Architettura gotica/Inghilterra

Indice del libro

A partire dalla seconda metà del XII secolo, lo stile gotico dall'Ile-de-France si diffuse in Inghilterra, dove si sviluppò secondo caratteristiche proprie.

Primo gotico inglese

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Cattedrale di Canterbury, coro (1178)

Nel settembre 1174 un incendio distrusse quasi interamente il coro romanico della cattedrale di Canterbury. Il prestigio della chiesa era enorme: sede del primate d'Inghilterra e di un importante monastero benedettino, era centro del culto di san Tommaso Becket, ucciso proprio nella cattedrale nel 1170. Per la sua ricostruzione si decise di seguire la moda architettonica che in quegli anni si stava diffondendo nell'Ile-de-France, ma il maestro francese chiamato a questo scopo, Guglielmo di Sens, non riuscì a convincere i monaci a eliminare completamente quello che rimaneva del coro normanno. Si dovette così procedere a edificare sopra la cripta preesistente una nuova struttura gotica, ispirata alle cattedrali di Laon e di Notre-Dame a Parigi. La nuova costruzione presenta un alzato su tre piani con volte costolonate esapartite che poggiano su semicolonne di marmo nero di levigato di Purbeck, attorno a cui si sviluppa un deambulatorio semicircolare.[1]

La cattedrale di Canterbury ebbe grande influenza sulle costruzioni successive. Tuttavia, questo primo gotico inglese (Early English) presentava già alcune differenze rispetto allo stile dell'Ile-de-France: si diffuse un gusto particolare per i motivi decorativi e fu introdotto il camminamento, un elemento architettonico ricavato nello spessore dalla parete, la cui tecnica costruttiva è affine a quella della parete anglo-normanna. Rispetto ai modelli francesi la cattedrale di Canterbury è poi estremamente lunga, una caratteristica che si spiega probabilmente con la doppia destinazione della chiesa, in quanto sede metropolitana e abbazia benedettina.[2] Il gotico inglese inoltre presenta fin da subito una tendenza all'orizzontalità: le cattedrali si sviluppano longitudinalmente, mantenendo la tecnica anglo-normanna del muro spesso, accentuando l'orizzontalità delle arcate e limitando l'estensione verticale dei pilastri. Alle facciate a due torri, di origine francese, furono invece preferite le facciate a paravento, più larghe che alte.[3]

La Trinity Chapel e la Corona (la Becket's Crown, cioè la cappella dedicata a Tommaso Becket), che si trovano nella zona del presbiterio nei pressi dell'abside della cattedrale di Canterbury, si devono al maestro d'opera Guglielmo l'Inglese, che nel 1178 sostituì Guglielmo di Sens, tornato in patria dopo essere rimasto ferito in un incidente nel cantiere. La zona absidale fu ampliata con serie di spazi collegati ma tra di loro distinti. Nel coro dei monaci si alternano pilastri circolari e ottagonali, mentre nel presbiterio, che ospita l'altare maggiore, sono poste colonne binate e nella Corona si trovano delle colonne incassate nel marmo di Purbeck.[2]

L'influenza di Canterbury è visibile nelle cattedrali di Chichester, Rochester e Winchester. Negli stessi anni i cistercensi introdussero un gotico austero ma funzionale nell'Inghilterra settentrionale, e in particolare nelle abbazie di Kirkstall e Roche. A un'altra scuola ancora è riconducibile lo stile della cattedrale di Wells.[4]

 
Cattedrale di Lincoln, la folle volta (Crazy vaulting) che copre il coro di Sant'Ugo (1192)

Il gotico inglese conoscerà poi ulteriori innovazioni con la ricostruzione della cattedrale di Lincoln a opera di Geoffrey de Noiers, nella quale vengono introdotti elementi che nulla hanno a che vedere con le cattedrali francesi. Iniziata nel 1192, la chiesa è ricordata per la «folle volta» che copre il coro di Sant'Ugo (dal nome del committente dei lavori, sant'Ugo di Lincoln). Viene accentuata la funzione decorativa delle nervature con l'introduzione dei tiecerons, nervature intermedie che non hanno funzione portante e quindi non terminano nella chiave di volta, ma in un punto posto su un costolone longitudinale. Sulle pareti invece sono sovrapposti due ordini di archi acuti, i quali poggiano direttamente sugli spessi muri. Continua poi a essere utilizzata la parete normanna a doppio guscio, che viene impiegata per fare in modo che le volte siano rette non dagli archi rampanti, ma dai matronei collocati sopra le navate laterali. La facciata, terminata nel 1230, è stata ampliata sui lati in modo da reiterare gli ordini di arcate cieche che si trovano all'interno. Anche Lincoln, come Canterbury, eserciterà grande influenza su altre costruzioni successive: ne sono esempi il presbiterio della cattedrale di Ely e quella di Salisbury.[5]

