Indagine Post Mortem/Capitolo 1: differenze tra le versioni

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Reimarus aveva suggerito che le storie dei morti risorti nelle Scritture e gli insegnamenti dei [[w:Farisei|Farisei]] rendevano facile per gli ebrei accettare l'affermazione degli apostoli che Gesù era risorto (Reimarus 1971, p. 2).
 
In risposta, Bryan (2011, p. 9) osserva che c'erano varietà di ebraismo al tempo di Gesù, e alcuni erano scettici sulla risurrezione corporea. Ad esempio, i [[w:Sadducei|Sadducei]] affermavano che "non c'è risurrezione" (Marco 12:18-27; par. Matt. 22:23-33, Luca 20:27-40; anche Atti 23:8, Flavio Giuseppe ''Ant.'' 18.16) (Bryan 2011, pp. 10-11).7<ref>Bryan (''ibid.'') nota che per loro il giudizio e la retribuzione di Dio sono sicuri, ma non lo sono dopo la morte dell'individuo, o se avvengono dopo la morte, allora avvengono tramite i propri discendenti (Sir. 11,26-28 cfr. Esodo 20:5).</ref> Alcuni ebrei (ad esempio [[w:Filone di Alessandria|Filone di Alessandria]], l'[[w:Quarto libro dei Maccabei|autore di 4 Maccabei]]) insegnavano solo l'immortalità dell'anima, senza successivosuccessiva ripristinoreintegrazione nell'incarnazione (''ibid.'', p. 17).
 
Inoltre, le reintegrazioni alla vita descritti nella Scrittura (ad es. 1 Re 17:10-24; 2 Re 4:8-3; nel Nuovo Testamento, le storie della risurrezione della figlia di Giairo (Marco 5:21-24, 35-43 par.), il figlio della vedova di Nain (Luca 7:11-17), e Lazzaro (Giovanni 11:1-44) sono soggetti ai limiti e alle debolezze della vita come la conosciamo, e che finirebbe di nuovo nella morte (Bryan 2011, pp. 14, 37). Bryan cita {{passo biblico2|Ebrei|11:35}}: "Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione", e nota il contrasto tra "risurrezione" e "migliore risurrezione" e il versetto {{passo biblico|Ebrei|11:39}} che dice che tutte queste persone di fede non hanno ancora ottenuto ciò che era stato promesso. La "migliore risurrezione" e la promessa è il nuovo modo ritratto dagli autori di Daniele 12:1-3 ("risplenderanno come lo splendore del firmamento"), 2 Maccabei (7:9, 11, 14, 21-23, 28-29, 12:40-46, 14:46), e {{passo biblico2|Sapienza|2-3}}, che parlano di cosa accadrà finalmente ai fedeli morti: non saranno più soggetti ai limiti della vita come la conosciamo (''ibid.'', pp. 14-16). Gli scrittori del Nuovo Testamento sostenevano che tale risurrezione fosse avvenuta per Gesù.
 
Credenze sulla resurrezione corporea erano presenti anche nell'antico [[w:zoroastrismo|zoroastrismo]] e [[w:paganesimo|paganesimo]] (Carrier 2009, capitolo 3, notando, ad esempio, che Celso menzionò un elenco di persone che alcuni pagani credevano risuscitate, sebbene lui stesso fosse scettico; si veda [[w:Origene|Origene]], ''Contra Celsum'' 2.55, 3.26, 3.22). Tuttavia, Bryan (2011, pp. 30-31) osserva che l'esistenza di queste storie non altera il fatto che molti antichi scrittori pagani erano contrari a ciò che queste storie implicano. Keener (2005, p. 122) osserva che "i Corinzi istruiti ed elitari probabilmente seguivano le opinioni di molti filosofi, come l'immortalità dell'anima dopo la morte del corpo. Molti consideravano il corpo terreno, e l'anima celeste (Eraclito ''Ep.'' 9; Seneca ''Dial.'' 12.11.6), compresi alcuni ebrei (Sap. 9,15-16; ''Sipre Deut.'' 306.28.2)." Continua Keener:
{{q|Some Greeks (like Epicureans and popular doubts on tombstones) denied even an afterlife. Yet even Greeks who expected an afterlife for the soul could not conceive of bodily resurrection (which they would view as the reanimation of corpses) or glorified bodies. The closest analogies were old myths about deceased souls brought back from Hades; annually returning underworld deities connected with spring vegetation; witches magically resuscitating corpses; and (most common in novels) recovery from merely apparent death.|''ibid.''}}
La chiesa di Corinto evidentemente includeva "convertiti" al cristianesimo che rimasero scettici sulla risurrezione, come indicato da 1 Corinzi 15:12: "Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?"
 
Il Nuovo Testamento indica le difficoltà che il pubblico del I secolo aveva con tale affermazione, deridendone l'idea ({{passo biblico2|Atti|17:32}}; indipendentemente dal fatto che questo passo di Atti sia storico o creato dai cristiani del I secolo, esso mostra che tale scetticismo era presente tra la gente del I secolo).
 
Anche gli stessi apostoli furono descritti come inizialmente contrari a questa affermazione. "Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse" ({{passo biblico2|Luca|24:11}}; vedi anche {{passo biblico2|Matteo|28:17}}; pseudo-Marco 16:11). Queste osservazioni confutano l'idea che le persone del I secolo fossero tutte abbastanza credule da accettare acriticamente la pretesa della resurrezione corporea. (Ciò non nega il fatto che, come in tutte le epoche compresa quella moderna, ci sarebbero state alcune persone credulone in questo senso, come la rappresentazione di Erode e alcuni suoi contemporanei che credevano che Gesù fosse il risorto Giovanni Battista in Marco 6:14-29, come anche gli [[w:Eloismo|Elohisti]] moderni che credono che [[Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Schneersohn sia risorto]]; vedi la discussione nel Capitolo 7 in cui confronto questo caso con la convinzione degli apostoli che Gesù fosse risorto). Indipendentemente dal fatto che il resoconto in {{passo biblico2|Matteo|28:11-15}} sia fattuale, indica comunque che gli ebrei del I secolo erano in grado di pensare a spiegazioni naturalistiche alternative alla risurrezione di Gesù, affermando che i discepoli di Gesù avevano rubato il suo corpo.
 
Inoltre, Bryan (2011, p. 9) osserva:
{{q|Even in the Scriptures, stories of the dead being raised are invariably presented as exceptional. That, after all, is why they are interesting. And even Pharisaic hope was, of course, a hope for what God might do in the future. As far as normal and present experience was concerned, neither the Scriptures nor Pharisaic teaching will have altered the fact that Jews just as much as Gentile invariably experienced the dead as staying dead.}}
 
Anche Graham Stanton scrive:
{{q|Miracles were not accepted without question in antiquity. Graeco-Roman writers were often reluctant to ascribe ‘miraculous’ events to the gods, and offered alternative explanations. Some writers were openly sceptical about miracles (e.g. Epicurus, Lucretius, Lucian). So it is a mistake to write off the miracles of Jesus as the result of the naivety and gullibility of people in the ancient world.|Stanton 2001, p. 66}}