Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Esilio, pentimento e redenzione messianica: differenze tra le versioni

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== Esilio, pentimento e redenzione messianica ==
Esilio, pentimento e redenzione tramite il Messia sono tutti temi ebraici classici e Rabbi Schneerson li insegnò in maniera sostanziale e approfondita. L'esilio (גולה ''golah'') viene spiegato da Rabbi Schneerson come duplice: l'esilio spirituale, che è un esilio interiore causato dall'inclinazione al male e dal peccato, e la [[w:Diaspora ebraica|Diaspora]]. Questi due sono collegati nella distruzione del Tempio: come dice ''[[w:Megillah|Megillah]]'' 29a, "Quando furono esiliati a Edom, la Presenza Divina li accompagnò".<ref>''From Exile to Redemption'', vol. I 1992:81.</ref> L'uomo è in uno stato di esilio a causa dell'"esilio della Presenza Divina".<ref>''From Exile to Redemption'', vol. I 1992:79.</ref> A causa della distruzione del Tempio e dell'espulsione degli ebrei dalla Terra di Israele, il corpo ebraico vive in esilio. Secondo Rabbi Schneerson, tuttavia, ciò non significa che l'anima ebrea debba essere in esilio. Egli afferma che se le persone si pentissero e "ritornassero" (תשובה ''teshuvah'') la redenzione (גאולה ''ge’ulah'') avrebbe luogo immediatamente. Essere in esilio è un pericolo per il popolo ebraico e Rabbi Schneerson avverte che per garantire la sopravvivenza spirituale e fisica, la Torah deve essere insegnata in modo che il popolo riceva prosperità.<ref>Schneerson 1979:258; ''I Await His Coming Every Day'' 1992:80-81.</ref>
 
L'esilio spirituale interiore è rappresentato nella ''Tanya'', dove Zalman lo esprime come "anima divina esiliata nell'anima animale". Obbedendo ai comandamenti si è rivestiti dell'anima divina.<ref>''Tanya'' cap. 23, 24 e 25.</ref> Quando Rabbi Schneerson dice che la Torah deve essere insegnata, esprime il punto di vista della ''Tanya'' che afferma che l'anima può essere liberata dal suo esilio attraverso lo studio della Torah e l'osservanza dei comandamenti.<ref>''Tanya'' cap. 32. Ciò vien fatto perché l'anima divina è sita nel cervello, che ha autorità sul cuore, in cui risiede l'anima animale.</ref>
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{{q|Stiamo vivendo una rivoluzione di conoscenza e tecnologia. Tutto questo è un preludio alla redenzione finale, quando non ci saranno né carestie né guerre, né invidia né conflitto, perché la bontà fluirà in abbondanza e tutte le cose deliziose saranno tanto disponibili quanto la polvere. L'occupazione del mondo intero sarà esclusivamente di conoscere Dio.|Il Rebbe<ref>Si veda l'articolo citato, "The Future".</ref>}}
[[File:Signature of the Rebbe - Menachem M. Schneerson.png|200px|right|Firma di Rabbi Menachem Mendel Schneerson]]
Quando una persona ritorna al suo ''yiddishkeit'', quando si pente o fa ''teshuvah'', ci sono, secondo Rabbi Schneerson, due implicazioni: influisce sia sul suo passato che sul suo futuro. Mediante la ''teshuvah'' una persona può riprendere il controllo del passato, perché cancella tutto ciò che è accaduto in passato retroattivamente. Ciò è possibile perché Dio, la fonte della ''teshuvah'', è al di là del tempo. Si fa ''teshuvah'' con sincera frattura dal passato e penitenza per gli aspetti negativi trascorsi e con assoluta risolutezza riguardo al futuro; la ''teshuvah'' deve essere così profonda da trasformare i pensieri, le parole e le azioni di una persona.<ref>Schneerson 1979:13, 25-26.</ref> ''Teshuvah''ha anche un profondo significato per la redenzione nel fatto che essa edifica la persona. Il Rebbe usa il Tempio come allegoria, dicendo che il Tempio è stato distrutto a causa dei peccati delle persone. Tuttavia, attraverso la ''teshuvah'' e l'osservanza dei comandamenti durante l'esilio, la dimora divina in ogni uomo è edificata e farà avvicinare la redenzione.<ref>Schneerson 1979:216-217.</ref>
 
In questo possiamo vedere chiaramente i collegamenti sia con Zalman che con Rabbi Yosef Yitzchok, per i quali il pentimento era centrale. Rabbi Schneerson definisce in modo simile il pentimento come un ritorno all'ebraismo, così lo definirono i suoi predecessori prima di lui.<ref>''Tanya'' capp. 1, 7, 9.</ref> Inoltre, proprio come Rabbi Yosef Yitzchok scrisse sulla necessità di un cuore spezzato, così fa Rabbi Schneerson. Pertanto, nel legame tra il cuore spezzato e la ''qelipah'' che deve essere frantumata per convertire l'oscurità in santità, si può vedere come anche Rabbi Schneerson fosse molto radicato nella visione del mondo espresso dalla ''Tanya''. Similmente, è anche possibile vedere la centralità dell'uomo nell'elevare il mondo attraverso le sue azioni portandolo al mondo della santità, sia nella ''Tanya'' che nel messaggio di Rabbi Schneerson. Rendere il mondo santo fa parte del piano messianico e Rabbi Schneerson lo spiega dicendo che il mondo si sta preparando al cambiamento che avrà luogo nell'era messianica. Il Rebbe, in realtà, arriva al punto di chiamare questa generazione la prima della redenzione, il che porta la questione un po' più in là della ''Tanya''. Tuttavia, senza dubbio, Rabbi Schneerson, nel suo ereditato fervore messianico, deve aver guardato agli eventi storici, osservato come le cose sembravano illuminarsi, e quindi le interpretò quali profezie che si stavano compiendo.
 
 
 
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== Note ==
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{{Avanzamento|75100%|15 febbraio 2021}}
[[Categoria:Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Esilio, pentimento e redenzione messianica]]