Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 2: differenze tra le versioni

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Seguendo Kant, per costituire la priorità dell'etica sulla ragion teorica nel suo sistema filosofico, Cohen non può ritenere assolutamente originatoria l'idea di verità. Se così fosse, allora l'etica, che si occupa del bene, dovrebbe essere subordinata alla ragion teorica come è praticamente in tutte le filosofie prekantiane, a partire da Platone e Aristotele e fino a tutti coloro che hanno influenzato. Pertanto, quello che fa Cohen è mostrare che l'interesse per la verità deve essere correlato con un impegno per la verità (''Wahrhaftigkeit''), che è, ovviamente, una virtù morale. Senza un impegno fondamentale per la veridicità, nessuno farebbe lo sforzo prolungato che l'interesse per la verità richiede al fine d'essere intellettualmente produttivo. Solo la veridicità rende la verità degna di rispetto. D'altra parte, senza il rigore della verità, la veridicità rimarrebbe un istinto meramente virtuoso, ma lo sarebbe senza alcun collegamento con la ragione.<ref>Cfr. ''ibid.'', 507 segg.</ref> Quindi verità e veridicità sono interdipendenti. Come disse succintamente Cohen, "senza verità scientifica nessuna veridicità; e senza veridicità nessuna verità".<ref>''Logik'', 604. Cfr. Sylvain Zac, ''La Philosopkie religieuse de Hermann Cohen'' (Parigi, 1984), 27.</ref>
 
La superiorità dell'etica sulla scienza, tuttavia, deriva dall'idea di autonomia. Sebbene la scienza non dipenda dagli oggetti dell'esperienza in quanto non sono fondati nella realtà esterna della cosa-in-sé ma sono costituiti dalla ragione scientifica stessa, la ragione scientifica deve comunque scegliere ''da'' ciò che ''si trova'' nell'esperienza (''Empfindung'').<ref>Cfr. ''Logik'', 67, 145, 401, 418 segg., 472; anche, ''Ethik'', 399.</ref> Senza questa condizione, il ruolo della sperimentazione nella ragione scientifica moderna sarebbe totalmente perso. Chiaramente, nessuno prenderebbe sul serio la ragione scientifica se non includesse la sperimentazione nel suo programma generale. Essendo così influenzata dalla tecnologia e dalla sua convalida orientata ai risultati, la scienza moderna deve ''fare'' qualcosa per essere notata dalla cultura in cui opera. Quel "fare", per quanto "creativo", non è una ''creatio ex nihilo''; deve comunque funzionare con oggetti che sono già disponibili per tutti. In tal senso, quindi, la scienza non crea i suoi oggetti, ma li costituisce soltanto.
 
L'etica, d'altra parte, crea i propri oggetti.<ref>Cfr. ''Ethik'', 179 segg.</ref> Gli oggetti dell'etica, in definitiva sussunti nell'idea del bene, sono le proiezioni della ragione che creano il proprio mondo ideale. Quella creazione ideale ha origine nell'autonomia del soggetto morale, autonomia che il soggetto conoscente, per quanto costruttivo, non ha e non potrà mai avere.<ref>Cfr. ''ibid.'', 429.</ref> Sia la scienza che l'etica si trovano ora nel soggetto. Non è più vero che il fondamento della scienza è la cosa-in-sé esteriore (essendo interne solo le condizioni dell'esperienza) mentre il fondamento dell'etica è interno (nel soggetto morale come ''causa noumenon''). Entrambi sono ora interni; la loro differenza è quindi di grado piuttosto che di tipo. La ragion pratica dell'etica sembra essere assolutamente creativa, mentre la ragion teorica della scienza sembra essere solo relativamente creativa. Tuttavia, per Cohen, questa non è l'intera storia.
 
Nel campo dell'etica, Cohen è alquanto letterale nella sua accettazione della nozione di autonomia di Kant.<ref>Cfr. ''ibid.'', 321 segg.</ref> Le uniche regole morali che sono razionalmente valide sono quelle che il soggetto morale ha voluto per se stesso insieme a ogni altro possibile soggetto morale. L'autonomia, quindi, non è "autogoverno" nel senso di soggettivismo pratico ("faccio le mie cose / faccio da me", nel linguaggio popolare odierno); piuttosto, è il sé che dà voce all'idea della stessa legge razionale creando un mondo ideale attraverso la sua pura volontà — un "regno dei fini", nelle parole di Kant.<ref>Cfr. ''Groundwork of the Metaphysic of Morals'', trad. {{en}} H. J. Paton (New York, 1964), 100 segg.</ref> Questo reame ideale è costruito con l'assunzione della dignità primaria di soggetti morali, che secondo il criterio della coerenza universale determinano un sistema di regole fatte da loro stessi e solo per se stessi.<ref>Cfr. ''Ethik'', 341. La seconda formulazione dell'imperativo categorico di Kant, cioè il soggetto morale come ''Zweck an sich selbst'', è per Cohen "der tiefste und machtigste Sinn" (''ibid.'', 322).</ref> Così l'autonomia funziona come origine (''Ursprung'') dell'etica allo stesso modo in cui la logica funziona come origine della scienza. Ma il vantaggio dell'origine etica è che è meno ingombrante dell'origine scientifica; è meno condizionata (''unbedingt'').<ref>Cfr. ''ibid.'', 425. Cfr. anche, ''ibid.'', 14, dove Cohen considera l'idealismo etico come "von der Tyrannei der Erfahrung sich frei macht."</ref>
 
=== L'unicità di Israele nella correlazione divino-umana ===