Yeshua e i Goyim/Capitolo 1: differenze tra le versioni

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I sinottici indicano che Gesù aiutò la [[Taumaturgia messianica/Capitolo 28|figlia della donna cananea]] ({{passo biblico2|Mc|7:24-30}}; {{passo biblico2|Mt|15:21-28}}) e il [[Taumaturgia messianica/Capitolo 13|servo del centurione]] ({{passo biblico2|Mt|8:5-10}}; {{passo biblico2|Luca|7:1-10}}). Anche la storia dell'[[Taumaturgia messianica/Capitolo 16|indemoniato gerasene]] è molto probabilmente da intendersi come riguardante un uomo gentile ({{passo biblico2|Marco|5:1-20}}; {{passo biblico2|Mt|8:28-34}}; {{passo biblico2|Luca|8:26-39}}). Queste tre storie sono prove valide per l'affermazione che di tanto in tanto Gesù effettivamente, anche se di rado, aiutò certi gentili che chiedevano il suo aiuto. Nonostante queste occasioni concrete, è da notare che secondo i sinottici Gesù non prese mai l'iniziativa di aiutare i Gentili. Non visitò mai le aree dei gentili per portare la sua missione ai gentili. Tutte le narrazioni rilevanti nei sinottici indicano che alcuni gentili occasionalmente presero l'iniziativa di chiedere aiuto a Gesù. Gesù, secondo i Vangeli, con esitazione rispose positivamente al loro bisogno. Da sottolineare che, nel caso della donna cananea e del centurione di Cafarnao, si dice che Gesù abbia operato la guarigione a distanza. Gesù non andò incontro al paziente gentile, né entrò nella sua casa. Leggendo i Vangeli per quello che sono di primo acchito, diventa evidente che Gesù rimase distante dai Gentili e guidò la sua missione tra gli ebrei.
 
{{passo biblico2|Marco|3:8}}, {{passo biblico2|Matteo|4:25}} e {{passo biblico2|Luca|6:17}} dicono che moltitudini vennero ad ascoltare Gesù e per essere guarite da lui. Queste moltitudini, come affermano i versetti elencati in precedenza, includevano persone del lato orientale della [[w:Giordania|Giordania]], dell'[[w:Edomiti|Idumea]], della [[w:Decapoli|Decapoli]], dei distretti di [[w:Tiro (città antica)|Tiro]] e [[w:Sidone|Sidone]]. Tuttavia, non è scontato che i molti provenienti dalle terre straniere fossero gentili. Naturalmente Marco può aver insinuato che tra quelli provenienti da regioni straniere come Tiro e Sidone, alcuni fossero gentili. La nota interpretativa del redattore in {{passo biblico2|Matteo|12:17-18,21}} supporta tale conclusione. Il materiale sinottico dei detti, che sono attribuiti a Gesù, contiene alcune parole positive riguardo ai gentili. Nella ricerca neotestamentaria, il detto sul grande banchetto è stato considerato essenziale perché gli studiosi lo hanno spesso interpretato come contenente un riferimento ai gentili che entreranno nel regno di Dio/Cieli nel futuro [[w:escatologia|escatologico]]. Nel [[w:Banchetto#Il banchetto nella Bibbia|banchetto escatologico]] del regno di Dio i gentili ceneranno in compagnia di Abramo, Isacco e Giacobbe ({{passo biblico2|Mt|8:11-12}}/{{passo biblico2|Luca|13:28-29}}). Si ricorda che Gesù abbia paragonato "questa generazione" e gli abitanti di [[w:Cafarnao|Cafarnao]], [[w:Betsaida|Betsaida]] e [[w:Corazin|Corazin]] con i gentili del passato biblico di Israele. Questi confronti sono sempre fatti a vantaggio dei gentili: Tiro, Sidone, Sodoma, il popolo di Ninive e la Regina di Saba ({{passo biblico2|Mt|11:20-24}}; {{passo biblico2|Luca|10:13-15}}; {{passo biblico2|Mt|12:39-42}}; {{passo biblico2|Luca|11:29-32}}). Alla luce di questi detti, i peggiori dei gentili, i [[w:Sodoma|Sodomiti]], saranno più tollerati durante il [[w:Giudizio universale|giornoGiorno del giudizioGiudizio]] rispetto alle città della Galilea, nelle quali si dice che Gesù avesse centrato la sua missione.
 
