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Gli storici collocano tradizionalmente il primo sviluppo dell'architettura gotica nell'Ile-de-France, alla metà del XII secolo.[1] Da qui si sviluppa il cosiddetto gotico classico che si evolverà con il tempo nel gotico radiante (gotico rayonnant) e successivamente nel gotico fiammeggiante (gotico flamboyant) elaborando e raffinando sempre di più i canoni e le idee che caratterizzano questo stile.[2]

Gotico primitivo modifica

 
Chiesa di Saint-Denis a Parigi, deambulatorio (1144)

Alcuni elementi che saranno tipici del gotico possono essere ritrovati anche in edifici precedenti al XII secolo. L'arco a sesto acuto e le volte a nervature, per esempio, erano impegnate già nell'architettura orientale, e raggiunsero l'Europa per tramite dell'architettura islamica. Questi elementi si possono osservare, per esempio, nelle moschee sorte nella penisola iberica tra il IX e l'XI secolo. Dall'architettura anglo-normanna dei secoli XI e XII provengono invece i primi sistemi per armonizzare i pilastri portanti con i muri, sopra i quali viene posta una volta a nervature. Sempre dall'architettura romanica normanna derivano i muri a contrafforte, gli archi rampanti e le gallerie al livello delle finestre.[3] Gli studiosi sono però concordi nell'indicare in Saint-Denis il primo esempio di edificio in cui tutti questi elementi assunsero un nuovo significato e diedero vita a un nuovo stile, diverso dal romanico.

La chiesa abbaziale benedettina di Saint-Denis a Parigi era il luogo di sepoltura dei re Capetingi (X-XIV secolo) ed era quindi di estrema importanza per la Chiesa francese e per l'intera nazione. Nel XII secolo la struttura di età carolingia versava però in uno stato preoccupante ed era troppo piccola per accogliere il flusso di pellegrini che la raggiungevano per venerare le reliquie dei sovrani. Allo scopo di facilitare il passaggio dei fedeli, intorno al 1135 l'abate Suger (a volte italianizzato in Sugerio) decise di modificare alcune parti della chiesa: il deambulatorio del coro (nel capocroce) e il nartece (cioè l'atrio).[4]

 
Chiesa di Saint-Denis, facciata (1140)

Suger fu una personalità di spicco della sua epoca: fu primo ministro di Luigi VI e Luigi VII, e contribuì alla nascita della monarchia assoluta francese, che si sarebbe pienamente affermata secoli dopo, con Luigi XIV. In questa prospettiva si pose il suo intervento nell'abbazia di Saint-Denis: lo scopo era aumentare lo splendore di uno dei luoghi simbolo del regno. Influì su di lui la dottrina, ricavata dalla lettura di Giovanni Scoto, secondo cui Dio è "luce trascendente", una concezione che veniva fatta risalire al filosofo "Dyonisius" (cioè lo pseudo Dionigi Aeropagita, talvolta confuso con san Dionigi, primo vescovo di Parigi). Questi aveva accostato il cristianesimo al neoplatonismo di Plotino, per il quale gli aspetti dell'essere sono emanazioni del Dio-Uno, ed era giunto ad affermare che le cose visibili sono "luci materiali" che riflettono la luce divina. In base a questa idea, Suger giustificava il suo amore per gli oggetti riccamente decorati, e in particolare per l'oro.[5]

Particolare importanza ebbe la modifica del capocroce, che fu completato nel 1144.[6] Nel deambulatorio vennero usati elementi come l'arco acuto, le volte a costoloni e le cappelle radiali, che erano già presenti nell'architettura romanica. La novità fu la sostituzione delle pesanti pareti divisorie con snelle colonne, facendo in modo che lo spazio tra le cappelle fluisse liberamente. La struttura si presta così ad accogliere giochi di luci e ombre che creano una tensione verticale verso l'alto. Queste novità, che rispecchiavano le idee di Suger, caratterizzeranno il gotico nelle costruzioni successive.[7]

