Noli me tangere/Il Gesù risorto in prospettiva storica: differenze tra le versioni

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La ''testimonianza oculare'' ha la capacità di convalidare un avvenimento passato. la testimonianza oculare è considerata più veritiera di una testimonianza secondaria o di terza mano. Può essere più difficile ottenere testimonianze oculari dirette in storia antica, ma tale testimonianza porta con sé un peso probatorio molto più grande. Ciò non è cosa nuova per gli storici d'oggi. Anche i primi storici greci volevano impostare la loro storia su testimonianze oculari. Tuttavia, per quegli eventi chenon erano contemporanei agli storici greci, questi dovevano fare affidamento su fonti più autorevoli in loro possesso.<ref>Ernst Breisach, ''Historiagraphy: Ancient, Medieval, and Modern'', University of Chicago Press, 1983, pp. 38-39. Tuttavia, a causa della loro attenzione a testimonianze oculari, i greci si concentravano sulla storia a loro contemporanea. Breisach inoltre scrive che i greci registravano la loro storia con scopi che variavano dalla "conservazione di memorie nobili alla formazione dei propri cittadini."</ref>
 
Nel visionare documenti di importanza storica per determinare se un evento sia storico o meno, gli storici cercano ''fonti indipendenti multiple'' per determinare la storicità di un accadimento con un maggior grado di certezza. Vari fatti di storia antica vengono verificati da una sola fonte, ma fonti multiple concordanti possono permettere agli storici di reputare innegabile l'evento.<ref>Paul L. Maier, ''In the Fullness of Time: A Historian Looks at Christmas, Easter, and the Early Church'', Harper Collins, 1991, p. 197.</ref> Lo studioso William Lane Craig definisce accuratamente l'attestazione multipla affermando: "Un evento menzionato in diversi documenti indipendenti è più probabile che sia storico, rispetto all'evento citato da un solo documento."<ref>William Lane Craig, "The Work of Bart Ehrman", lezione presentata alla Gracepoint Berkeley Church (Berkeley, 17 aprile 2010)[http://www.rfmedia.org/av/audio/gracepoint-the-work-of-bart-ehrman/] (URL consutatoconsultato il 7 maggio 2010). Craig critica Bart Ehrman per l'utilizzo di una definizione di attestazione multipla alquanto sciatta, cioè: "Un evento menzionato in vari documenti indipendenti è più probabile che sia più storico di un evento citato su un solo documento." (Bart Ehrman, ''Jesus: Apocalyptic Prophet of the New Millenium'', Oxford University Press, 1999, pp. 90-91). Craig considera giustamente che questa definizione sia una misura comparativa tra due eventi. Un confronto sulla base di un'unica attestazione è falso perché risulta evidente che un evento con solo un'unica attestazione può essere considerato storica per altri motivi. Tuttavia, Ehrman osserva correttamente che questo criterio non può ridurre la autenticità storica di un evento, ma solo aumentarne la sua autenticità. Inoltre, James D.G. Dunn è d'accordo sul fatto che quando gli storici trovano eventi o frasi che appaiono in fonti indipendenti multiple e in forme letterarie della Bibbia, diminuisce la probabilità che si tratti di una creazione della prima chiesa (James D.G. Dunn, Scott McKnight, ''The Historical Jesus in Recent Research'', Eisenbrauns, 2005, p. 133).</ref> Paul Maier della Western Michigan University conclude che "molti fatti dall'antichità poggiano su ''una'' sola fonte antica, mentre due o tre fonti in accordo generalmente rendono il fatto ineccepibile."<ref>Paul Maier, ''In the Fullness of Time'', p. 197.</ref>
 
''Attestazione ostile'' è quel criterio per cui una fonte antagonista è d'accordo su una persona o evento anche se ciò è contro i propri interessi.<ref>Gary Habermas, "Recent Perspectives on the Reliability of the Gospels", ''Christian Research Journal'' 28, Vol. 28, n. 1, 2005, pp. 16-26.</ref> Un semplice esempio in merito potrebbe essere quello di un criminale che, essendo stato recentemente arrestato dalle forze dell'ordine, ammette che gli agenti che lo hanno arrestato l'hanno trattato in modo equo e giusto: in questo caso si può ragionevolmente concludere che il criminale ha detto la verità. Il criminale non ha nulla da guadagnare nell'ammettere il trattamento equo ricevuto. Pertanto, sebbene il criminale potrebbe aver mentito su altri aspetti del suo arresto, si può ragionevolmente concludere che gli agenti lo abbiano trattato equamente.