Arabo/Fondamenti/Vocali

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Suoni vocalici modifica

In arabo i suoni vocalici sono solo tre: A, I, U.

In realtà, in molti dialetti esistono anche i suoni "e" e "o" (p.es. ben per bin, Mohammed per Muhammad). Queste variazioni dialettali non creano difficoltà, perché all'orecchio del parlante arabo la differenza tra vocali brevi affini non è così importante come per noi.

Al contrario, è molto importante, sia nella pronuncia che nella scrittura, la distinzione tra vocali brevi e lunghe.

Questa differenza non è avvertita chiaramente in italiano: per noi dire casa con una "a" più o meno prolungata non cambia il significato. Esiste invece in altre lingue europee: per esempio in inglese la differenza tra il suono "i" breve di sit e il suono "i" lungo seat cambia il significato della parola.

L'importanza attribuita a questa distinzione si riflette nella scrittura.

Le vocali brevi sono indicate da segni ausiliari, detti tashqil, che possono essere omessi nella scrittura usuale.

Le vocali lunghe, invece, sono sempre indicate. Le lettere che indicano vocali lunghe vengono equiparate a consonanti: per esempio, la lettera che indica la "i" (lunga) è la stessa che indica "y" (considerata consonante), quella che indica la "u" (lunga) è la stessa che indica "w" (consonante).

Nell'indicazione della pronuncia, useremo "a, i, u" per le vocali brevi e "â, î, û" per quelle lunghe.

Segni per le vocali brevi modifica

Per indicare le vocali brevi in arabo si usano tre segni ausiliari, che non fanno parte dell'alfabeto e che si mettono sopra o sotto la consonante che devono vocalizzare; spesso sono scritti leggermente spostati verso sinistra.

Tali segni sono i seguenti:

  • La fathah, che si trascrive e si legge /a/ (breve). È costituita da una lineetta obliqua posta sopra la lettera.
  • La kasrah, che si trascrive e si legge /i/ (breve). È costituita da una lineetta obliqua posta sotto la lettera.
  • La dammah, che si trascrive e legge /u/ (breve). È un apostrofo con occhiello posto sopra la lettera.
  • Esiste anche un altro segno, il sukun, che consiste in un piccolo cerchietto posto sopra la lettera: indica che quella consonante non è seguita da vocale.

Esempi (da destra a sinistra: fathah, sukun, dammah, kasrah, in accompagnamento a varie consonanti):

مَ سْ مُ كِ

Questi quattro segni sono considerati facoltativi.

Nella scrittura ordinaria (p.es. nei giornali) vengono normalmente omessi, salvo su sporadiche parole, dove sussiste rischio di malinteso.

Le vocali lunghe modifica

Esse si formano precedendo alle semivocali alif, yâ e waw, le vocali brevi (fathah, kasrah e dammah). Da notare che le vocali brevi non sono solitamente scritte, quindi sono rappresentabili con le sole semivocali che possono avere valore di vocale lunga. Ecco una tabella con le sole semiconsonanti.

nome forma grafica
isolata
valore fonetico
alif '
Y
waw W

Quando queste semiconsonanti sono precedute da vocali brevi (in questo caso precedute a loro volta da una consonante) formano delle vocali lunghe. Qui di seguito s'illustrerà la differenza tra vocali brevi e lunghe precedute da una consonante:

Vocali brevi:

  • بَ = Ba

-

  • بِ = Bi

-

  • بُ = Bu

Vocali lunghe:

  • بَا = Bâ

-

  • بِي = Bî

-

  • بُو = Bû

Da notare che nella scrittura quotidiana non si esplicitano la fathah, la dammah e la kasrah, quindi prende questa forma:

  • با = Bâ

-

  • بي = Bî

-

  • بو = Bû

Quando si vuole indicare la vocale lunga all'inizio della parola, prende questa forma:

  • أَا (è equivalente a آ) = Â

-

  • إِي = Î

-

  • أُو = Û