La chiesa di Saint-Denis subirà successive trasformazioni (1231-1281), ma con questi primi accorgimenti aveva dato inizio a un nuovo stile costruttivo. La facciata aveva due torri, ma il campanile nord fu demolito nell'Ottocento perché danneggiato da una tempesta e pericolante. La facciata è ora divisa in tre fasce scandite da paraste, e il secondo livello presenta trifore ogivali ai lati e un grande rosone centrale. Altro elemento tipicamente gotico è il portale strombato suddiviso da una serie di ghiere sempre più piccole, tutte decorate con elementi plastici.

Nella diffusione del gotico dentro e fuori dalla Francia ebbe poi un ruolo chiave l'architettura cistercense. La regola dell'ordine prevedeva che gli edifici rispettassero le esigenze di rigore e chiarezza nell'organizzazione delle strutture. Le chiese e i monasteri cistercensi del XII secolo iniziarono a usare elementi come le volte ogivali, evitando però la prolissità decorativa tipica del gotico di Saint-Denis. Per questo motivo lo stile architettonico cistercense è definito gotico ridotto. Le cose cambiarono dopo il 1185, con la costruzione dell'abside dell'abbazia cistercense di Notre-Dame a Potigny, in cui furono adottati per la prima volta alcuni elementi provenienti dalle grandi cattedrali dell'Ile-de-France. I cistercensi esportarono il loro stile in gran parte dell'Europa: lo ritroveremo in Spagna, Inghilterra, Italia e nelle regioni dell'impero germanico.[8]

Proto-gotico dell'Ile-de-France modifica

 
Cattedrale di Sens, coro (1164)

Nello stesso periodo in cui Suger interveniva nell'abbazia di Saint-Denis, furono apportate modifiche ad altre cattedrali dell'Ile-de-France, che possono tuttora essere ammirate come esempi del primo gotico e che influenzarono l'architettura successiva: si tratta delle cattedrali di Sens, di Noyon, di Laon e di Notre-Dame a Parigi.

La cattedrale di Sens fu iniziata attorno al 1135 per volontà dell'arcivescovo Henri Sanglier, e fu completata nel 1164: è quindi uno dei primissimi edifici gotici, insieme al coevo deambulatorio di Saint-Denis. La pianta è ancora di impianto romanico, priva di transetto ma con un deambulatorio. L'elevato è a tre piani con alte arcate a sesto acuto, mentre nella navata centrale presenta volte a crociera esapartite che poggiano su colonne binate alternate a pilastri composti. Nel complesso la disposizione degli interni crea un effetto di grande plasticità, anche se rimangono alcuni arcaismi risalenti ancora al romanico.[9]

La cattedrale di Noyon (iniziata intorno al 1150 e completata nel 1185) ha una pianta a tre navate che presenta ancora elementi romanici come il transetto con terminazioni arrotondate e l'alzato a tre piani. Ha però un deambulatorio unico e un'abside con finestre, come a Saint-Denis. Fa la sua prima comparsa un quarto livello inserito nelle pareti della navata principale tra matroneo e claristorio: il triforio, un livello intermedio caratterizzato da trafori che si aprivano sugli spazi secondari e che vivacizzava la struttura della cattedrale. Tuttavia non era ancora possibile, dal punto di vista strutturale, aprire anche questo livello all'esterno per aumentare la luminosità. Noyon rappresenta la prima soluzione per unificare la verticalità dell'arco acuto con l'orizzontalità data dai diversi livelli.[10]