Sulla base dei racconti, dei detti e delle parabole dei Vangeli si potrebbe avere l'impressione che Gesù avesse limitato la sua missione agli ebrei, ma che si aspettasse che nel futuro escatologico, durante il Giorno del Giudizio e quando il [[w:Parabola del banchetto di nozze|banchetto nel regno dei cieli]] sarebbe stato servito, si sarebbe avuto un capovolgimento escatologico. In questo capovolgimento i peggiori dei gentili, come i Sodomiti, e i molti popoli provenienti da tutte le direzioni ("molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli" {{passo biblico2|Mt|8:11-12}}), sarebbero stati più tollerati dei contemporanei ebrei di Gesù, i membri di "questa generazione" e gli abitanti di Cafarnao, Corazin e Betsaida. Nonostante questi accenni positivi per i gentili, dobbiamo riconoscere che il materiale dei detti, attribuiti a Gesù, contiene solo pochi e minimi riferimenti a un Gesù che esorta, spera o predice che i suoi discepoli avrebbero svolto una missione tra i gentili – cioè predicare ai gentili – nel futuro escatologico ({{passo biblico2|Mc|13:10;14:9}}). Inoltre non ci sono chiari accenni di Gesù che dà consigli ai suoi discepoli riguardo a come dovrebbero relazionarsi con quei gentili che alla fine sarebbero diventati credenti in Cristo: i gentili che credono in Cristo devono essere accettati come discepoli di Gesù e come cristiani? E se è così, devono essere circoncisi e obbligati a seguire la [[w:Torah|Torah]]? Tali questioni, divenute urgenti e centrali per i primi cristiani negli anni 40 ({{passo biblico2|Atti|15}}; {{passo biblico2|Gal|2}}), non sono affrontate nei Vangeli.
 
Quando studiamo l'atteggiamento di Gesù verso i gentili, non dobbiamo limitarci solo ai detti e alle pratiche concrete che li riguardano direttamente. In accordo con l'[[ebraismo|ebraismo]] del [[w:Secondo Tempio di Gerusalemme|Secondo Tempio]], la restaurazione escatologica e la sua consumazione hanno sempre influenzato in qualche modo i gentili e le nazioni. A causa di questo fatto,[[Riflessioni su Yeshua l'Ebreo|Yeshua l'Ebreo]], se la sua missione deve essere vista in un contesto di restaurazione escatologica, molto probabilmente aveva una sorta di visione dei gentili ''per se''. In accordo con questa linea di ragionamento, le azioni e le parole di Gesù, che dovrebbero essere viste come escatologiche in un certo senso, possono implicare un messaggio per i gentili. Certamente è difficile spiegare la missione ai Gentili dei primi cristiani negli anni 40 facendo riferimento alle poche occasioni in cui Gesù guarì con esitazione i singoli pagani. Si può sostenere, forse in modo più credibile, che il ruolo escatologico nella missione di Gesù abbia dato origine alla convinzione dei primi ebrei-cristiani che il messaggio di Cristo dovesse essere proclamato anche ai non-ebrei.
 
== Possibili ragioni della missione ai gentili ==
La missione ai gentili della Chiesa primitiva richiede spiegazioni storiche. Come si può spiegare che un movimento, incentrato su un uomo ebreo che aveva una missione per gli ebrei palestinesi, sia arrivato a sfociare in una forte missione per i gentili? Tutti i discepoli di Gesù erano ebrei. Secondo i Vangeli, Gesù, durante la sua missione terrena, non commissionò né predisse esplicitamente la missione ai gentili della Chiesa primitiva. I Vangeli raccontano che Gesù guidò la sua missione sul suolo dell'antico Israele. Non ci viene detto che egli viaggasse nella [[w:Diaspora ebraica|Diaspora]], dove di fatto visse la maggior parte degli ebrei durante il I secolo e.v. Da questi fattori, riscontrati nei Vangeli, è molto sorprendente che la Chiesa paleocristiana sentisse che il superamento dei confini etici fino ai gentili fosse una "estensione naturale" della sua missione. 5 In che modo Gesù, con le sue radici ebraiche, arrivò a lanciare un movimento, che crebbe in un suo futuro gentile? La Chiesa, passando ai gentili, negò e abbandonò le sue radici ebraiche in Gesù? Se la missione ai gentili dei primi cristiani fosse o meno una "estensione naturale" in linea con le visioni di Gesù è rimasta una questione controversa tra gli studiosi moderni.
 
 
 
 
== Possibili ragioni della missione ai gentili ==