Carmina (Catullo)/01: differenze tra le versioni
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* Riferimenti letterari: l'invocazione alle Muse nel proemio della propria opera è ripresa dall'antica tradizione greca ed è una costante nella storia della letteratura.
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Nei primi due versi Catullo si chiede a chi debba dedicare la sua nuova "piacevole" raccolta, il "''libellus''", che ha appena finito di levigare con la pietra pomice.
Decide di dedicare il "''libellus''" a [[w:Cornelio Nepote|Cornelio Nepote]], storiografo del [[w:I secolo a.C.|I secolo a.C.]], conterraneo di Catullo e probabilmente grande amico del poeta, che considerava le "''nugae''", inezie, di Catullo come qualcosa di importante. Nel sesto e settimo verso elogia la sua opera, i Chronica, a noi completamente non pervenuta, che mirava a raccontare tutta la storia in tre libri, definiti dal poeta "eruditi e faticosi". Anche in questi versi, dove non manca una sottile ed affettuosa ironia, è visibile il nuovo ideale di poesia dei [[w:neoteroi|neoteroi]]: l'opera di Cornelio è apprezzata da Catullo perché breve, dotta e laboriosa. È comunque più verosimile pensare che l'autore dedichi a Cornelio solamente una parte dei componimenti a noi pervenuti e non l'intero "''Liber''" (che comprende 2300 versi, compresi alcuni carmina più complessi e quindi non propriamente definibili come nugae, inezie). Per tutto il componimento il poeta sostiene ironicamente che le sue poesie siano di poco conto, una falsa modestia che alla fine sparisce. Invocando solennemente la "vergine protettrice", ovvero la Musa, si augura che la sua raccolta si mantenga per almeno più di una generazione.
== Il tema ==
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