La cattedrale di Laon (iniziata nel 1160 e completata attorno al 1210) presenta tre navate scandite da un ritmo uniformato. All'interno ricorda la struttura a quattro piani di Noyon, con la differenza che invece dei supporti alterni degli archi ha delle colonne cilindriche ispirate a quelle romane, un elemento che all'epoca fu particolarmente apprezzato. Il coro, realizzato nel 1205 in sostituzione della precedente struttura romanica, ha una forma allungata con finestre molto alte sormontate da un grande rosone. La cattedrale di Laon è famosa anche per le sue cinque torri: due in facciata, due alle estremità del transetto e una torre-lanterna sul crocevia. Queste torri, previste dall'inizio e ispirate alla cattedrale romanica di Tournai, furono realizzate solo a partire dal 1190 e furono completate nel XIII secolo. La facciata è dotata di grande profondità, con il portone strombato, le ghiere e molti particolari decorativi plastici, elementi che segnano una divisione rispetto alla piattezza del precedente periodo romanico. La cattedrale di Laon ebbe un'influenza enorme sull'architettura gotica della Francia settentrionale.[11][12]

La cattedrale di Notre-Dame a Parigi (iniziata forse nel 1163) è considerata il «capolavoro» della prima fase del gotico[13] e l'edificio che segna il passaggio verso la fase della maturità. Presenta cinque navate con doppio deambulatorio e delle cappelle nei muri non estradossate che si interrompono al livello del transetto non sporgente. Le tribune si aprono verso l'interno tramite archi tripli, mentre a terra la navata centrale è scandita da colonne cilindriche. È inoltre una delle primissime cattedrali a impiegare l'arco rampante, un elemento di raccordo che serviva per scaricare le forze della copertura sui contrafforti esterni senza dover gravare sulle navate secondarie. Questo elemento è molto importante in quanto permise alle successive cattedrali del gotico maturo di togliere carichi eccessivi ad altre strutture portanti.[14][15]

Gotico maturo o classico modifica

 
Cattedrale di Chartres, pianta
 
Cattedrale di Chartres, facciata occidentale (prima del 1194)

La cattedrale di Chartres è considerata l'edificio chiave nell'affermazione del gotico maturo,[14] e fin da subito divenne un vero e proprio modello per le cattedrali coeve. L'originaria struttura romanica fu distrutta da un incendio il 10 giugno 1194[16] e ricostruita secondo il nuovo gusto che si stava diffondendo nell'Ile-de-France. Chartres era d'altra parte una ricca sede episcopale, la cui cattedrale ospitava la tunica che si riteneva fosse stata indossata da Maria alla nascita di Gesù. Il culto mariano era particolarmente sentito e aveva un ruolo importante nell'economia della città: il vescovo e il suo capitolo organizzavano ogni anno quattro fiere in occasione delle quattro principali festività mariane (Natività, Annunciazione, Purificazione, Assunzione).

La riedificazione della cattedrale, che avrebbe di nuovo ospitato la reliquia salvatasi miracolosamente dall'incendio, fu resa possibile grazie alle donazioni provenienti dalla nobiltà e dai possidenti locali, ma anche dai lavoratori della città. La cattedrale di Chartres era quindi, allo stesso tempo, simbolo della fede religiosa ma anche della prosperità economica della comunità, oltre a essere lo sfondo per varie attività civili, come il commercio e l'amministrazione della giustizia.[17]

Presenta tre navate con un transetto che si posiziona perfettamente a metà; proseguendo verso il presbiterio le navate diventano cinque e viene creato un doppio deambulatorio per enfatizzare il vero "centro" della chiesa. Viene inoltre sfruttata al meglio la presenza degli archi rampanti, che permettono di scaricare le forze direttamente sui contrafforti esterni, liberando il peso che gravava sul matroneo. Viene così eliminato questo livello e accentuata la leggerezza della navata. I livelli diventano tre: gli alti archi, il basso triforio e il claristorio. La verticalità della struttura è enfatizzata anche dai pilatri polistili che dal pavimento giungono alla linea d'imposta delle volte, dove si fondono con le nervature.[17]

La facciata della cattedrale presenta elementi tardoromanici, risalenti alla struttura precedente all'incendio (costruiti attorno al 1134-1150). Le facciate dei transetti sono invece del XIII secolo. Il progetto iniziale prevedeva poi sette torri, ma ne furono costruite solo due; la torre di nord-ovest, in particolare, risale al 1140 ed è la prima torre in stile gotico, a cui nel 1507 fu aggiunta una guglia in stile flamboyant.[18]

