Abulafia e i segreti della Torah/Introduzione 1: differenze tra le versioni

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Discuterò le affinità tra il pensiero di Maimonide e quello di Abulafia, quest'ultimo un personaggio che mi interessa profondamente e che è l'argomento principale di questo libro, una figura medievale che fu profondamente influenzata dal pensiero di Maimonide (compreso il suo esoterismo, che gli studiosi chiamano "razionalismo" in maniera troppo generale).<ref>Nelle discussioni successive, cerco di evitare tale termine, poiché anche dagli studiosi è usato con un atteggiamento implicitamente giudicante. Il mio approccio presuppone l'esistenza di diverse forme di immaginari che non dovrebbero essere giudicati da uno studioso critico interessato alla comprensione del passato.</ref> Questa figura, già oggetto di numerosi studi da parte di Gershom Scholem, è il cabalista '''Abraham ben Samuel Abulafia''' (italianizzato in "Abramo Abulafia", 1240–c.1291),<ref>Su questo cabalista, le cui opinioni staranno al centro della mia presente discussione, si vedano in generale le importanti esposizioni di Gershom Scholem, specialmente il suo ''Major Trends in Jewish Mysticism'' (New York: Schocken, 1960), 119–55, e la sua ultima serie di lezioni alla Hebrew University, pubblicate col titolo ''The Kabbalah of Sefer ha-Temunah and of Abraham Abulafia'' {{Lingue|he}}, cur. Y. ben Schlomo (Gerusalemme: Academon, 1969).</ref> e di seguito esaminerò l'evoluzione del suo pensiero. Tuttavia, qui mi interessa essenzialmente l'interpretazione di Maimonide da parte di Abulafia, non il punto di vista del primo di per sé stesso. A differenza del Rambam, Abulafia non era una figura halakhica, fattore decisivo nella sua visione del mondo che aiuta a comprendere le sue interpretazioni estreme del pensiero filosofico maimonideo e dell'ebraismo rabbinico.
 
Il pensiero di Abulafia non è mai rimasto parte di un genere concettuale specifico; piuttosto, riunisce alcune tendenze che erano già presenti nel pensiero ebraico sia della sua generazione che di quella che lo aveva preceduto. Troppo mistico per l'approccio cerebrale di Strauss, troppo filosofico e non simbolico per la tendenza di Scholem a vedere la Cabala come una tradizione eminentemente simbolica, teosofica e di tipo gnostico, e praticamente sconosciuto a Eliade, l'approccio speciale di Abulafia dovrebbe comunque essere analizzato prendendo in considerazione aspetti di questi approcci divergenti al pensiero mistico, tra cui anche quello di Carl Jung, per esempio.<ref>Si veda Moshe Idel, ''The Mystical Experience in Abraham Abulafia'', trad. {{en}} J. Chipman (Albany, NY:SUNY Press, 1987), 109–11.</ref>
 
Negli ultimi anni, gli scritti di questo cabalista hanno ricevuto un'attenzione speciale negli studi accademici; molti di essi sono stati pubblicati per la prima volta, principalmente da Amnon Gross, e molti sono stati tradotti in inglese e alcuni in francese, putroppo nessun o in italiano. Tuttavia, pochissime pagine della sua voluminosa produzione sono state editate in modo critico e nessuno dei suoi libri, con la recente eccezione di ''Sefer ha-Ot'',<ref>Abraham Abulafia, ''Księga Znaku: Rabbi Abraham Abulafia'', רבי אברהם אובלעפי, הספ ראהות , ed. Arje Krawczyk (Warsaw: Żydowski Instytut Historyczny, 2018).</ref> è stato sottoposto a un'analisi separata e dettagliata in stampa. La maggior parte degli studi si basa sulla lettura solo di una parte dei suoi scritti identificabili, e anche allora le analisi erano basate su citazioni tratte da libri diversi, a volte al di fuori dei loro contesti immediati, senza esaurire il corpus di quegli scritti. Questa situazione ha provocato significative incomprensioni e travisamenti del pensiero di Abulafia, come vedremo in seguito. Inoltre, il contesto intellettuale generale del suo pensiero è stato affrontato solo in parte negli studi; questo contesto sarà uno degli argomenti principali di molte delle nostre discussioni successive, specialmente nella Parte II di questo wikilibro.
 
