Guida maimonidea/Vita in esilio: differenze tra le versioni

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La principale questione halakhica sollevata nella polemica contro le sentenze di Maimonide riguardava la sua asserzione che fosse permesso navigare durante lo Shabbat nei grandi fiumi di Babilonia (il Tigri e l'Eufrate) e d'Egitto (il Nilo). Samuel ben Eli credeva che tale navigazione fosse proibita sulla base che il passeggero sarebbe andato oltre "il limite dello Shabbat".<ref>In generale, la ''Halakhah'' proibisce alla persona di andare oltre i 2000 cubiti al di là dei confini cittadini durante lo Shabbat.</ref> La disputa verteva sulla questione se la proibizione di andare oltre il limite dello Shabbat si applicasse ai fiumi e ai mari, e se la proibizione fosse una materia di legge biblica e solo una di decreto rabbinico. Oltre alle sue argomentazioni halakhiche, il capo dellayeshivah babilonese addusse la tradizione geonica babilonese che proibiva la navigazione su questi fiumi durante lo Shabbat. Maimonide rispose all'argomentazione con il proprio resoconto della pratica stabilita:
{{q|È ben noto che il fiume di Siviglia [vicino a Cordova] scorre per circa ottanta ''mil'' finché giunge al mar salato. Le navi vi veleggiano e sono cariche d'olio, e navigano lungo il fiume fino al mar salato e vanno regolarmente ad Alessandria. E gli ebrei navigano su di loro, saggi e studenti di tutti i ''Geonim'' che sono là. E mi sovviene che tra loro ci fossero Rabbi Hanokh e Rabbi Moshe suo figlio, Rabbi Isaac ben Gi`at, Rabbi Isaac ben Barukh, Rabbi Isaac, autore degli ''Halakhot'', e Rabbi Joseph Halevi suo allievo, di benedetta memoria; e mai ebbi a sentire da loro una qualsiasi proibizione, né di nessuno in Egitto.|''Iggerot, cit.'', p. 390}}
 
Maimonide aggiunge che, sebbene ci fossero ''Geonim'' che lo proibivano, "ci sono altri ''Geonim'' tra di noi che hanno risolto il problema halakhico permettendolo." Egli quindi non voleva trattare la pratica precedente come considerazione per determinare la questione halakhica. Tuttavia, poiché R. Samuel ben Eli aveva citato la tradizione geonica, Maimonide controbatteva con la tradizione andalusa, da R. Hanokh a R. Joseph Ibn Migash. Sebbene la provenienza di tale tradizione non fosse babilonese, egli la considerava altamente superiore, come sostiene con una mordente ironia: "Ma se questi nostri ''Geonim'' non son degni d'essere ascoltati perché non provengono da Babilonia e ciò che importa è la provenienza — allora è possibile." (''Iggerot, cit.'', pp. 390-391).