Se quella di Chartres fu simbolo di prosperità, ancora maggiore fu il prestigio della cattedrale di Reims, che fu luogo di incoronazione dei re Capetingi nell'Ile-de-France, regione che nel XIII secolo aveva assunto grande importanza politica ed economica. Iniziata nel 1210, presenta come Chartres un alzato a tre ordini, con volte quadripartite, archi rampanti e pilastri polistili, decorati e arricchiti però da numerose sculture. Si possono così ammirare gli angeli tra i pinnacoli esterni, i crochets, le gargouilles e vari motivi vegetali scolpiti sui portali, sui capitelli e sui fregi. A Reims fanno la loro prima comparsa anche i trafori a giorno: le bifore hanno un'unica vetrata sopra la quale viene inserito un traforo esalobato. Delle sette torri previste in origine ne verranno costruite solo due in facciata nel XV secolo. La facciata è opera probabilmente di Jean de Loup: fu progettata verso il 1235 e terminata alla fine del XIII secolo, mentre la galleria superiore fu ultimata nel XV secolo.[19] I suoi tre portali aggettanti sono formati sul motivo dell'arco di trionfo e individuano maestosamente i tre ingressi alla cattedrale.

Altro esempio classico del gotico maturo è la cattedrale di Amiens, iniziata nel 1220 e terminata nel 1288. Anche questa fu ricostruita dopo un incendio, seguendo un progetto di Robert de Luzarches risalente al 1220. Fu presa a modello la cattedrale di Reims, ma furono realizzate delle volte più alte e ne vennero ulteriormente sviluppati i trafori. Qui le quadrifore sono infatti sormontate da tre trafori, in modo che la parete della cattedrale sembra dissolversi in una vetrata. I trifori, invece, finiscono per assomigliare a una fila di finestre che riprendono il claristorio sovrastante. Questo sarà un elemento importante nello sviluppo del gotico maturo.[20]

La cattedrale di Saint-Etienne a Bourges fu iniziata contemporaneamente alla cattedrale di Chartres: il coro fu terminato nel 1210, mentre la navata centrale richiese più tempo e fu completata attorno al 1255-1260. La particolarità di questa cattedrale è che i suoi costruttori non aderirono al modello di Chartres, anche dopo che questo si impose in molti cantieri, ma proseguirono con il progetto iniziale. Ne nacque un edificio estremamente originale, caratterizzato dall'essenzialità della concezione spaziale. Questo aspetto fu parzialmente ripreso da altri costruttori, per esempio nella cattedrale di Le Mans, nel coro della cattedrale di Coutances e nella cattedrale di Toledo in Spagna. La pianta della cattedrale di Bourges è priva di transetto, con doppie navate laterali e doppio deambulatorio, sul modello di Notre-Dame a Parigi. È però un edificio molto leggero, con volumi scaglionati in altezza e navate laterali molto alte che sorreggono la navata centrale e archi rampanti all'esterno. Lontano, quindi, dalla grandiosità di Chartres.[21]

Gotico radiante modifica

 
Abbazia di Saint-Denis, coro (1281)

Il gotico rayonnant ("radiante" o "raggiante") si diffuse nel corso del XIII secolo, a partire dalle innovazioni introdotte a Reims e Amiens. Pur proseguendo con il modello di Chartres, furono abbandonate le masse poderose in favore di una maggiore verticalizzazione e di una più equilibrata suddivisione degli spazi. Il nome rayonnant deriva dal disegno raggiato che si può osservare sui grandi rosoni delle cattedrali.[22]