 
Abbazia di Westminster, navata centrale (1245)

Il primo gotico inglese aveva ancora un ridotto repertorio di motivi architettonici, e fu superato grazie agli espedienti introdotti nell'abbazia di Westminster a Londra. Fondata nel 1045 da Edoardo il Confessore e edificata in stile romanico, fu ricostruita nel 1245 da Enrico III in stile gotico. Si assiste qui alla fusione tra elementi della tradizione inglese (l'aggetto dei transetti, l'arretramento del clerestorey rispetto alle nervature della parete, la profonda galleria del triforio, le arcate cieche su cui sono scolpiti motivi geometrici o vegetali o altre figure) con elementi di provenienza francese (come per esempio il capocroce e il deambulatorio, la maggiore altezza della navata, gli archi rampanti, l'assenza del camminamento nel claristorio, i trafori delle finestre). La sala capitolare, ultimata nel 1253, presenta invece una pianta ottagonale con gradi finestre traforate secondo lo stile rayonnant, che preannunciano il Decorated Style che si diffonderà di lì a breve.[6]

Gotico ornato

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Croce di Eleonora, Hardingstone (1294)

L'influenza del gotico cortese proveniente dalla Francia e introdotto in Inghilterra con l'intervento nell'abbazia di Westminster è visibile nelle cattedrali di Hereford, Lichfield, nell'Angel Choir di Lincoln (aggiunto nel 1256-1280), nella sala capitolare e nel chiostro di Salisbury.[7]

Attorno al 1290 raggiunge la maturità il Decorated Style (o stile ornato, detto anche Curvilinear Style, stile curvilineo): un primo esempio è l'uso delle curve doppie che caratterizzano le decorazioni delle dodici Croci di Eleonora (1291-1294), che furono erette da Edoardo I per segnalare il percorso funebre della regina Eleonora di Castiglia dal Lincolnshire a Westminster.[7] Le croci presentano alla base una decorazione floreale fatta di curve doppie, che rielaborano i modelli floreali tipici del gotico radiante francese.[8]

Il nuovo stile ornato si caratterizza quindi per l'adozione di un modello lineare a curve e controcurve, a cui si aggiunge anche l'uso dell'arco a carena e dell'arco a forbice. Da semplice rivoluzione degli ornamenti architettonici, lo stile ornato passa poi a dare forma all'intera struttura delle cattedrali, dando un senso di fluidità attraverso l'impiego di forme curve.[9] Tra i principali esempi di stile ornato c'è la cattedrale di Exeter, iniziata tra il 1280 e il 1290. La sua navata centrale, completata attorno al 1300, è ricoperta da una pesante volta che si apre a foglia di palma, con nervature fortemente accentuate la cui forma risponde anzitutto a finalità decorative e non a esigenze funzionali.[10]

 
Cattedrale di York, sala capitolare (1290)

Altro capolavoro del gotico ornato è la cattedrale di York. La sua sala capitolare, a base ottagonale, fu iniziata nel 1290 ed è illuminata da ampie pareti con rosoni. Sotto di esse corre un passaggio, le cui pareti non sono però perpendicolari alle finestre, accentuando l'impressione di curvatura dell'edificio. Nella navata centrale, degli stessi anni, la grande finestra sulla facciata allarga le sue decorazioni come foglie di un albero al di sopra della traversa, creando uno disegno fatto di curve e controcurve.[11]

L'influenza di Exeter è visibile nella cattedrale di Wells, in cui gli interventi iniziarono verso il 1285 e terminarono negli anni quaranta del XIV secolo. Il motivo a foglie di palma ritorna nella sala capitolare della cattedrale, a pianta ottagonale, e in parte anche nella Lady Chapel (la cappella dedicata alla Beata Vergine, elemento tipico dell'architettura religiosa britannica), anch'essa a pianta ottagonale irregolare. Altre due novità sono gli archi inflessi nei sedilia (cioè i seggi per il clero) e la volta a liernes, cioè a nervature non portanti, che hanno mere funzioni decorative (come per esempio nella volta del coro).[12] Le pareti interne presentano invece una soluzione nata dallo sviluppo dei trafori tipici dello stile cortese francese: la fascia tra l'arcata e il claristorio è occupata da una griglia a giorno in pietra. Nell'intersezione tra la navata e il transetto compaiono poi degli archi di rinforzo simili a curve inflesse che si intersecano, aggiunti negli anni quaranta del secolo a sostegno della torre.[13]

