Shoah e identità ebraica/Il ruolo di Dio: differenze tra le versioni

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{{Shoah e identità ebraica}}
{{Immagine grande|Issachar Ber Ryback 110.jpg|512px|''"[[w:Pogrom|Pogrom]]" (in fuga salvando la [[w:Torah|Torah]])'', di [[:en:w:Issachar Ber Ryback|Issachar Ber Ryback]] (c.1935)}}
 
== "Sepolto sotto i detriti della storia": Il ruolo di Dio nella teologia dell'Olocausto ==
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La posizione di Rubenstein è radicale, ma sembra collocarsi nel mezzo delle opinioni di Wiesel e Levi sulla religione e la fede dopo Auschwitz. Come Wiesel, Rubenstein sostiene che l'Olocausto è indissolubilmente legato alla fede ebraica e che non si può discutere di Auschwitz senza considerare la presenza di Dio. "Religion was not a sufficient condition for the Holocaust, but it was a necessary one. What happened at Auschwitz is inconceivable without beliefs about God held first by Jews and then by Christians" (Rubenstein & Roth 1987:290). La citazione di Rubenstein è rappresentativa della narrativa dell'Olocausto di Wiesel che include costantemente Dio nel suo interrogatorio sulla sua esperienza di Auschwitz. C'è un parallelo tra Rubenstein e Bauman nella loro discussione simile sulle condizioni "sufficient" e "necessary" per l'Olocausto. Laddove Rubenstein discute la religione in questo contesto e sostiene la traiettoria dell'Olocausto di Wiesel, Bauman usa una frase quasi identica ma discute la civiltà moderna al posto della religione (1999:13). L'approccio di Bauman, per discutere i cambiamenti sociali della Modernità, è molto più adatto all'approccio di Levi all'Olocausto come intellettuale non religioso. Dove Rubenstein diventa paragonabile a Levi è nel suo stesso rifiuto della tradizionale visione ebraica del Dio delle Scritture, sebbene Levi avesse sostenuto che l'Olocausto conferma la sua mancanza di fede in Dio piuttosto che aver cambiato le sue convinzioni.
{{q|Rubenstein's response in ''After Auschwitz'' must be seen as the expression of a highly assimilated Jew who, because of the Holocaust, had committed himself to the defense of his inherited religious tradition and then, triggered by his Berlin encounter with [[w:Heinrich Grüber|[Heinrich] Gruber]], found that he could no longer believe either in the God of that tradition or in the tradition's crucial doctrines of covenant and election.|Rubenstein & Roth 1987:311}}
[[:en:w:Steven T. Katz|Steven Katz]] sostiene che le teologie radicali post-Olocausto che hanno risposto specificamente alla Shoah tendevano a perdere o a ignorare una quantità significativa di valida storia ebraica ([https://www.google.co.uk/books/edition/The_Impact_of_the_Holocaust_on_Jewish_Th/tJkUCgAAQBAJ?hl=en Katz 2005:15]). Concentrandosi sull'Olocausto come catastrofe ebraica isolata da secoli di storia ebraica, nel bene e nel male, queste teologie creano divisioni e possono essere considerate modelli controversi per comprendere la Shoah come un evento ebraico o l'ebraismo sulla scia dell'Olocausto. Molte di queste teologie, tuttavia, hanno considerato la storia ebraica e l'eredità scritturale della tragedia e della persecuzione, come invero hanno fatto Wiesel e, in una certa misura, Levi.
{{q|We tell them [tragic stories] to each other in the evening, and they take place in Norway, Italy, Algeria, the Ukraine, and are simple and incomprehensible like the stories in the Bible. But are they not themselves stories of a new Bible?|Levi ''Man'':72)
La [[w:Teologia dell'Olocausto|teologia dell'Olocausto]] è emersa specificamente perché l'Olocausto è stato visto dai teologi e dai sopravvissuti come un elemento separato dalla storia ebraica, come un evento significativo quale entità separata e non un evento tragico tra i tanti della storia ebraica .
 
Le teologie dell'Olocausto come quella di ''"[[w:Hester Panim|Hester Panim]]"'' (הֶסְתֵר פָּנִים, ''Volto Nascosto'') di [[w:Eliezer Berkovits|Berkovits]], la teoria "Il volto nascosto di Dio", e la teologia [[:en:w:Names of the Holocaust#Khurban and destruction|''"Khurbn eyrope"'' (חורבן אײראָפּע "Distruzione dell'Europa")]] di [[w:Ignaz Maybaum|Maybaum]], discutono la credenza che Dio esiste e rimane il Dio del popolo ebraico, sebbene questi abbia necessariamente sofferto a causa dell'Olocausto senza il Suo intervento o liberazione. La convinzione di Maybaum è che gli ebrei abbiano sperimentato tre distruzioni, o ''Khurbn'', che cambiano il mondo. Maybaum sostiene che il primo ''Khurbn'' fu la distruzione di Gerusalemme nel 586 [[w:p.e.v.|p.e.v.]], che portò alla [[w:Diaspora ebraica|Diaspora degli ebrei]] da Israele. Il secondo fu la distruzione romana di Gerusalemme (Rubenstein e Roth 1987:305). Il terzo ''Khurbn'', la Shoah, fu diverso dai primi due, ma paragonabile nel senso che l'ebraismo nel ventesimo secolo viveva prevalentemente nella Diaspora e la distruzione dell'ebraismo diasporico fu rappresentativa della distruzione di Gerusalemme, la patria spirituale e storica degli ebrei.
{{q|For Maybaum, the Holocaust was God's terrible means of bringing the world fully into the modern age. This transition could not have occurred without the destruction of all that was medieval in Europe. Maybaum points out that the vast majority of the Jews who perished in the Holocaust were eastern European Jews who still lived in a medieval, feudal way more or less as their ancestors had, ritually and culturally isolated from their neighbours.|Rubenstein & Roth 1987:305}}
 
 
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{{Vedi anche|Interpretazione e scrittura dell'Olocausto}}
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[[Categoria:Shoah e identità ebraica|Il ruolo di Dio]]