Storia della filosofia/Filosofia contemporanea

Storia della filosofia

La filosofia contemporanea trova la sua delimitazione iniziale, secondo la comune storiografia filosofica, nel periodo in cui i grandi ideali e sistemi di pensiero ottocenteschi declinano di fronte alle tragedie e alle disillusioni tipiche del Novecento.

Filosofia del XIX secolo

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Apertasi con la grandiosa stagione del Romanticismo, la filosofia assiste alla riformulazione del criticismo kantiano in chiave idealistica. Fichte e Schelling fanno dell'Io il principio assoluto a cui ricondurre l'intera realtà, che per la ragione può diventare così oggetto di scienza. Mentre però in costoro la ragione si limitava a riconoscere, ma non a riprodurre, l'atto creativo con cui il soggetto poneva l'oggetto (che restava prerogativa di una suprema intuizione intellettuale), sarà invece con Hegel che la ragione stessa diventa creatrice, attribuendosi il diritto di stabilire cosa è reale e cosa non lo è. «Ciò che è reale è razionale» sarà la summa del pensiero hegeliano:[1] vale a dire che una realtà esiste solo se soddisfa certi criteri di razionalità, rientrando nella triade dialettica di tesi-antitesi-sintesi tipico del procedimento a spirale con cui l'Idea giunge a identificarsi con l'Assoluto.

Dopo la possente sistemazione onnicomprensiva di Hegel, la filosofia ha visto la reazione a questo panlogismo nel duplice volto di uno spiccato materialismo (Feuerbach, Marx) e di un richiamo all'irriducibiltà del singolo uomo e all'importanza assoluta della sua vita come essere umano e non come semplice fase di un processo dialettico (Schopenhauer, Kierkegaard, Emerson). Mentre poi il Positivismo (Comte, Mill, Ardigò), in piena età della seconda rivoluzione industriale, esaltava la ricerca scientifica e il progresso tecnico e tecnologico, la voce isolata di Nietzsche preconizzava il declino dell'Occidente e la nascita di una umanità nuova, dando avvio ad un indirizzo nichilistico che nel Novecento verrà riproposto.

Dopo il declino dell'idealismo in Germania si svilupparono due movimenti simili, ma opposti: il neokantismo che voleva tornare a Kant e una corrente più empirista e scientifica che negando l'idealismo si appellava alla ricerca sperimentale come nuovo modello d'indagine. Questo secondo movimento fu anche influenzato da una rinascita aristotelica al seguito del lavoro di Friedrich Adolf Trendelenburg, il quale influenzò Franz Brentano (La Psicologia dal punto di vista Empirico), Ernst Laas (Idealismo e Positivismo) e Friedrich Paulsen (varie opere su Kant). Aristotele non veniva più fatto solamente oggetto di studi storici e filologici, ma discusso anche in maniera sistematica. Trendelenburg, grande critico di Hegel, aveva non solo edito opere di Aristotele, ma aveva anche sviluppato una propria posizione, basata su Aristotele.[2]

Filosofia del XX secolo

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In Europa

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Agli inizi del Novecento sulle cattedre di filosofia venivano nominati anche gli esponenti della nuova scienza sperimentale della psicologia. Dopo il lavoro di Fechner quello fondamentale per le scuole sociologiche di Max Weber e Wundt, furono proprio vari studenti della Scuola di Brentano a fondare i primi istituti di ricerca sperimentale in psicologia, mentre tenevano cattedre di filosofia. Carl Stumpf e Alexius Meinong fondarono rispettivamente la Scuola di Berlino e la Scuola di Graz, portando allo sviluppo della psicologia della Gestalt.

Edmund Husserl, matematico e studente di Brentano, proprio al volgere del secolo pose le fondamenta di una delle correnti filosofiche più influenti del XX secolo: la fenomenologia. Varie tendenze menzionate sopra si ritrovano nello sviluppo della fenomenologia, ad esempio il rapporto problematico tra filosofia e psicologia nell'indagine della mente e della coscienza e il "ritorno a Kant", riformulando la fenomenologia dal 1913 in poi esplicitamente come disciplina trascendentale. La fenomenologia esercitò un notevole influsso sia sulla filosofia continentale (ad esempio l'esistenzialismo) che quella analitica (per esempio Gilbert Ryle, Wilfrid Sellars, Dagfinn Føllesdal, Daniel Dennett) e continua a contribuire e informare le discussioni su temi quali intenzionalità e coscienza, ontologia e mereologia, atti linguistici e grammatiche formali.

Il Novecento vede un notevole fiorire di idee e proposte filosofiche, che vanno dal "ritorno a Kant" della Scuola di Marburgo e della Scuola del Baden all'analisi della società moderna della Scuola di Francoforte allo Spiritualismo di Henri Bergson, dal Neotomismo (o Neoscolastica) di Jacques Maritain, alla poderosa riflessione dell'Esistenzialismo che riprenderà tematiche che si ritrovavano già in Kierkegaard di[Martin Heidegger, Karl Jaspers, Jean-Paul Sartre, Albert Camus all'ermeneutica di Hans Georg Gadamer. In Italia lo storicismo di Benedetto Croce e l'idealismo di Giovanni Gentile. Nei paesi di lingua tedesca l'Epistemologia del Wiener Kreis e di Karl Popper. Sempre su tematiche che prendono in considerazione i legami fra scienza e filosofia anche Gaston Bachelard, Thomas Kuhn e Paul Feyerabend. Inoltre si deve segnalare la riflessione sulla teologia svolta da autori quali Barth, Bonhöffer, Tillich.

Nei paesi di lingua inglese

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Contemporaneamente agli indirizzi sopra esposti si assiste alla nascita - dovuta all'opera di filosofi come Hermann Lotze, Bernhard Bolzano, Gottlob Frege - della filosofia analitica con esponenti quali Bertrand Russell, Ludwig Wittgenstein che amplierà la riflessione alla filosofia del linguaggio.

In Gran Bretagna e negli Stati Uniti iniziava la rinascita dell'interesse per Hegel - neoidealismo - con rappresentanti principali l'inglese Francis Herbert Bradley e lo statunitense Josiah Royce. Contemporaneamente a questa rinascita il pensiero autoctono si sviluppa negli Stati Uniti con autori quali Charles Sanders Peirce fondatore del pragmatismo e attento alla dimensione logica nella filosofia, William James (fratello dello scrittore Henry) continuatore dell'opera di Peirce e che definì la propria speculazione come pragmatismo indirizzandola verso la psicologia e infine John Dewey che si orientò - pur essendo legato strettamente a Peirce - verso la pedagogia.

Interprogetto

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  1. Hegel, prefazione a Lineamenti di filosofia del diritto, Laterza, Bari 1954, pag. 15.
  2. Dieter Münch, Franz Brentano and phenomenology, in Lester Embree et al. (ed.), "Encyclopedia of Phenomenology" (Dordrecht: Kluwer 1997), p. 71 b - 75 b [1].