Questi elementi furono ulteriormente sviluppati nel presbiterio e nella Lady Chapel tra il 1298 e il 1330 della chiesa abbaziale agostiniana di Bristol (oggi cattedrale di St. Augustin). Qui il peso della volta viene trasmesso dai contrafforti alle pareti esterne attraverso archi che scandiscono la pianta dell'edificio.[14]

Il Decorated Style però raggiunse il suo culmine nella cattedrale di Ely, ricostruita dopo che era stata devastata dal crollo di una torre nel 1322. Ne nacque un invaso a pianta centrale del diametro di 20 metri, sopra cui fu costruita una torre ottagonale. La luce entra nella cattedrale dalle quattro finestre che si trovano su ogni lato della lanterna lignea (progettata da William Harley, maestro carpentiere del re), mentre le linee oblique dell'ottagono rompono la regolarità della navata normanna. Il legno inoltre più della pietra si prestava a realizzare gli elementi decorativi tanto cari al Decorated Style. Sotto la lanterna trova posto il coro, alle cui estremità furono costruite nel 1328-1335 tre campate che presentano una volta stellata a liernes. Un motivo a stelle si trova anche nella volta a liernes della Lady Chapel (iniziata nel 1321 e terminata negli anni 1335-1349). Qui, lungo le pareti, corre una serie di archi inflessi inclinati in avanti, in cui sono inserite statue e motivi vegetali.[15]

Gotico perpendicolare

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Cattedrale di Gloucester, coro (1337-1360)

Oltre al gotico ornato, l'introduzione dello stile rayonnant nell'abbazia di Westminster portò alla diffusione in Inghilterra di una seconda tendenza: il Perpendicular Style, il gotico perpendicolare. Il nome deriva dal fatto che le strutture decorative sono impostate secondo uno schema rettilineo, verso l'alto.[16]

Primo esempio di gotico perpendicolare è la cappella di Santo Stefano a Westminster, costruita per volontà di Edoardo I, ma di cui oggi sopravvive solo la cripta, per di più pesantemente modificata. La realizzazione vide tre fasi: 1292-1297, 1320-1326 e 1330-1348. Qui Michele di Canterbury e il figlio Tommaso (che gli succedette nel 1323) avevano ripreso e sviluppato elementi del gotico cortese, rielaborandoli secondo uno stile perpendicolare.[16] Questa tendenza sarebbe proseguita nella prima cattedrale di San Paolo a Londra, e in particolare nella sala capitolare del chiostro progettata da William Ramsey (oggi distrutta), dove era visibile il primo esempio di traforo perpendicolare rettilineo e il primo arco quadricentrico.[17]

Le intuizioni architettoniche utilizzate a Londra saranno poi riprese e sviluppate nella chiesa abbaziale benedettina di Gloucester (oggi cattedrale). Il coro, ristrutturato nel 1331-1337, doveva probabilmente accogliere le spoglie di Enrico II e si ipotizza che la realizzazione fosse stata affidata a William Ramsey o a Tommaso di Canterbury. Le pareti del coro, risalenti all'XI secolo, furono lasciate intatte, mentre su di esse fu costruita una volta a liernes. L'estremità del coro è invece costituita da un'unica vetrata.[17] Il deambulatorio di Gloucester è poi citato come uno dei primi casi (se non il primo) in cui è utilizzata una copertura a ventaglio della volta, l'ultima fase dell'interesse dell'architettura gotica inglese per la decorazione delle volte. Questo stile è riscontrabile anche in altre chiese inglesi, come nella cattedrale di York o nelle abbazie di Sherborne e di Bath.[18]

 
King's College di Cambridge, interno della cappella reale (1508-1515)

Il più importante esempio di copertura a ventaglio, nonché uno dei capolavori del Perpendicular Style, si trova nella cappella regale del King's College di Cambridge, fondato da Enrico VI nel 1441 ma completato solo molto più tardi, dopo la fine della guerra delle Due Rose. La volta a ventaglio della cappella fu realizzata da John Wastell tra il 1508 e il 1515. Il suo peso sembra scaricarsi completamente sulle pareti coperte da ampie vetrate, ma in realtà è sostenuto dai potenti contrafforti collocati all'esterno, nascosti tra le cappelle laterali.[18] Le sottili colonnine contribuiscono a conferire verticalità all'edificio, dirigendo l'attenzione verso la volta.[19]

 
Abbazia di Westminster, volta della cappella di Enrico VII (1503-1519)

Sullo stesso filone si pone la cappella di Enrico VII nell'abbazia di Westminster, costruita nel 1503-1512 su una precedente Lady Chapel. L'intento del sovrano era di realizzare un monumento che fosse al tempo stesso religioso e politico: il primo re Tudor voleva infatti un sacrario per Enrico VI (nella speranza di una prossima canonizzazione) e un luogo di culto dove celebrare uffici di suffragio dopo la sua morte. Il progetto è attribuito ai fratelli Robert e William Vertue, ma si ipotizza che in realtà fu portato avanti da Robert Lanys il Giovane. La cappella è coperta da una sontuosa volta ornata da chiavi pendule, dalla forma di coni, sostenute da archi trasversali. Osservandole si ha l'impressione che le nervature abbiano perso ogni funzione portante. Delle torrette di forma ottagonale contribuiscono a sostenere il peso della volta. Al centro trova posto la tomba di Enrico VII e della moglie Elisabetta di York.[20][21]

Architettura civile

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New College di Oxford (anni 1580)

Come per il gotico francese, anche in questo caso la presentazione si chiude con un breve cenno all'architettura civile inglese del periodo. I primi esempi di edifici non religiosi in stile gotico possono essere considerati i castelli che Edoardo I fece costruire alla fine del XIII secolo, dopo la conquista del Galles. In genere è presente un forte senso per la simmetria, come nel castello di Harlech o nella città di New Winchelsea. La casa di campagna a Acton del vescovo Burnell, cancelliere di Edoardo I, si presenta come un blocco rettangolare con una torre a pianta quadrata in ogni angolo. Contrasta invece con questa aspirazione all'armonia l'organizzazione del Stokesay Castle, che presenta una disposizione asimmetrica delle varie parti: questa diventerà un modello per la successiva architettura civile medievale inglese.[22]

L'ambiente centrale di tutti gli edifici civili dell'epoca era la hall, la stanza in cui gli abitanti consumavano i pasti in comune. Nel XV secolo la mensa signorile sarà però spostata in un ambiente più intimo, denominato great chamber o solar, solitamente posto al primo piano. Sempre nel XV secolo si diffonde la predilezione per l'uso delle torri non più con funzione militare ma come elementi decorativi ed estetici.[23]

Tra i capolavori dell'architettura medievale inglese si deve ricordare il New College di Oxford, fondato dal cancelliere Guglielmo di Wykeham nel 1379. La realizzazione fu affidata a William Wynford, che progettò un'unica struttura a forma di quadrilatero che unisse la hall, la cappella, la biblioteca, il rettorato e gli alloggi per studenti e docenti. Gli stessi princìpi di coerenza ed eleganza furono applicati nel Queen's College di Cambridge, costruito probabilmente da Reginald Ely negli anni cinquanta del XV secolo. In generale l'organizzazione degli spazi nei college riprende la simmetria che si è già incontrata nelle residenze di campagna del XIV-XV secolo.[24]

  1. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 151.
  2. 2,0 2,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 152.
  3. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 40.
  4. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 153.
  5. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 153-155.
  6. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 156-157.
  7. 7,0 7,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 157.
  8. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 108.
  9. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 76.
  10. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 109.
  11. Louis Grodecki, Architettura gotica, con contributi di Anne Prache e Roland Recht, traduzione italiana di Anna Bacigalupo, Milano, Electa, 1978, p. 110.
  12. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 159.
  13. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 159-160.
  14. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 160.
  15. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 161-162.
  16. 16,0 16,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 162.
  17. 17,0 17,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 163.
  18. 18,0 18,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 164.
  19. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 122.
  20. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 164-166.
  21. Francesca Prina, Storia dell'architettura gotica, Milano, Electa, 2009, p. 122.
  22. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 166-167.
  23. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, p. 167.
  24. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, traduzione italiana, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 167-168.