Utente:Xinstalker/sandbox3


Con il termine di coniatura occidentale Daoismo (oppure Taoismo)[1] si indicano più aspetti della cultura filosofica e filosofico-religiosa cinese difficilmente definibili e omologabili:
Origini del pensiero filosofico e religioso indicato come "Daoismo"Modifica
Le dottrine filosofiche, mistiche e religiose del cosidetto "Daoismo" sorgono nel Periodo dei regni combattenti (453-221 a.C.) e sono inserite nelle Cento scuole di pensiero.
I catalogatori della dinastia Han (漢朝, 206 a.C.-220 d.C.) ebbero non poco imbarazzo nel tentare di organizzare una così disorganica produzione letteraria. Diversamente dai "classici" confuciani questi testi furono per loro difficilmente classificabili. Secondo Farzeen Baldrian tale difficoltà emerge in modo evidente sia nello Shǐjì (史記, Documenti storici) opera del daoista Sīmǎ Qiān (司馬遷, 145-90 a.C.), sia nel Qián Hàn shū (前漢書, Primo Libro degli Han).
Così nello Shǐjì alcuni autori considerati appartenenti ad altre scuole, vengono invece indicati come ispirati dalle sentenze 'daoiste' di Huángdì (黃帝) e di Lǎozǐ (老子): è il caso Hán Fēizǐ (韓非子), il principale pensatore del Legalismo (法家, Fǎjiā) e successivamente indicato come un oppositore del Daoismo. Allo stesso modo opera lo Yìwén zhì (藝文志). Il Guǎnzǐ (管子), ordinariamente considerato un testo di scuola Fǎjiā, contiene alcuni capitoli daoisti e come daoista viene descritto dallo Yìwén zhì.
E' evidente, dunque, che gli autori ritenuti fondanti il "Daoismo" non si consideravano tali e l'attribuzione, spesso contraddittoria di questo o di quell'autore a questa o a quella scuola del pensiero filosofico e religioso cinese appartiene ad una scelta operata da studiosi risalenti ad un'epoca decisamente successiva ovvero al periodo della dinastia Han.
Come ricorda Stephen R. Bokenkamp i cinesi non avevano un termine per indicare le proprie religioni fino all'arrivo del Buddhismo nei primi secoli della nostra Era quando opposero al Fójiào (佛教, gli insegnamenti del Buddha) il Dàojiào (道教, gli insegnamenti del Dao). Allo stesso modo, ricorda Farzeen Baldrian, gli studiosi classificatori del periodo Han indicarono, in modo "mal definito", come Dàojiā (道家, scuola daoista) autori ed opere a loro precedenti.
Mario Sabattini e Paolo Santangelo così concludono: