Indagine Post Mortem/Capitolo 5: differenze tra le versioni

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Carrier (2005a, pp. 105-232) obietta affermando che ciò che i primi cristiani credevano sulla risurrezione di Gesù era che gli fosse stato dato un nuovo corpo mentre il vecchio corpo rimaneva nella tomba. È stato notato nell'Introduzione che questa visione dei due corpi è stata confutata da Ware (2014), che ha dimostrato che ''quando usato con riferimento ai morti fisici (come nel caso di Gesù)'', il termine ''egeirō'' si riferisce inequivocabilmente alla rianimazione o rivivificazione del cadavere. Risponderò ora ad altri argomenti che Carrier offre per la sua posizione.
 
Carrier sostiene che l'analogia con la semina del chicco (v. 36-37) implicava la discontinuità del corpo quando il guscio viene gettato via mentre la pianta cresce (Carrier 2005a, p. 146) e afferma che nei versetti 44-54 Paolo evita di dire che un corpo diventa un altro, ma ne sottolinea invece la distinzione (''ibid.'', p. 132). Tuttavia, va notato che nel seminare il chicco di grano, ne esce la stessa pianta dormiente all'interno del seme che va nel terreno (Geisler 2006, p. 60). Sebbene il seme e la pianta siano qualitativamente diversi, sono numericamente gli stessi perché c'è continuità tra loro: la pianta dormiente che va nel terreno cresce con passaggi incrementali misurabili e osservabili nella pianta; la seconda è una nuova tappa della prima (Davis 2006, p. 57). In altre parole, ciò che esce dal terreno è continuo con ciò che vi entra, cioè la pianta dormiente. Paolo non descrive la risurrezione come un evento in cui si semina ''x'' (il corpo presente), ma cresce fuori ''y'' (un corpo discontinuo con il corpo presente), ma in cui "un solo ''x'' (il corpo presente) deperibile è seminato, e ne cresce un ''x'' imperituro" (Ware 2014, p. 486; nel suo articolo Ware risponde ad altre obiezioni). La distinzione sottolineata nei versetti 44-54 riguarda le diverse caratteristiche dei due stadi dell'unica cosa continua e non implica la loro discontinuità. Riguardo a {{passo biblico2|1Corinzi|15:44}}, "si semina un corpo naturale (''psychikon''), risorge un corpo spirituale (''pneumatikon''). Se c'è un corpo naturale, vi è anche un corpo spirituale", Wedderburn (1999, p. 66) aveva affermato che Paolo contrasta i nostri attuali corpi materiali con i futuri corpi immateriali risorti, e che ciò implica che il corpo risorto di Gesù fosse immateriale. Tuttavia, Licona (2010, pp. 407-408) ha esaminato l'uso di ''psychikon'' e ''pneumatikon'' in tutta la letteratura esistente dall'VIII secolo p.e.v. al III secolo e.v. e ha concluso che ''psychikon'' non si è mai riferito a qualcosa di materiale. Pertanto, questo versetto non giustifica l'idea che il corpo materiale di un cristiano sia sepolto, mentre un corpo immateriale venga risuscitato.