Architettura gotica/Introduzione

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Il termine gotico si diffuse nel XV secolo e venne utilizzato dagli umanisti italiani per indicare, con un'accezione dispregiativa, l'architettura a loro contemporanea e quella dei secoli immediatamente precedenti. La parola richiama infatti i Goti, una popolazione barbara, ed era usata per rimarcare il giudizio negativo che veniva dato dell'architettura medioevale: questa era infatti ritenuta "barbara" e di qualità artistica inferiore rispetto agli esempi provenienti dall'antichità classica.[1]

In seguito il termine è entrato nell'uso comune per definire lo stile architettonico che nacque a Parigi, nell'Ile-de-France, nel quarto decennio del XII secolo[2] e che è stato interpretato dagli storici in modi diversi, prendendo in considerazione, a seconda dei casi, aspetti sociali, religiosi, filosofici e culturali. Non è infatti possibile stabilire, per il gotico, dei confini storici e geografici definiti, e anche le sue caratteristiche ritenute tipiche non si presentano con costanza in tutti gli edifici.[3]

Il suo sviluppo corrisponde all'inizio di una nuova fase di stabilità e prosperità per l'Europa dopo il 1100, con la comparsa di nuovi centri di sviluppo economico e culturale. In questo periodo nasce e si afferma l'idea di Stato nazionale in Inghilterra, Francia e Spagna, mentre lo sviluppo della vita intellettuale culmina nella filosofia scolastica, che ha il suo massimo esponente in Tommaso d'Aquino.[4]

Molti sono gli elementi che caratterizzano questa architettura: la volta a costoloni, la copertura a vela, l'arco a sesto acuto (detto anche ogivale), i pilastri a fascio, le ampie vetrate (claristorio), gli archi rampanti, i contrafforti e i pinnacoli. La struttura diventa più leggera e si sviluppa in verticale, verso l'alto. Gli spazi interni vengono suddivisi secondo proporzioni geometriche: le diverse parti sono delimitate da colonnine o pilastri, che prolungano le nervature della volta. Allo stesso tempo, le pareti si svuotano, diventano muri sottili o vengono del tutto sostituite da vetrate colorate, che garantiscono un'abbondante illuminazione e suggestivi effetti di luce.[5]

Proprio le vetrate vengono viste come la massima espressione architettonica del misticismo cristiano medievale, secondo cui la luce è un simbolo della Grazia divina. Alcuni interpreti mettono inoltre in relazione l'architettura gotica con la filosofia scolastica, che si stava sviluppando in quei secoli.[6] La luminosità delle grandi vetrate fu paragonata alla luce della Gerusalemme celeste, e le raffigurazioni che venivano rappresentate sui claristori, insieme alle statue e ai dipinti, costituivano dei cicli mistici con finalità didattiche, cioè con lo scopo educare i fedeli attraverso le immagini.[7]

È inoltre da sottolineare che il gotico si affermò solo nei paesi europei in cui era diffuso il cattolicesimo romano; nelle regioni orientali ortodosse, invece, gli edifici seguivano una una diversa corrente artistica, derivata dall'architettura bizantina. Il gotico può quindi essere inteso anche come un linguaggio comune alla cristianità occidentale. La sua area di diffusione corrisponde all'Europa occidentale e centrale, e comprende le isole britanniche, la Scandinavia, la Francia, i Paesi Bassi, l'impero germanico e alcuni paesi che da quest'ultimo dipendono (come la Polonia e la Boemia), la penisola iberica e la penisola italiana (dove si stavano sviluppando i Comuni). Vi sono poi stati alcuni sconfinamenti dovuti a occupazioni militari, come nel caso di Rodi e della Terra Santa, dove i crociati costruirono chiese secondo lo stile gotico. In tutti questi paesi l'architettura gotica si espresse con sfumature diverse a seconda della diversa realtà sociale, economica, culturale e geologica.[8]

D'altra parte, è bene ricordare che il gotico non si esaurì nell'architettura religiosa. La crescita demografica che interessò l'Europa tra il XII e il XIV secolo portò a una fiorente architettura civile, con la costruzione di maestosi palazzi destinati a compiti amministrativi o di rappresentanza. Questa nuova architettura urbana, influenzata dalla coeva architettura religiosa, fu il simbolo della passaggio dalla società feudale alla nuova società borghese. In molte città quindi, il palazzo del municipio iniziò a competere per grandezza con la cattedrale: spesso i due edifici erano costruiti l'uno a fianco dell'altro, sulla stessa piazza centrale.[9]

Note modifica

  1. Gotico, in Enciclopedia dell'arte medievale Treccani, 1996. URL consultato il 6 febbraio 2016.
  2. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 135.
  3. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 5.
  4. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 5.
  5. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 11.
  6. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, pp. 12-13.
  7. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 6.
  8. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, pp. 14-15.
  9. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, pp. 14-16.