Indagine Post Mortem/Capitolo 4: differenze tra le versioni

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# una combinazione di queste spiegazioni.
 
Va sottolineato che in questi passaggi i mancati riconoscimenti erano solo temporanei: prima che l'apparizione fosse finita furono assolutamente convinti che fosse Gesù quello che vedevano, tanto che "uscirono impavidi di fronte alla morte perché non avevano il minimo dubbio che Egli avesse vinto la morte" (Geisler e Howe 1997, p. 397). Quindi, questi brani non possono essere usati come controprova ai miei argomenti contro l'ipotesi dell'identità sbagliata.
 
Gli scettici potrebbero chiedere: "Se Erode e alcuni dei suoi contemporanei avrebbero potuto scambiare Gesù per il risorto Giovanni Battista come rappresentato da Marco 6:14-29, perché i discepoli di Gesù non avrebbero potuto scambiare qualcun altro per il Gesù risorto?"
 
Risposta: come notato nella mia Introduzione, quelli che dicevano che Gesù era Giovanni Battista risuscitato dai morti ({{passo biblico2|Marco|6:14}}) ed Erode che pensava lo stesso (v. {{passo biblico|Marco|6:16}}), potevano non sapere che Gesù era un contemporaneo di Giovanni (Lane 1974), poiché non vi è alcuna indicazione che queste persone avessero già visto Gesù o che avessero studiato a fondo il contesto di Gesù. Non c'è nemmeno indicazione che Erode e quei suoi contemporanei avessero visto Gesù direttamente; tutto ciò che viene affermato è che avevano sentito dire che c'era una persona conosciuta come Gesù che aveva fatto alcune cose straordinarie (v. 14). Tuttavia, i discepoli di Gesù avevano familiarità con Gesù e, come sostenuto nei Capitoli precedenti, affermavano di aver visto Gesù risorto e in effetti di aver avuto esperienze dirette di un'entità extramentale che pensavano fosse Gesù risorto.
 
Una forma particolare di ipotesi di scambio di identità, l'ipotesi del fratello gemello, è stata proposta da alcuni scettici.<ref>Ma questi benedetti scettici non hanno mai sentito parlare del ''[[w:Rasoio di Occam|Rasoio di Occam]]''?</ref> Ad esempio, Ehrman menziona che la tradizione siriana e gli ''[[w:Atti di Tommaso|Atti di Tommaso]]'' riportano che Gesù aveva un fratello gemello e afferma che i discepoli avrebbero potuto scambiarlo per Gesù (Craig & Ehrman 2006, p. 25). Robert Greg Cavin (1995, pp. 361-379) asserisce che il fratello gemello abbia rimosso il corpo di Gesù e abbia simulato Gesù risorto ai discepoli. Questa ipotesi è stata proposta anche da Shapiro (2016, pp. 133-134) e dall'autore di bestseller [[w:Philip Pullman|Philip Pullman]] (2010).
 
Il valore storico delle fonti che Ehrman cita, tuttavia, è estremamente dubbio (sono datate al secondo e terzo secolo, come osserva Ehrman stesso).<ref>Lo stesso Ehrman ritiene improbabile questa ipotesi (Craig & Ehrman 2006, p. 25). E ha ragione su questo, ovviamente; sbaglia nel pensare che qualsiasi ipotesi (per quanto improbabile) sia più probabile della resurrezione, come dimostra Craig nel dibattito (pp. 14-17; vedi oltre, Capitolo 7).</ref> Pertanto, non ci sono prove certe per pensare che un tale fratello gemello sia mai esistito. D'altra parte, se ci fosse stato un fratello gemello, i familiari di Gesù (soprattutto sua madre Maria!) avrebbero saputo della sua esistenza. In tal caso, avrebbero sospettato (o sarebbero stati avvertiti di sospettare da altri membri della famiglia) che le "apparizioni della resurrezione" fossero avvistamenti di questo fratello gemello, e non sarebbe stato plausibile che si fossero uniti alla chiesa primitiva (1 Cor. 9:5, Atti 1:14) e subissero persecuzioni. Ciò è particolarmente vero data l'incredulità dei membri della famiglia di Gesù prima delle sue "apparizioni ''post mortem''" (vedi Capitolo 3). Si potrebbe suggerire che si trattasse di una menzogna che coinvolgeva questi membri della famiglia (cioè sapevano di questo fratello gemello, e venne presentato ad altri discepoli ignari dopo la crocifissione di Gesù). Tuttavia, è difficile credere che sarebbero stati disposti a morire per ciò che sapevano essere falso, o che durante i periodi di intensa persecuzione avrebbero mostrato una fede genuina nella risurrezione di Gesù in modo coerente senza svelare la menzogna (vedi Capitolo 2). Cavin (1995) ipotizza che il gemello sia stato scambiato con un altro bambino quando era molto giovane in modo tale che, all'insaputa della famiglia di Gesù, c'era un'altra persona che sembrava identica a Gesù. Tuttavia, in assenza di prove che Gesù avesse un gemello e che si sia verificato un tale cambiamento, questo è ''[[w:ad hoc|ad hoc]]''.
 
