Shoah e identità ebraica/L'ebreo d'Occidente: differenze tra le versioni

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Man mano che Levi crebbe ed emersero nuove persone e gruppi, come la comunità studentesca della sua università con l'opportunità di esplorare nuove culture e identità, la fede e persino la cultura ebraica che Levi aveva visto come significative negli anni precedenti si diluirono all'interno della sua nuova cerchia di amici. Quando poi Levi lo scienziato e l'attivista antifascista si sviluppò, Levi l'ebreo divenne sempre meno parte della sua identità cosciente e del suo senso di sé. Ma ormai erano gli anni Trenta, l'era del fascismo in Italia e del nazionalismo in tutta Europa. Come studente, in particolare uno il cui ''status'' di studente italiano era tenue durante tutti i suoi studi, Levi non può aver ignorato né essere stato influenzato dallo spirito di orgoglio nazionale e dal desiderio di unità, di essere visto come un ''insider'' piuttosto che un "altro",; un "italiano ebreo ", piuttosto che un'"ebreo italiano"' come percepiva di essere. L'identità religiosa si sviluppò in identità culturale, senza la forte fede e il sistema di credenze necessari per rimanere devotamente e principalmente ''ebreo''. Quello che non cambiò tuttavia fu l'aspetto nazionalistico della sua identità, la parte italiana e soprattutto piemontese della sua identità che rimase una parte forte di sé. Sotto questo aspetto Levi è molto più sicuro della sua identità di quanto non lo sia Kafka, il cui contesto culturale generò in lui un'ambivalenza e un'insoddisfazione per il suo linguaggio e la sua identità religiosa.
 
Levi attribuisce una notevole importanza al suo contesto piemontese e all'identità ebraica unica che è associata agli ebrei di questa regione dell'Italia settentrionale. Gli ebrei piemontesi si stabilirono nel nord dell'Italia più tardi dei loro correligionari dell'Italia meridionale, che avevano una storia specifica e si erano stabiliti come comunità in città come Roma molti secoli prima (Rudolf 1986, 2001:23). Svariate di quelle comunità ebraiche meridionali, da luoghi come Napoli e Sicilia, fuggirono a nord nel periodo in cui si stabilirono gli ebrei piemontesi, entrambi i gruppi in fuga dalla Spagna antiebraica e dai suoi territori, che all'epoca includevano alcuni stati del Sud Italia (Rudolf 1986, 2001:24).
 
 
 
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{{Vedi anche|Interpretazione e scrittura dell'Olocausto|Serie letteratura moderna}}
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