Taumaturgia messianica/Appendice C: differenze tra le versioni

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L'appartenenza del mondo al mistero di Cristo e, attraverso di Lui, al Dio uno e trino, implica che il mondo materiale non possa comprendersi fino in fondo, tanto nelle ragioni ultime del suo essere come in quelle del suo divenire, prescindendo da categorie "religiose", quelle categorie cioè che indirizzano correttamente il rapporto fra l'uomo e Dio:
{{q|Il mondo materiale ha origine nella azione delle Persone divine ed è chiamato ad essere riassunto e trasfigurato dalle Persone divine. È questo uno degli aspetti fondamentali per la visione attuale del mondo. La sconsacrazione del cosmo è una delle grandi tentazioni dell'uomo moderno, che tende a concepire il mondo della natura, in cui esercita la scienza, come estraneo al destino religioso. L'uomo moderno tende a dissociare un destino religioso che sarebbe puramente personale, da un destino cosmico che sarebbe profano e materiale: come se la religione fosse un affare privato, e il problema religioso un problema individuale e non il problema del senso dell'intero universo e quindi della sua realtà materiale.|J. Danielou, ''La Trinità e il mistero dell'esistenza'', Brescia 1989, pp. 12-13. <br/>Per il collegamento con la modernità, cfr. R. Guardini, ''La fine dell'epoca moderna'', Brescia 1984, pp. 91-108}}
 
L'incarnazione del Verbo e la sua solidarietà con la storia del mondo rappresentano la ragione di fondo per ritenere che non esistano realtà terrene totalmente profane: "A rigore, non si danno realtà nobili che siano tali in senso totalmente profano, dal momento che il Verbo si è degnato di assumere integralmente la natura umana e di consacrare la terra con la sua presenza e con il lavoro delle sue mani" ([[w:Josemaría Escrivá de Balaguer|J. Escrivá]], ''È Gesù che passa'', Milano 1988, n. 120). Ogni attività umana ed ogni realtà terrena, nella misura in cui vengono associate al mistero dell'Incarnazione e ricondotte filialmente al Padre per mezzo dello Spirito, rivelano il loro ordinamento a Cristo, la loro disponibilità ad essere in lui ricapitolate ed associate alla sua salvezza. Il mistero pasquale è il principio ermeneutico per decodificare non solo il mistero di Cristo, ma anche il mistero del mondo (vedi ''supra''). La libertà dell'amore, la suprema legge della carità, diventano allora l'unico metro per valutare la verità di ogni autentico progresso e la perfezione del cosmo (cfr. ''Gaudium et spes'', 38).
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La singolarità del mistero di Cristo e della sua incarnazione non costituiscono infine un ostacolo sulla strada del dialogo fra il cristianesimo e le religioni della terra: impongono solo alla teologia di saper chiarire i rapporti fra il ''Logos'' cristiano e l'universalità della verità, fra il discorso sul Dio di Gesù Cristo ed il discorso su Dio presente nelle altre tradizioni religiose. Il legame fra Cristo e il cosmo, che la fede cristiana confessa, intende farsi carico proprio di quell'universalità ed assicura che quella strada esiste.
 
<div style="color: teal; text-align: right; font-size: 0.8em;">''(estratto/redatto dai documentitesti DISF, Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede, 2002)''</div>
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<div style="text-align: center; font-size: 1.5em;">'''[[Taumaturgia messianica|<< Torna all'Indice]]'''</div>