Inoltre, anche se (contro ogni probabilità) fosse esistito un tale fratello gemello, deve essere riuscito in qualche modo ad evitare qualsiasi contatto con altre persone prima della crocifissione di Gesù in modo tale che altri, inclusi i discepoli, non avrebbero sospettato che fosse il gemello che loro avevano visto, e in qualche modo fosse disposto a impegnarsi nell'inganno estremamente pericoloso e stupido di fingere di essere Gesù dopo aver appreso l'orrore della sua crocifissione e rischiare quindi di subire la stessa sorte di suo fratello (invece di fuggire immediatamente lontano, il che sarebbe stata un'opzione molto più sicura). Inoltre, i gemelli possono assomigliarsi ma comportarsi diversamente. Un fratello gemello (o chiunque altro) non sarebbe stato in grado di comportarsi coerentemente come Gesù per un periodo di tempo in una varietà di circostanze, nella misura in cui avrebbe potuto persuadere coloro che avevano vissuto con Gesù per anni, inclusi i discepoli dubbiosi e i membri della famiglia stessa di Gesù (ad es. Giacomo) che erano cinici nei confronti di Gesù anche prima della sua vergognosa crocifissione,<ref>La precedente incredulità dei membri della famiglia di Gesù si adatta ai criteri di imbarazzo e attestazione multipla (Marco 3:21, 31-35, Giovanni 7:1-10) e quindi è molto probabilmente autentica (Licona 2010, pp. 440-455).</ref> ad accettare ed essere disposti a morire per la molto difficile convinzione che Gesù fosse risorto.
 
Infine, è molto plausibile che la teologia di Paolo in 1 Corinzi 15 riguardante il corpo risorto quale "corpo ''spirituale''" derivi dal fatto che il corpo di "Gesù" non venne sperimentato dai testimoni elencati in 1 Corinzi 15:1-11 come soltanto "di natura fisica" ma piuttosto di manifesta "transfisicità" (per usare la terminologia di Wright) (Wright 2003, pp. 608-615), e un fratello gemello (né nessun altro) non sarebbe stato in grado di fingerlo naturalisticamente.
 
In relazione alla "transfisicità", Bryan (2011, pp. 37-39) nota che i primi testimoni del Nuovo Testamento parlano già del Gesù Risorto come fosse di una categoria diversa di vita: è "con potenza" ({{passo biblico2|Romani|1:4,19}}) e "sappiamo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui" ({{passo biblico2|Romani|6:9-10}}). Questa è la "risurrezione migliore" ({{passo biblico2|Ebrei|11:35}}) già spiegata nel Capitolo 1. Bauckham (2011, pp. 107-108) osserva che i primi cristiani...
{{q|...did not think that Jesus had been resuscitated, like the dead people Jesus himself was reported to have brought back to life. Those people, such as the son of the widow of Nain, simply returned to this mortal life, very
much like people resuscitated after ‘clinical death’ in modern hospitals.}}
 
Bauckham continua a spiegare:
{{q|But Jesus was not like that. He appeared to people at will, and they do not seem to have wondered where he was when he was not making one of these relatively few appearances. While he took part, fleetingly, in ordinary human situations, he was evidently different. They believed he was raised to a new sort of bodily life, eternal life. Such a notion of transformed bodily existence was certainly not unknown to Jews of the time, who called it resurrection. God, it was widely believed, was going to raise all the dead to new life at the end of history, when God abolishes evil and death and renews his whole creation. The first Christians thought that was what had happened to Jesus—but with the extraordinary qualification that it had happened to Jesus already, ahead of everyone else. There was no precedent in the Jewish tradition for claiming that this had happened to anyone else.|''ibid.''}}
 
Data la mancanza di precedenti nella tradizione ebraica, e data la probabilità che gli apostoli fossero davvero molto scettici sulla risurrezione di Gesù (vedi Capitoli 2-3), alcuni avvistamenti vaghi o transitori di Gesù non avrebbero portato a una convinzione ampiamente diffusa tra i primi cristiani che Gesù fosse risorto corporalmente in modo così transfisico, convinzione che era di fondamentale importanza per una fede per la quale erano disposti a rinunciare a tutto. Piuttosto, devono essere state una sorta di ripetute esperienze dei poteri transfisici del corpo risorto di Gesù a convincerli.
 
Tali esperienze sono infatti più volte attestate nei documenti del I secolo. Mentre i Vangeli e gli Atti ritraggono il corpo risorto di Gesù come fisico (vedi Capitolo 3), tuttavia esso "va e viene attraverso porte chiuse; non è sempre riconosciuto; e alla fine scompare nello spazio di Dio, cioè il ‘cielo’, attraverso la sottile cortina che in gran parte del pensiero ebraico separa lo spazio di Dio dallo spazio umano" (Wright 2008, p. 55; cfr. {{passo biblico2|Luca|24:31,36;50-53}}; {{passo biblico2|Giovanni|20:19,26}}; {{passo biblico2|Atti|1:1-11}}). Gli scettici obietterebbero mettendo in dubbio la credibilità di questi dettagli nei Vangeli (ad esempio sostenendo che si trattava di abbellimenti leggendari). In risposta, l'attendibilità della rappresentazione evangelica di tali particolari è già stata difesa nei Capitoli precedenti. L'argomento principale qui è che, senza tali esperienze dei poteri del corpo risorto di Gesù, una convinzione ampiamente diffusa tra i primi cristiani che Gesù fosse risorto corporalmente in modo transfisico non sarebbe mai iniziata.
{{Immagine grande|1602-3 Caravaggio,Supper at Emmaus National Gallery, London.jpg|800px|''Cena di Gesù ad [[w:Emmaus|Emmaus]] con due discepoli''. Dipinto di [[w:Caravaggio|Caravaggio]], 1601}}
== Ipotesi dello svenimento ==