In questo mio studio, sono particolarmente interessato alle opinioni di Abulafia sull'esoterismo.<ref>Si vedano Rabbi Nathan ben Saʿadyah Ḥarʾar, ''Le Porte della Giustizia (Sha‘arei Tzedeq)'', trad. Maurizio Mottolese, cur. Moshe Idel (Milano: Adelphi, 2001); Wolfson, ''Abraham Abulafia''; Harvey J. Hames,'' Like Angels on Jacob’s Ladder: Abraham Abulafia, the Franciscans, and Joachimism'' (Albany, NY: SUNY Press, 2007); Robert J. Sagerman, ''The Serpent Kills or the Serpent Gives Life: The Kabbalist Abraham Abulafia’s Response to Christianity'' (Leiden: Brill, 2011); e Shimeon Levy, "Sefer Ḥayyei ha-Nefeš" (tesi MA, Hebrew University, 1955).</ref> Figura complessa, Abulafiafu anche un devotoa studente del libro della [[w:Rambam|Grande Aquila]] e, allo stesso tempo, un cabalista e un autoproclamato profeta e Messia. Queste due ultime percezioni di sé, che egli espresse sia in forma scritta che, possiamo presumere, orale, erano ovviamente suscettibili di provocare persecuzioni da varie forme dell'establishment ebraico, come effettivamente accadde. In questo studio, la mia affermazione sarà che una dimensione seminale degli scritti di Abulafia consiste nel nascondere ciò che pensava che la religione "vera" fosse o dovesse essere, una visione che egli adottò – o, forse, adattò – da [[Maimonide]] e da diverse fonti filosofiche musulmane. Questa propensione esoterica era in voga tra alcuni seguaci di Maimonide contemporanei di Abulafia. Tuttavia, Abulafia è il rappresentante di questo approccio e uno dei seguaci più radicali di Maimonide. Più di tutti i maimonidei, egli parla di segreti, segreti della Torah e segreti dell'esistenza, e questa forte enfasi sulla segretezza dovrebbe essere presa in seria considerazione quando si valuta il suo pensiero. Dubito che un'interpretazionesignificativa del pensiero di Abulafia possa ignorare questa dimensione dei suoi scritti.
 
In questi scritti, l'esoterismo politico è accoppiato con un tipo completamente diverso di esoterismo: l'esoterismo escatologico, che è trascurabile negli scritti della Grande Aquila. Questo tipo di esoterismo si riferisce ai segreti che hanno a che fare con una comprensione speciale della natura della redenzione, del tempo della redenzione e dell'identità del redentore. Abulafia interpretò queste questioni tradizionali anche come riferite a eventi personali e intellettuali, un approccio che era incline a interrompere gli approcci prevalenti a questi problemi nell'ebraismo tradizionale, che era più interessato a temi come i segni e il tempo del Messia o con la restaurazione dell'antico ordine politico e religioso per il bene dell'intera nazione. Sembra che questa pretesa messianica fosse una delle ragioni principali delle persecuzioni contro Abulafia, insieme all'interdizione emessa contro di lui dalla figura legalista più eminente di quella generazione in Catalogna, il rabbino cabalista [[w:Shlomo ben Aderet|Solomon ben Abraham ibn Adret]]. Meno prominente negli scritti di Abulafia è il terzo tipo di esoterismo: quello essenziale, che è condizionato dalla natura relativamente ineffabile dell'oggetto di discussione o di esperienza. Nel caso di Abulafia, quello che egli considera il vero nome divino è, sebbene nascosto in una varietà di altri nomi, non ineffabile.<ref>Si veda ''Oṣar ʿEden Ganuz'', cur. Gross (Gerusalemme: 2000), 3:9, 354–55. Cfr. anche la discussione molto importante nel suo precedente ''Mafteaḥ ha-Raʿayon'', cur. Gross (Gerusalemme: 2002), 69–70, dove è ovvio che questioni teologiche possono essere comprese, ma che dovrebbero comunque restare nascoste.</ref>
 
 
 
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[[Categoria:Abulafia e i segreti della Torah|Introduzione 1]]