Sardo/Proposizioni
Il sardo è una lingua che fa abbondante uso di paratassi; purtuttavia, si nota la costruzione delle subordinate più comuni.
Proposizioni oggettive modifica
Analogamente all'italiano, sono introdotte da verbi dichiarativi, di percezione etc. servendosi di chi e dei modi indicativo o congiuntivo; nella costruzione implicita, impiegano de e l'infinito. Ad esempio:
- Sunt timende chi non bi la podent facher.
- Sunt timende chi non bi la podant facher.
- Sunt timende de non bi la poder facher.
Proposizioni relative modifica
Preponderante l'utilizzo di chi, anche nelle relative avverbiali in cui altrimenti si impiegherebbe ube.
Proposizioni temporali modifica
Contemporaneità modifica
Sono introdotte da congiunzioni subordinanti quali cando, in su mentras chi, appena(s) chi, etc.
Anteriorità modifica
Sono introdotte da congiunzioni subordinanti quali primu chi, innàntis chi, etc.
Posteriorità modifica
Sono introdotte da congiunzioni subordinanti quali a pustis chi, etc.
Proposizioni causali modifica
Sono introdotte da congiunzioni subordinanti quali ca, sicomente, etc.
Proposizioni finali modifica
Nella loro costruzione implicita, sono introdotte dalle preposizioni a / pro e dall'infinito; in quella esplicita, si formano con la congiunzione chi ed il congiuntivo.
Proposizioni consecutive modifica
Sono introdotte dagli avverbi gai / tantu. Nella loro costruzione implicita, si formano con de e l'infinito; in quella esplicita, con la congiunzione chi ed il modo indicativo.
Proposizioni concessive modifica
Le concessive richiedono l'indicativo se precedute da congiunzioni quali sende chi, fin(tz)as si, puru si; richiedono invece il congiuntivo se precedute da altre congiunzioni quali mancari (chi), Bastat / Bastet / Bastante chi.
Proposizioni ipotetiche modifica
Il sardo impone che, nelle proposizioni ipotetiche, sia la protasi che la apodosi abbiano medesimo modo e tempo. Vi sono tre tipi di periodo ipotetico:
- Realtà
- Possibilità
- Irrealtà
Il periodo ipotetico della realtà richiede il modo indicativo nei tempi del presente, futuro, imperfetto e passato prossimo. Quelli della possibilità e dell'irrealtà si formano anch'essi con il modo indicativo, nei tempi dell'imperfetto e del trapassato prossimo.
NOTE modifica
- Analogamente all'italiano, l'indicativo è impiegato per fatti reali o certi, il congiuntivo per quelli possibili, desiderabili od incerti.
- A mie mi paret chi siat falande abba meda. = Mi pare che stia piovendo molto.
- Est sicuru chi est falande abba meda. = È sicuro che sta piovendo molto.