Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 4: differenze tra le versioni

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La ''tsedaqah'' di Dio è la spiegazione definitiva della contingenza dell'esistenza. In quanto tale, potrebbe essere espressa solo in una promessa, che si estende dal presente al futuro. Perché il passato da solo non garantisce mai alcuna continuità o permanenza. Il suo ordine immanente è esso stesso contingente.<ref>Cfr. [[w:David Hume|David Hume]], ''A Treatise of Human Nature'', 3.1.2, cur. L. A. Selby-Bigge (Oxford, i888),473 segg.</ref> Quindi, per usare una metafora corrente, fare affidamento su questo ordine in sé potrebbe non essere altro che "un'azione futile di fronte a una catastrofe imminente". Ma una promessa primaria in sé e per sé non ha antecedenti; in effetti, se li avesse, sarebbe il processo di fare un'inferenza e quindi una previsione basata su tale inferenza. Indicherebbe, quindi, una relazione ''dentro'' il mondo già presente. Una promessa primaria, al contrario, è infinitamente più radicale, infinitamente più originatoria. Di conseguenza, non potrebbe provenire dal mondo stesso, la cui esistenza reale (piuttosto che il suo "Essere" astratto) non è più necessaria dell'esistenza umana reale, mortale. Potrebbe venire solo da Colui che trascende sia il mondo che l'umanità.
 
Eppure, nonostante la sua contingenza ultima, l'esistenza mondana ha struttura e continuità. L'evento primordiale della creazione fonda l'esistenza come processo ordinato. Questo perché la promessa divina è essa stessa pattizia. La struttura e la continuità dell'esistenza, il suo carattere essenziale, è ciò che si intende per ''mishpat''. È tramite ''mishpat'' che l'esistenza è coerente. Come minimo, tale coerenza si vede nel principio di contraddizione, per cui le cose mantengono la loro identità distinta in relazione l'una con l'altra. La sfida di Abramo a Dio che il giudice deve agire in modo giusto e coerente, e distinguere costantemente tra innocenti e colpevoli, è la presentazione biblica di questo principio fondamentale di ogni ragione. ''Mishpat'', quindi, è lo standard per cui vengono mantenuti i confini tra le cose e tra gli atti. ''Mishpat'' viene violata quando quei confini non vengono rispettati. Ecco perché ''mishpat'' è fondamentalmente negativa. Funziona come un limite. In effetti, non è inappropriato qui utilizzare la formula di Spinoza: ''determinatio negatio est''.<ref>''Epistola'', n. 50, in ''Opera'', cur. J. van Vloten and J. P. N. Land (The Hague, 1914), 3:173: "Haec ergo determinatio ad rem juxta suum esse non pertinet: sed econtra est ejus non esse ... et determinatio negatio est."</ref> ''Mishpat'' è quella ''determinatio'' fondamentale che rende possibile un approccio ordinato all'esistenza. Tuttavia, ''mishpat'', proprio perché essenzialmente negativa, non può mai garantire la fatticità dell'esistenza; presuppone sempre che l'esistenza sia mantenuta dalla ''tsedaqah'' di Dio. Le espressioni di ''mishpat'' sono sempre in definitiva condizionali, vale a dire, ''se'' c'è un mondo, ''allora'' deve avere determinate strutture per essere coerente. Come dice Geremia, "Senza la mia alleanza con il giorno e con la notte, io non avrei stabilito le leggi (''huqqot'') del cielo e della terra (''lo samti'')" ({{passo biblico2|Geremia|33:25}}).<ref>Nel Talmud, quell'alleanza è vista come il patto tra Dio e Israele (TB Pesahim 68b; anche ''Ruth Rabbah'', petihah, 1 rif. {{passo biblico2|Salmi|75:4}}). In effetti, la ''tsedaqah'' divina che crea il mondo e ne mantiene l'esistenza è sperimentata nel modo più immediato nell'alleanza con Israele. Cfr. ''Mishnat Rabbi Eliezer'', sez. 7, cur. Enelow, 1:138; R. Judah Halevi, ''Kuzari'', 1.25 rif. {{passo biblico2|Esodo|20:2}}.</ref> L'essenza nella teologia biblica deriva dall'esistenza, ma l'esistenza non è mai derivata dall'essenza.<ref>Cfr. Heschel, ''God in Search of Man'', 92.</ref>
 
Ecco perché la verità (''emet'') è la fedeltà di Dio prima che sia corrispondenza esterna e prima che sia coerenza interiore. La verità è prima di tutto la fedele promessa di Dio che l'esistenza creata rimarrà. "Egli fa il cielo e la terra, il mare e tutto ciò ch'è in essi, e mantiene la fedeltà (''ha-shomer emet'') in eterno" ({{passo biblico2|Salmi|146:6}}).<ref>Per due importanti discussioni sulla verità come fedeltà (''emet v’emunah''), si veda Martin Buber, ''The Knowledge of Man'', cur. M. Friedman (New York & Evanston, 1965), 120; Eliezer Berkovits, ''Man and God'' (Detroit, 1969), 253 segg.</ref>
 
=== Obbligo dell'Alleanza e libertà ===