oscar Wilde e i suoi scritti attraverso la lente contestuale di Oxford, dell'ellenismo e dell'amicizia maschile è necessario conoscere la biografia di Wilde[1] e le idee dell'epoca. Si dovrebbero conoscere i primi scritti di Wilde (poesie, saggi e quaderni), i dettagli biografici della cerchia e degli insegnanti di Wilde, la storia educativa vittoriana, in particolare dell'Università di Oxford, e le storie sociali, educative e culturali connesse all'amicizia maschile che vanno dalla pederastia dei Greci agli stretti legami tra maschi a Oxford, che potrebbero essere definiti una forma di omosocialità, comprese le storie e le pratiche classiche e vittoriane degli omosessuali maschi. Mentre l'attenzione biografica primaria è sui quattro anni (1874-8) che Wilde trascorse a Oxford, ciò che imparò e sperimentò lì è rimasto una pietra di paragone per lui per tutta la sua vita e i suoi scritti. Le affermazioni critiche sul valore interpretativo di questo contesto spaziano dalla posizione che io e altri sosteniamo, vedendolo come formativo per la sua vita e carriera di scrittore, pieno di idee risonanti a cui tornava e che rifrasse o modificò, a una posizione opposta o scettica sostenuta da altri che sostengono che questo contesto ha solo un valore temporaneo o casuale e ha poca importanza per comprendere la natura commerciale e opportunistica della scrittura di Wilde.[2] Questo Capitolo esamina i principali testi critici e accademici collegati a questo approccio contestuale.

Nel 1874, quando Wilde si iscrisse al Magdalen College di Oxford, aveva già completato tre anni (tranne gli esami del Trinity) per conseguire una laurea in studi classici al Trinity College di Dublino.[3] Il programma di studi per una laurea in Literae Humaniores che intraprese a Oxford era, rispetto alle nostre attuali aspettative universitarie, un'istruzione post-laurea in pensiero moderno ed ellenismo, nonché un punto nodale che lo collegava a molti dei più importanti pensatori, libri, idee, emozioni e relazioni che avrebbero plasmato il suo modo di essere nel mondo. Più di due decenni dopo, scrivendo a Lord Alfred Douglas dalla sua cella nella prigione di Reading, Wilde rifletté che, "simply, and without affectation, the two great turning-points in my life were when my father sent me to Oxford, and when Society sent me to prison".[4]


  Per approfondire, vedi Serie letteratura moderna, Serie delle interpretazioni e Serie dei sentimenti.
  1. Richard Ellmann, Oscar Wilde (New York: Alfred A. Knopf, 1988), completato da Horst Schroeder, Additions and Corrections to Richard Ellmann’s Oscar Wilde (2nd edn, revised and enlarged. Braunschweig: privately printed Wolfram Schmidt Buchbinderei & Druckerei, 2002), e Merlin Holland e Rupert Hart-Davis (eds.), The Complete Letters of Oscar Wilde (New York: Henry Holt, 2000), sono le basi necessarie per qualsiasi studio della vita e delle opere di Wilde.
  2. Josephine Guy e Ian Small, ad esempio, screditano l'educazione classica di Wilde come formativa per la sua scrittura; la loro analisi delle sue pratiche li porta a concludere che "Wilde was a writer who did not have an abundance of either intellectual resources or material. There is little sense of that fecund creativity which we associate with the work of Dickens or Balzac. Equally significant, it appears that Wilde’s creative imagination worked best in what was a fairly narrow area, that of the aphorism and the polished one-liner" (Josephine M. Guy e Ian Small, Oscar Wilde's Profession: Writing and the Culture Industry in the Late Nineteenth Century [Oxford University Press, 2000], p. 281). Per un'utile analisi dei campi opposti nella recente critica di Wilde, cfr. Bruce Bashford, ‘When Critics Disagree: Recent Approaches to Oscar Wilde’, Victorian Literature and Culture (2002): 613–25.
  3. Ellmann, Oscar Wilde, p. 35.
  4. Oscar Wilde, The Complete Works of Oscar Wilde, Volume II: De Profundis; ‘Epistola and in Carcere et Vinculis’, ed. Ian Small (Oxford University Press, 2005), p. 99.