Gesù e il problema di una vita/Capitolo 3: differenze tra le versioni

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= Capitolo 3: Contesto religioso =
Per capire che fu Gesù e cosa insegnò, dobbiamo comprendere bene la fede ebraica e le tradizioni religiose del suo tempo. Ne ho parlato a profusione nei libri della mia ''[[Serie cristologica]]'', come anche nella ''[[Serie misticismo ebraico]]'' e quindi non mi soffermerò troppo sull'argomento in questo capitolo. Nel pensare su ciò che potremmo chiamare "la dimensione religiosa" del mondo di Gesù, ci confrontiamo con qualcosa che molte persone oggigiorno considerano estraneo, alieno. Nell'Occidente contemporaneo, finanche quelle persone che si reputano religiose, in generale indossano la propria religione alla leggera. Oggi, la fede religiosa è un accessorio della nostra vita, non una parte essenziale. Il risultato è che diventa facile, anche per coloro che si affermano religiosi, passare la maggior parte della giornata senza svolgere alcuna attività religiosa o pensare pensieri "religiosi". Sebbene ci fossero tali persone al tempo di Gesù, questi erano l'eccezione. La religione, almeno per gli ebrei, era qualcosa che si riverberava su tutto ciò che eri, facevi e dicevi. La tua fede non era un'aggiunta alla tua vita, bensì era il fondamento e la struttuar su cui costruivi la tua vita.
 
Quando cerchiamo di scoprire esattamente cosa significasse essere ebrei al tempo di Gesù, ci troviamo davanti molte incertezze. Ciononostante, possiamo affermare che essere ebrei comportava due aspetti: avere una storia e mantenere certe convinzioni e pratiche.
 
== La Storia ==
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| style="padding:7px; border:1px solid silver; background:#c6dbf7;"|[[File:Jesus Revolution.svg|35px]] '''GESÙ E L'EBRAISMO'''
|-<span style="font-size: 0.9em;">
| Ci sono due errori opposti riguardo a Gesù e alla fede ebraica. Un errore è stato quello di ignorare il contesto ebraico e le sue credenze. Pertanto alcuni lo trattano come una sorta di uomo universale la cui ebraicità è irrilevante e gli attribuiscono persino credenze, come la reincarnazione, in cui nessun ebreo del tempo avrebbe creduto. L'altro errore è di trattare Gesù come qualsiasi altro insegnante ebreo o ''[[w:rabbino|rabbino]]'', per nulla differente dagli altri predicatori che peregrinavano per la Palestina in quell'epoca.<br/>
| [...]<br/>... ''(Questa finestra viene spesso inserita nelle pagine di testo per esaminare una particolare questione o problematica, senza interrompere il flusso del Capitolo in cui appare)''<br/>
La realtà è che, sebbene Gesù fosse ebreo e insegnò molto che si inseriva perfettamente nell'[[w:ebraismo|ebraismo]], egli affermò di essere ben più di un semplice insegnante. Come vedremo, egli si considerò al di sopra di tutti i precedenti insegnanti e profeti, come colui che adempiva tutte le promesse di Dio a Israele e come Dio venuto in persona dalla sua gente.<br/>
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Non possiamo – e assolutamente non dobbiamo – ignorare l'ebraicità di Gesù. Ma dobbiamo anche esser pronti ad accettare che egli fu ben più di un semplice rabbino.
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|}
La storia del popolo ebraico formava la sua identità e, inoltre, gli dava speranza anche nei periodi più bui. Il popolo ebraico al tempo di Gesù non si considerava semplicemente un altro gruppo religioso o etnico nel mondo. Gli ebrei si consideravano speciali, il popolo di Dio e centrale per i fini di Dio nel mondo. Non erano semplicemente un sottoprodotto della storia: erano il fulcro della storia. Questo senso del destino permea ogni pagina dei vangeli. Spiega inoltre perché, al tempo di Gesù, il popolo ebraico era frustrato per il modo in cui si svolgevano le cose. Per i cristiani, la storia del popolo ebraico fino ai giorni di Gesù è importante: è anche la loro storia.
 
 
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[[Categoria:Gesù e il problema di una vita|Capitolo 3]]