Utente:Xinstalker/sandbox1

« Ogni società si fonda sull'aristocrazia, perché essa, se è tale, è esigenza nei confronti di sé stessa, e senza questa esigenza ogni società muore. »
(Albert Camus, Taccuini, vol. III (1951-1959), Milano, Bompiani, 2004, p. 134)

« Siccome ogni attività era interrotta, l’inquietudine e la curiosità spingevano tutti fuori di casa. Il vestire trascurato attenuava le differenze sociali, l’odio si nascondeva, le speranze si spiegavano, la folla era pervasa di dolcezza. L’orgoglio di un diritto conquistato splendeva su tutti i volti. C’era un’allegria carnevalesca, un tono da bivacco; nulla fu spassoso, i primi giorni, quanto l’aspetto di Parigi. La mimica dell’attore riscaldava la folla, mozioni sovversive si incrociavano:
- Basta con le Accademie! Basta con l’Institut!
- Basta con le missioni!
- Abbasso i liceali!
- Abbasso i titoli universitari!
- Manteniamoli invece, disse Sénécal, ma che siano eletti per suffragio universale, dal Popolo, unico vero giudice!
La ragione pubblica era turbata, come dopo i grandi sconvolgimenti della natura. La gente intelligente diventò scema e lo rimase per tutta la vita. »
(Gustave Flaubert, L’educazione sentimentale)

« Divento folle perché non ho più niente. Credo che sia finita, la mia vita. La mia bocca è stanca. Non ci sono più parole. Non ho più niente. Più carta. »
(Duras)

« mi chiedo se un’ipotetica mentalità laicista della gran massa dei cittadini non finirebbe per essere altrettanto poco desiderabile quanto una deriva fondamentalista dei cittadini credenti »
(Jürgen Habermas, Perché siamo post-secolari, in “Reset”, 108 (2008), p.31)