La prima fase del gotico radiante viene definita anche stile cortese o stile reale perché strettamente collegata con il regno di Luigi IX (1227-1270). Il sovrano godette di grande prestigio come condottiero e re cristiano, tanto da essere oggetto di venerazione quando era ancora in vita (soprattutto dopo il ritorno dalla settima crociata, nel 1254), e da essere canonizzato nel 1297. La Francia di quegli anni conobbe una grande prosperità economica e culturale, manifestata da alcune opere architettoniche che negli anni quaranta del Duecento diedero vita al gotico radiante, a cominciare dalle nuove modifiche apportata alla chiesa abbaziale di Saint-Denis.[23]

Tra il 1231 e il 1281 l'abbazia di Saint-Denis a Parigi fu oggetto di nuovi interventi architettonici. Nel coro di Suger fu ricostruita la parte superiore e venne collegata al nartece tramite una navata e dei nuovi transetti. Sviluppando un'intuizione già presente nella cattedrale di Amiens, si pensò di trasformare il triforio in finestrature e la parete esterna del corridoio del triforio fu aperta a vetrate, mentre furono conservati i trafori verso la navata, che erano privi di vetri. Un'altra innovazione ha riguardato i pilastri: abbandonata la colonna polistila, i pilastri si trasformano in un fascio a losanga di colonne che corrisponde alle nervature delle volte.[24]

 
Sainte-Chapelle a Parigi, cappella superiore (1248)

Capolavoro del gotico radiante è la Sainte-Chapelle del Palazzo Reale di Parigi, la cappella che Luigi IX fece costruire attorno al 1243-1248 per ospitare un frammento della Santa Croce e uno della Corona di spine. Il prestigio delle reliquie, che Luigi aveva comprato dall'imperatore bizantino, diede lustro alla Francia e la cappella divenne il simbolo della nazione in quanto paese cattolico. La struttura che venne realizzata è quindi un monumentale reliquiario, che ricorda un'enorme opera di oreficeria. Le pareti, rivestite da vetri e non interrotte da transetti, sono ricoperte da vetrate colorate dal basso verso l'alto, a eccezione una bassa fascia basale decorata.[25]

 
Cattedrale di Saint-Urbain a Troyes (1262)

L'influenza dello stile radiante proveniente da Parigi è visibile anche nella chiesa collegiata di Saint-Urbain a Troyes, fondata da papa Urbano VI nel 1262 in onore del suo santo patrono. L'esterno è caratterizzato da frontoni aguzzi e da pinnacoli che si assottigliano verso l'alto; l'interno invece è a due piani con vetrate che ricoprono quasi completamente le pareti. Il triforio è scomparso. In generale nel gotico radiante i vetri scuri (rossi o blu) tipici del primo gotico e del gotico classico lasciano lo spazio a colorazioni più tenui, per lo più bianche o grigie, che creano un effetto più chiaro ma anche più freddo. Inoltre, sviluppando un'idea che era già presente nel gotico maturo, l'architettura si trasforma in una rete di trafori.[25]

Caratteristiche riconducibili al gotico radiante sono presenti anche nella cattedrale di Sées in Normandia (1270 circa), nei transetti settentrionale (1250 circa) e meridionale (1258) di Notre-Dame a Parigi, nella cattedrale di Strasburgo, nel Portale dei Librai della cattedrale di Rouen (1281). Cattedrali in stile gotico radiante saranno costruite nella Francia meridionale e occidentale. Nel Poitou e nell'Anjou, province dei Plantageneti, continua invece la tradizione di costruire chiese a sala, in cui cioè la navata centrale e quelle laterali hanno la stessa altezza. Questa soluzione fu particolarmente apprezzata da francescani e domenicani, i quali preferivano costruire i propri conventi e le proprie chiese nel cuore della città, dove si svolgeva la loro missione.[26]

Affine a questa c'è un'altra tradizione architettonica, che prevedeva la costruzione di cappelle laterali al posto delle navate minori. Questa soluzione si diffuse ampiamente nelle chiese catalane. Uno dei primi esempi di chiesa gotica che adotta questa soluzione è la chiesa domenicana di Santa Catalina a Barcellona (1270), ma è ipotizzabile che questo stile abbia influenzato anche la cattedrale fortificata di Albi (1282-1390), nella Francia meridionale.[26]

Gotico fiammeggiante modifica

 
Chiesa di Saint-Maclou a Rouen, facciata (1437-1517)

L'ultima fase del gotico francese è detta flamboyant (fiammeggiante) e si colloca nella seconda metà del XIV secolo. L'attività di costruzione delle cattedrali conobbe un rallentamento nei decenni che seguirono il 1340, anche a causa della guerra dei Cent'anni tra Inghilterra e Francia. Il nuovo stile, che si caratterizza per i trafori con motivi a doppia curva simili a fiamme, si affermò soprattutto nella Francia settentrionale.

Un esempio di gotico fiammeggiante è la facciata pentagonale di Saint-Maclou a Rouen, in cui il volume pieno si dissolve in una polifonia di ornati e pinnacoli. Il medesimo trattamento viene utilizzato con risultati ancor più efficaci nelle torri, come nella Tour de Beurre (1485-1500) della cattedrale di Rouen oppure nella torre settentrionale di Chartes (1507). L'interno delle chiese flamboyant, tuttavia, è ancora una ripetizione dello stile radiante che in quegli anni era già affermato ormai da tempo.[27]

Architettura civile modifica

Prima di concludere e passare al gotico in Inghilterra facciamo un rapido excursus sull'architettura civile in Francia tra XII e XIV secolo. Si tratta per lo più di castelli e città fortificate, edificate in particolare durante la guerra dei Cent'anni. Oggi è possibile visitare ancora le imponenti città murate della Francia del sud, come per esempio Carcassonne e Aigues-Mortes.

I castelli invece si sviluppavano da una torre centrale, generalmente di forma circolare o, talvolta, poligonale: il mastio. I castelli erano inoltre celebri per il loro splendore, ricchi di pinnacoli e torri. Descrizioni poetiche di queste strutture ci sono giunte da varie opere letterarie del periodo. Oggi sopravvivono solo pochi castelli: la maggioranza fu infatti demolita nel XVII secolo per volontà del cardinale Richelieu.

È però possibile ammirare ancora oggi il palazzo dei papi di Avignone, un complesso fortificato con alte mura e circondato di torri composto da due strutture: un edificio voluto da Benedetto XII attorno al 1340 per essere allo stesso tempo fortezza e monastero, e un secondo, più lussuoso, edificato da Clemente VI tra il 1342 e il 1352 su progetto di Jean de Loubinière. Al XV secolo risalgono invece l'Hȏtel du Cluny (dove dimorava l'abate di Cluny quando era a Parigi) e la casa di Jacques Coeur a Bourges. Quest'ultimo, tesoriere reale, realizzò tra il 1445 e il 1453 una struttura a pianta asimmetrica, in cui da un lato erano posizionati gli uffici bancari e dall'altra gli appartamenti padronali.

Si ricorda infine il palazzo di giustizia di Rouen (1499), in cui è evidente come il gotico fiammeggiante si fosse rivelato adatto non solo all'architettura religiosa ma anche a quella civile.[28]

 
Palazzo dei papi ad Avignone (1334-1352)

Note modifica

  1. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 21.
  2. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 135.
  3. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, pp. 21-24.
  4. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 135-136.
  5. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 136-137.
  6. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 36.
  7. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 136.
  8. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 38.
  9. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 25.
  10. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 137.
  11. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 138-139.
  12. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, pp. 30-31.
  13. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, pp. 31.
  14. 14,0 14,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 139.
  15. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, pp. 35-36.
  16. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 55.
  17. 17,0 17,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 139-140.
  18. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 140.
  19. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 141.
  20. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 142.
  21. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, pp. 66-73.
  22. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 50.
  23. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 144.
  24. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 144-145.
  25. 25,0 25,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 145.
  26. 26,0 26,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 147.
  27. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 148.
  28. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 148-150.