Gli antichi vedevano nei raggruppamenti delle stelle dei disegni e delle forme. Le Costellazioni sono dunque il risultato di questi retaggi, composte di stelle più o meno facilmente visibili ad occhio nudo unite tra loro di linee ideali che se tracciate sulla carta, danno origine a quei disegni e a quelle forme che tentano di rappresentare ciò che indica il nome della costellazione stessa. Da ciò si evince che le stelle di una determinata costellazione non hanno niente a che fare una con l’altra, tranne rare eccezioni. Ognuna si trova a distanze molto diverse da noi e quindi l’impressione nostra che siano tutte su uno stesso piano è solo un’illusione ottica.

Costellazioni
modifica

Tolomeo nel II secolo a.C. inventò 48 costellazioni dell'emisfero boreale. I nomi degli asterismi derivano per la maggior parte dalla tradizione mitologica greca. Per l’emisfero australe, invece, la designazione è avvenuta molto più tardi, in quanto gli astronomi hanno potuto osservare il cielo a quelle latitudini solo più di recente. Bayer, Hevelius e Lacaille si sono dedicati a questo compito; soprattutto quest’ultimo ha assegnato alle costellazioni nomi che richiamano strumenti di navigazione o scientifici.

C’è da dire che però in questo campo ha regnato a lungo la confusione. Già nell’antichità, per esempio i greci vedevano un’Orsa dove i romani vedevano un Carro. Anche i confini delle costellazioni erano imprecisi anche perché alcuni astronomi si erano presi l’iniziativa di disegnare nuove costellazioni sconfinando in quelle tradizionali, tanto che alla fine del XIX secolo si contavano 108 costellazioni. A questo stato di cose aveva contribuito, naturalmente, la tecnologia, che aveva messo a disposizione strumenti sempre più potenti e quindi la possibilità di vedere un gran numero di stelle che avevano bisogno di una catalogazione. Nel secolo scorso, dunque si è resa necessaria una unificazione dei nomi e una precisa delimitazione dei confini delle varie costellazioni. A ciò ha provveduto l’UAI ( Unione astronomica internazionale ) che nel 1922 cominciò la revisione delle figure celesti che sono alfine diventate 88, ognuna comprendente, oltre alle stelle più brillanti che ne disegnano l’asterismo, anche una porzione di cielo ben definita.

Aldilà delle loro rappresentazioni, le costellazioni hanno indubbiamente una loro utilità. Servono per orizzontarsi nel cielo. Le stelle hanno una loro precisa posizione individuabile coi valori di Declinazione e Ascensione Retta, così come sulla Terra i luoghi vengono individuati tramite latitudine e longitudine, ma le costellazioni danno subito una idea della regione celeste dove si trova un astro. Se io dico che Mizar è la seconda stella della coda dell'Orsa Maggiore, la sua individuazione sarà molto più facile ed immediata, mentre sarebbe più complicata seguendo i valori di Declinazione ed Ascensione Retta.