Israele – La scelta di un popolo/Introduzione: differenze tra le versioni

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Il recupero della dottrina classica dell'elezione (e della sua correlata, la dottrina della rivelazione) deve essere filosofico perché la sua più potente negazione moderna è stata condotta filosoficamente. A cominciare dall'archetipo del filosofo moderno [[Baruch Spinoza]], la negazione della plausibilità – per non parlare della verità – della dottrina ebraica classica dell'elezione di Israele è apparsa molto più evidente alle persone intelligenti nel mondo rispetto alla dottrina stessa, a cui vedono aderire solo i tradizionalisti non secolari.<ref>Il sostenitore più persistente e influente di questa posizione fu [[w:Mordecai Kaplan|Mordecai M. Kaplan]] (m. 1983) in tutta la sua lunga e attica carriera. Cfr. per es., ''Judaism as a Civilization'' (New York, 1934), 257; ''The Religion of Ethical Nationhood'' (New York, 1970), 154.</ref> Pertanto, se i tradizionalisti vogliono contrastare le accuse esterne di miopia e l'accusa interna di ignorare il rapporto che abbiamo con Dio come creatore del mondo, allora dobbiamo evidenziare le radici della moderna negazione dell'elezione di Israele. Questo deve essere fatto allo scopo di recuperare in modo convincente la dottrina classica in tutta la sua potenza e ricchezza. Tale evidenza, per essere adeguata – e quindi convincente – deve essere filosofica. Bisogna sapere cosa e come rispondere ai suoi negazionisti, e questo può essere fatto nel mondo solo con la saggezza più profonda che il mondo stesso ha da offrire.<ref>Cfr. M. Avot 2.14 e R. Israel Lipschütz, ''Tiferet Yisra’el'', nota 130.</ref> Perché i suoi negazionisti hanno influenzato il nostro modo di pensare in più modi di quanto spesso ne siamo consapevoli.
 
Tuttavia, nonostante il grande ruolo che la teologia deve assegnare alla filosofia e ai suoi metodi, non deve dare alla filosofia un ruolo fondamentale. Una tale concessione sarebbe, in effetti, un tentativo di ridurre la Torah al mondo. In un modo o nell'altro, sarebbe [[w:apologetica|apologetica]]. Troppo del pensiero ebraico moderno ha fatto proprio questo. E, come vedremo nei primi tre Capitoli del wikilibro, questo alla fine ha portato tali pensatori ebrei moderni a rendere molto più omaggio all'eredità di Spinoza – il grande negazionista dell'ebraismo e del popolo ebraico – di quanto non avessero mai voluto fare. In questo mio studio, molto aiutato sia dalle teorie che dall'esempio di [[w:Franz Rosenzweig|Franz Rosenzweig]], cercherò di utilizzare la filosofia, le sue intuizioni e i suoi metodi come ''ancilla theologiae'' — l'"ancella della teologia".<ref>Per l'origine di questo termine, cfr. H. A. Wolfson, ''Philo'' (Cambridge, Mass., 1947) 1:145segg.</ref> Il mio scopo principale qui è chiarire il terreno affinché le fonti classiche, la Bibbia e gli scritti rabbinici, possano parlare ancora una volta con tutta la loro potenza e ricchezza al popolo ebraico nel mondo, e anche al mondo stesso. Ma dobbiamo essere schietti nell'insistere sul fatto che la Torah non può mai e, quindi, non deve mai essere giustificata dal mondo o da qualsiasi cosa in esso. La Torah viene da Dio, ed è per l'amor di Dio che ci è stata data. Il mondo è fatto da Dio, e Dio ha dato la sua Torah nel mondo, ma la Torah ci insegna sempre più di quanto faccia il mondo.<ref>Cfr. M. Avot 3.7 e commenti di [[w:Obadiah di Bertinoro|R. Obadiah Bertinoro]] e [[:en:w:Yom-Tov Lipmann Heller|R. Yom -Tov Lippmann Heller]], ''Tosfot Yom Tov''.</ref>
 
Finora ho indicato il ruolo che la filosofia deve svolgere ''per'' la teologia; tuttavia, svolge anche un ruolo ''in'' teologia. Qui vedo la filosofia che funziona nella teologia come [[w:fenomenologia|fenomenologia]].
 
Se l'analisi filosofica riguarda la spiegazione delle essenze dei fenomeni, cioè ciò senza il quale il fenomeno non potrebbe apparire come appare, allora l'analisi filosofica della dottrina dell'elezione di Israele è certamente appropriata.<ref>Cfr. [[w:Edmund Husserl|Edmund Husserl]], ''Ideas'', sezioni 78-79, trad. {{en}} W. R. B. Gibson (New York, 1962), 2OOsegg200segg.</ref> Questa dottrina è onnipresente nell'espressione tradizionale ebraica, specialmente nella liturgia, che è quella forma di espressione ebraica che gli ebrei sono incaricati dalla Halakhah di recitare regolarmente e quindi affermare regolarmente. Poiché il fenomeno in questione è verbale (essendo un'espressione teologica), la sua analisi filosofica è, in particolare, l'impiego di affermazioni metateologiche che "dischiudono" per così dire le affermazioni teologiche più criptiche. Questo viene fatto per (1) esporre le relazioni logiche basilari che contengono e che danno loro la loro struttura essenziale; (2) estrarre le implicazioni ontologiche che sembrano essere all'opera riguardo a queste stesse affermazioni; (3) sviluppare i suggerimenti più ampi che queste proposte hanno per la situazione intellettuale e politica di coloro che ora le recitano e ne affermano la verità.
 
=== Proposizioni basilari ===